Il Dl bollette è in alto mare. Probabilmente non rientreranno bonus e sconto Iva, forse aiuti energivori per 2 miliardi. Arriva Commissario in Aci fino alle elezioni. La Russa in corsa per la presidenza. La rassegna Energia
Il decreto bollette è ancora in alto mare e i fondi scarseggiano. Mase e Mef stanno lavorando per trovare la quadra, ma non hanno ancora deciso quali misure prendere per aiutare famiglie e aziende contro il caro bollette, secondo La Stampa. Si allontanano le opzioni sconto sull’Iva e ampliamento del bonus sociale a causa dei costi. Elettricità Futura propone la contrattualizzazione a lungo termine per piccoli e medi consumatori, tramite il Gestore dei servizi energetici, della capacità rinnovabile. Il Governo valuta il raddoppio degli incentivi per le grandi imprese italiane fino a oltre 2 miliardi di euro complessivi per contrastare l’aumento delle bollette. Si parla di destinare altri 840 milioni di euro a un settore che negli ultimi 15 anni ha già ricevuto circa 20 miliardi di euro dallo Stato. Fondi che hanno contribuito a tenere sotto controllo la spesa e aumentare gli utili delle Big italiane, secondo La Stampa. Angelo Sticchi Damiani non è più presidente dell’Aci, dichiarato decaduto per decreto del Governo a causa del superamento del limite dei tre mandati. Già oggi potrebbe arrivare la nomina del nuovo commissario, che farà da traghettatore fino alle elezioni di luglio. I candidati in pole sono Giuseppina Fusco, direttrice Aci Roma e Geronimo La Russa, presidente Aci Milano e figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, secondo Il Corriere della Sera. La rassegna Energia.
NIENTE BONUS E TAGLIO IVA IN DL BOLLETTE
“Il Consiglio dei ministri è slittato a mercoledì, ma difficilmente il decreto sulle bollette arriverà in tempo sul tavolo di Palazzo Chigi. La materia è certamente complessa e i fondi per coprire nuove misure non abbondano, ma in realtà il governo non ha ancora deciso dove incidere per aiutare famiglie e aziende alle prese con il rialzo del prezzo del gas. Il provvedimento, annunciato venerdì scorso dal vicepremier Antonio Tajani, non è ancora pronto e le ipotesi allo studio sono diverse. I tecnici del Mef e del ministero dell’Ambiente stanno lavorando a un intervento sulle dinamiche dei prezzi per eliminare il disallineamento tra la quotazione al Ttf di Amsterdam, il principale mercato virtuale di scambio del gas europeo, e il Psv, ovvero il prezzo di riferimento del gas sul mercato all’ingrosso. Le norme esaminate dai ministri Giancarlo Giorgetti e Gilberto Pichetto Fratin riguardano la compensazione della tassazione europea Ets sulle emissioni a carico dei produttori di energia, e il potenziamento dell’energy release, che concede energia elettrica a prezzi calmierati alle imprese energivore”, si legge su La Stampa.
“Tra le ipotesi sul tavolo, anche lo sconto sull’Iva (oggi è al 22%) e la possibilità di ampliare il bonus sociale, attualmente riservato alle famiglie con un Isee inferiore a 9.530 euro (il tetto è a 20 mila euro per i nuclei numerosi). Si tratta però in entrambi i casi di misure molto costose e quindi di difficile attuazione.
Secondo il Codacons, «il ripristino degli sconti Iva sul gas non rappresenta la soluzione al problema delle tariffe, sarebbe un palliativo insufficiente». (…) L’Italia è tra i primi Paesi in Europa che ancora dipende in maniera rilevante dal gas per la produzione di energia, perciò Elettricità Futura (…) ha deciso di lanciare una proposta a favore dei piccoli e medi consumatori, sia domestici che Pmi, che non beneficiano di agevolazioni. L’idea individuata è la contrattualizzazione a lungo termine, tramite il Gestore dei servizi energetici, della capacità rinnovabile (eolica e fotovoltaica”, continua il giornale.
