Che cosa dicono Assoutenti e Unc sulle previsioni di Nomina Energia sugli aumenti delle bollette del +8% a ottobre e qual è il quadro
“Un aumento delle tariffe del gas del +8% a ottobre porterebbe la bolletta media di una famiglia del mercato tutelato a quota 1.433 euro annui, con un aumento di circa +106 euro rispetto agli attuali prezzi”, dice Assoutenti. “E’ chiaro che domani si registrerà un rialzo immotivato, visti gli stoccaggi pieni. Una speculazione bella e buona”, aggiunge Unc. Parole chiare, quelle appena citate, che fanno pensare a una giornata particolarmente da attenzionare. Quella di domani. Facciamo un punto sulla situazione bollette.
VERSO AUMENTI DELL’8% SULLE BOLLETTE?
“Se confermate le stime di Nomisma Energia [riportate stamani da Davide Tabarelli, ndr], un aumento delle tariffe del gas del +8% a ottobre porterebbe la bolletta media di una famiglia del mercato tutelato a quota 1.433 euro annui, con un aumento di circa +106 euro rispetto agli attuali prezzi”. Le parole di Assoutenti a commento di suddetto scenario sono chiarissime. “Considerata anche la spesa per l’energia elettrica, salita del +18,6% nell’ultimo trimestre dell’anno con la bolletta media pari a 764 euro, il conto complessivo per luce e gas a carico di una famiglia arriverebbe a quota 2.197 euro annui”, ha stimato l’associazione. “Il vero problema, tuttavia, è che gli aumenti del gas arrivano quando gli italiani incrementano i consumi”, ha detto nel dettaglio il presidente di Assoutenti Furio Truzzi. “La crescita della domanda nei mesi invernali potrebbe determinare nei prossimi mesi ulteriori aggravi sul fronte delle tariffe, ed è per questo che invitiamo il Governo a tenere alta la guardia per evitare l’ennesima stangata a danno di famiglie e imprese”.
PER L’UNC SERVE LA PROROGA DEL MERCATO TUTELATO
Anche l’Unc ha detto la sua dopo le stime diffuse da Nomisma sulle indicazioni di Arera di domani. “Al di là della percentuale di aumento, è chiaro che domani si registrerà un rialzo immotivato, visti gli stoccaggi pieni. Una speculazione bella e buona che dimostra l’urgenza di prorogare il regime tutelato, perché, nonostante il rincaro di domani, Arera riesce a dare più equilibrio ai prezzi rispetto al mercato libero, proprio per la scelta di stabilire il prezzo ex post e non ex ante, rispetto ai prezzi effettivi del mercato all’ingrosso PSV italiano”, ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Per questo invitiamo il Governo a varare il decreto energia con una proroga non solo per i clienti vulnerabili ma per tutti quelli che sono ancora nel libero, troppi per fare questo passaggio in questo momento di prezzi incerti e volatili”.
BOLLETTE PIU’ CARE, LA NOTA DEL CODACONS
“Sui prossimi rialzi delle tariffe gas pesa in modo evidente la guerra scoppiata in Israele, che avrà ripercussioni dirette per le tasche delle famiglie italiane”, ha affermato anche il Codacons con una nota.
“A partire dallo scoppio del conflitto in Israele i mercati hanno reagito con una impennata delle quotazioni, salite di oltre il 30% dal 6 ottobre ad oggi – si legge. Un incremento speculativo considerato che i paesi fornitori non hanno subito alcuna ripercussione, né si sono registrati tagli sul fronte delle forniture.
Infine, “il rischio concreto è quello di nuovi rialzi improvvisi dei prezzi dell’energia con l’avvicinarsi dei mesi invernali, e per questo chiediamo al Governo di prorogare la fine del mercato tutelato prevista per gennaio, data l’estrema volatilità delle quotazioni sui mercati e l’esigenza di tutelare le famiglie dopo due anni di caro-energia che hanno prodotto danni economici enormi a cittadini e imprese”.
CHE INVERNO SARA’ PER GLI ITALIANI
I timori, dunque, sembrano confermare l’indirizzo dell’imminente stagione invernale. Sembra ormai certo che si andrà verso prezzi dell’energia più alti rispetto al recentissimo passato, anche se mai ai livelli dello scorso anno quando la crisi inflazionistica unita all’emergenza dell’invasione russa in Ucraina pesavano molto di più.
Come ricordava stamani Repubblica, inoltre, da un lato c’è la questione del passaggio al mercato libero del 40% delle famiglie italiane. Dall’altro, occorre fare chiarezza sui sovraccosti che stanno subendo coloro che già questo passaggio lo hanno effettuato. Secondo l’app del risparmio Switcho, citata dal quotidiano romano, soprattutto gli utenti over 60 che hanno scelto il mercato libero stanno soffrendo prezzi più alti del 43% per l’elettricità e del 50% per il gas. Numeri che scendono al 30% e al 20% per fasce d’età più giovani.
LE PREVISIONI DI FACILE.IT
Secondo Mario Rasimelli, responsabile Utilities per Facile.it, la tariffa del gas di ottobre sul mercato tutelato aumenterà del 9% rispetto a settembre, con una maggiore spesa in bolletta di 120 euro all’anno per una famiglia tipo, che consuma 1400 metri cubi di gas all’anno.
“L’aumento della tariffa del gas non è certo una buona notizia – ha spiegato Rasimelli – e ancor più preoccupante è il fatto che i rincari potrebbero non essere finiti. Le tensioni a livello internazionale pesano sul prezzo delle materie prime, e l’arrivo della stagione fredda potrebbe portare con sé un fisiologico aumento dei prezzi legato all’incremento dei consumi. E’ questo il momento giusto per verificare le condizioni della propria fornitura di gas e valutare se sul mercato libero esistano offerte più convenienti”.
A novembre e dicembre, inoltre, si dovrebbero registrare aumenti del 15% e del 6% negli ultimi due mesi dell’anno, sempre secondo Rasimelli. Con costi in bolletta che schizzerebbero così di 130 euro e 136 euro tra novembre e dicembre e una spesa complessiva annua per il gas del 2023 che ammonterebbe a 1.330 euro sul mercato tutelato. Più bassi dei 1.700 euro del 2022, sì, ma più alti del 24% dei numeri raggiunti nel 2019 (1.070 euro).
COSA INCIDE SULLE BOLLETTE
Sempre su Repubblica di oggi, si evidenziava come tra i fattori principali dei rincari dell’ultimo periodo vi siano gli scioperi australiani agli impianti di liquefazione, le tensioni post-7 ottobre in Medio Oriente e la crisi del gasdotto Baltic Connector.
Paradosso di tutto ciò? Le ampie riserve di gas accumulate in estate dall’Italia così come dal resto dell’Ue fanno pensare a un quadro tutt’altro che allarmante per la gestione dei mesi freddi. L’addio alle forniture russe è sempre più realtà e verrà completato il prossimo anno.