Nei prossimi giorni il testo di conversione del decreto legge 39/2024 verrà approvato in Senato, per poi passare alla Camera per l’ok definitivo, che è previsto entro il 29 maggio
Arrivano novità per gli incentivi nel settore edilizio. Lo spalmacrediti per il superbonus, ventilato nei giorni scorsi dal governo comporta che, per la prima volta, è stato ipotizzato un intervento su spese già sostenute (dal 1° gennaio 2024). Un prolungamento obbligatorio a 10 anni delle detrazioni del superbonus, del bonus barriere architettoniche e del sismabonus.
Nei prossimi giorni scopriremo i dettagli del testo di conversione del decreto legge 39/2024: a breve infatti il documento verrà approvato in Senato, per poi passare alla Camera per l’ok definitivo (previsto entro il 29 maggio).
LA QUESTIONE DEL RECUPERO IN 4 ANNI O IN 10 ANNI
Un aspetto determinante riguarda la differenza tra il recupero in 4 anni o in 10 anni. Ad esempio nel 2024, su un investimento di 196.000 euro (dato medio Enea) per riqualificare con il superbonus al 70% una casa bifamiliare in comproprietà tra i coniugi, la rata annuale scende da 17.150 euro a 6.860 euro a testa.
Spalmando la spesa in 10 anni, invece, portare in detrazione il superbonus diventerebbe più semplice anche per chi ha redditi medio-alti, che potrà anticipare gli investimenti. La detrazione è lo strumento obbligatorio, in base al decreto legge 39, per chiunque non ha avviato i lavori entro il 29 marzo.
LA COMPENSAZIONE DEI CREDITI NEI DIVERSI BONUS
L’emendamento predisposto dal governo venerdì scorso mantiene la compensazione dei crediti in 4 rate (superbonus) o 5 (bonus barriere e sismabonus). L’allungamento a 6 anni scatterà invece dal 2025 per le banche che hanno acquistato crediti ad un prezzo inferiore al 75% del valore nominale. Ad ogni modo, chi ha dei cantieri aperti dovrà aspettare la conversione del decreto, mentre chi deve ancora partire ora si ritroverà con molti interrogativi.
In un condominio è molto difficile che tutti i proprietari abbiano la capacità di anticipare le spese e un reddito abbastanza alto da poter sfruttare la detrazione, quindi il governo potrebbe prevedere delle misure, a partire dal 2025, per sostenere i contribuenti con scarsa capienza Irpef.
LA SCADENZA DEI BONUS 2024 E LE PREVISIONI PER IL 2025
A fine 2024 scadranno tutti i bonus ordinari, tranne il Superbonus (che il prossimo anno verrà ridotto al 65%), il bonus barriere del 75% e il vecchio 36% (unica detrazione a regime). Per il 2025 sembrerebbe da escludere una proroga delle agevolazioni ordinarie (ristrutturazioni, ecobonus, sismabonus, bonus mobili e giardini), ma sembra più probabile un restyling degli incentivi che riesca a contenere la spesa pubblica e, allo stesso tempo, a raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico richiesti dalla direttiva europea Case Green.
La cessione del credito per tutti non tornerà: l’emendamento del governo blocca fin da subito anche la trasferibilità delle rate residue di chi ha iniziato la detrazione. Le detrazioni resteranno, ma verranno ribassate rispetto al superbonus e modulate in base al tipo di intervento, con sconti più alti per opere con il maggior impatto energetico.
DAL 2028 IL BONUS RISTRUTTURAZIONI SCENDERÀ AL 30%
C’è poi il tema del decreto Superbonus, con il governo che si trova costretto a mitigare la circolazione di moneta fiscale legata ai lavori edilizi, che sta pesando troppo sui conti pubblici.
L’emendamento influenzerà anche l’agevolazione base per ristrutturare la propria casa. Dal 2028 al 2033 l’agevolazione non sarà più del 36%, ma del 30%. Il bonus ristrutturazioni è strutturalmente finanziato al 36%, ma l’importo è stato incrementato nel corso degli anni: oggi lo sconto è del 50%, ma resterà in vigore solo fino al 31 dicembre 2024.
DAL 2025 RISTRUTTURAZIONI MENO CONVENIENTI
Secondo il Sole 24 Ore, la novità presente nell’emendamento “è il primo segnale del taglio delle tax expenditures verso cui sembra avviato il settore”. È molto probabile che la prossima manovra del governo non rinnoverà lo sconto fiscale del 50%, seguendo il taglio già previsto dalla legge. Dal 50% di quest’anno si passerebbe quindi al 36%, dal 2025, e poi al 30% dal 2028. Parallelamente, cambieranno anche i tetti di spesa. Dall’attuale quota di 96.000 euro, a gennaio 2025 si dovrebbe passare alla metà, 48.000 euro, quota che dovrebbe restare anche dal 2028.