BOLLETTE, OLTRE 2 MILIARDI AIUTI PER ENERGIVORI
“Negli ultimi 15 anni, le grandi imprese italiane hanno ricevuto sussidi energetici per circa 20 miliardi di euro da parte della collettività generale. Attraverso un prelievo in bolletta. Soldi che sono serviti a tenere sotto controllo la spesa e che negli anni hanno contribuito a irrobustire gli utili delle aziende. Anche perché nel tempo, i finanziamenti sono progressivamente cresciuti arrivando a oltre due miliardi di euro l’anno. Eppure, da 23 mesi la produzione industriale continua a calare. (…) «Dobbiamo proteggere il nostro presente e costruire un futuro più solido», ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, chiedendo un «confronto immediato sul tema energia per correggere il sistema di formazione del prezzo e diversificare le fonti di approvvigionamento». Una presa di posizione alla quale ha replicato con fermezza Elettricità Futura, l’associazione confindustriale che rappresenta la filiera italiana dell’energia elettrica. Con una nota, i produttori hanno replicato agli industriali sottolineando che le difficoltà, in questo momento, riguardano soprattutto le famiglie e le piccole e media imprese che «non beneficiano delle tante agevolazioni attive e già adottate in passato a favore dei grandi gruppi industriali. Questi ultimi ricevono già da anni una serie di sussidi (interconnector, interrompibilità, rimborso CO2), a cui si è aggiunto ora il meccanismo dell’Energy Release»”, si legge su La Stampa.
“Gli aiuti da oltre due miliardi di euro l’anno, però, sono rivolti sono alle grandi imprese. Alcuni sono in vigore da quasi 20 anni come l’interrompibilità che esiste dal 2008 e consente alle aziende di incassare soldi in cambio della possibilità che si interrompa la fornitura di energia in casi d’emergenza. In 17 anni, gli stop alle forniture sono stati pochissimi, ma il sistema ha comunque incassato 500 milioni l’anno (saranno 9 miliardi a fine 2025). (…) Risale al 2020, invece, il sistema che permette di compensare i costi della CO2 trasferiti dai produttori di energia termoelettrica nel prezzo finale dell’elettricità. Impatta meno, circa 140 milioni l’anno, ma il governo sta pensando di raddoppiare gli incentivi (a fine anno saranno altri 840 milioni di euro). (…) Anche per questo, Elettricità Futura propone di proteggere i segmenti meno tutelati della clientela esistente attraverso contratti a lungo termine. Ma sono tutte soluzioni di corto respiro che pur avendo un impatto positivo non risolvono i problemi strutturali del mix energetico domestico. Il problema di fondo resta l’incapacità del sistema Paese di mettere a terra lo sviluppo delle energie rinnovabili che aiuterebbero a stabilizzare i prezzi”, continua il giornale.
IN ARRIVO COMMISSARIO E POI CORSA A 2 PER PRESIDENZA ACI
“Angelo Sticchi Damiani è stato dichiarato decaduto dal governo dal ruolo di presidente dell’Aci, la Federazione italiana dell’automobile: era stato eletto a ottobre per un quarto mandato (dopo 14 anni). Secondo il governo, invece, per l’Aci in quanto ente pubblico (a differenza delle altre Federazioni sportive) resta il limite dei tre mandati. L’assemblea generale, riunita il 12 febbraio, sperava di poter indire le elezioni subito, ma il governo sembra intenzionato a nominare già per oggi un commissario: si parla di Tullio Del Sette, ex comandante generale dell’Arma dei carabinieri. Le nuove elezioni dovrebbero svolgersi tra sei mesi, a luglio. Tra i candidati ci dovrebbero essere Giuseppina Fusco, direttrice di Aci Roma, e Geronimo La Russa, presidente di Aci Milano, nonché figlio del presidente del Senato Ignazio. (…) le parole dei deputati Ubaldo Pagano e Marco Simiani —. E sono tante le voci di chi considera che la nuova governance è stata già “prenotata” per il figlio del presidente del Senato». (…) Il contratto del Gp di Monza è stato appena rinnovato, ma a condizione che si svolgano ampi lavori di riammodernamento delle strutture che, con questo cambio di guida, rischiano di subire dei ritardi”, si legge su Il Corriere della Sera.