La normativa attuale prevede un taglio drastico di questa agevolazione: a partire dal 1° gennaio 2026, salvo interventi, l’aliquota scenderà al suo livello ordinario del 36%, con un tetto di spesa che si dimezzerà a 48.000 euro. Un “decalage” che, secondo gli operatori del settore, rischierebbe di bloccare il mercato.
Il Viceministro all’Ambiente Gava annuncia l’intenzione di evitare il crollo dell’aliquota al 36% previsto per il 2026 e di dimezzare i tempi di recupero dello sconto fiscale. Una mossa per sostenere famiglie e imprese edili dopo lo stop al Superbonus, ma il nodo resta quello delle coperture finanziarie. Il governo sta lavorando per evitare il “baratro” dei bonus edilizi, studiando una proroga della detrazione per le ristrutturazioni al 50% anche per il 2026 ed esplorando la possibilità di ridurre i tempi di recupero dello sconto fiscale da dieci a cinque anni, per rendere la misura più immediata e appetibile. È questa la mossa a cui sta lavorando l’esecutivo per dare un futuro a un settore, quello delle riqualificazioni edilizie, che dopo la fine del Superbonus rischia una brusca frenata. A svelare le intenzioni del governo è stata la Viceministra dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Vannia Gava, che ha annunciato l’avvio di un tavolo di lavoro con il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, per definire i contorni di una misura attesissima da famiglie e imprese.
L’OBIETTIVO: EVITARE IL CROLLO DELL’ALIQUOTA AL 36%
La questione è di stretta attualità. Con la fine del Superbonus al 110%, il principale strumento a disposizione per la riqualificazione del patrimonio edilizio è rimasto il cosiddetto “Bonus Ristrutturazioni”, che oggi garantisce una detrazione fiscale del 50% su una spesa massima di 96.000 euro per unità immobiliare.
Tuttavia, la normativa attuale prevede un taglio drastico di questa agevolazione: a partire dal 1° gennaio 2026, salvo interventi, l’aliquota scenderà al suo livello ordinario del 36%, con un tetto di spesa che si dimezzerà a 48.000 euro. Un “decalage” che, secondo gli operatori del settore, rischierebbe di bloccare il mercato.
È proprio su questo punto che si concentra l’intervento del governo. “Insieme al ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, stiamo lavorando per cercare di portare al 50% le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni delle abitazioni anche nel 2026”, ha dichiarato la Viceministra Gava.
LA NOVITÀ: RECUPERO DELLO SCONTO IN 5 ANNI
Oltre alla stabilizzazione dell’aliquota, il governo sta valutando un’altra importante novità per aumentare l’efficacia della misura: la possibilità di recuperare la detrazione in cinque anni anziché negli attuali dieci. “Valutiamo di rendere possibile usufruirne in 5 anni”, ha confermato Gava, “rendendo l’ecobonus più immediato e conveniente”.
Questa modifica renderebbe lo sconto fiscale molto più appetibile per i contribuenti, specialmente per quelli con una capienza fiscale più bassa, che oggi faticano a sfruttare appieno il beneficio spalmato su un arco temporale così lungo.
UNA STRATEGIA PER FAMIGLIE, EDILIZIA E CITTÀ
La logica dietro questa iniziativa è duplice. Da un lato, sostenere i bilanci delle famiglie, incentivando interventi che migliorano l’efficienza energetica e il valore degli immobili. Dall’altro, dare ossigeno a un settore chiave per l’economia come l’edilizia, che dopo gli anni d’oro del Superbonus ora guarda al futuro con preoccupazione.
“Con queste misure vogliamo aiutare le famiglie, sostenere l’edilizia – settore chiave per l’economia – e promuovere la riqualificazione delle città, nel rispetto delle risorse pubbliche”, ha concluso la Viceministra.
Il nodo cruciale, come sempre, sarà proprio quello delle risorse pubbliche. La proroga della detrazione al 50% avrà un costo per le casse dello Stato che dovrà essere attentamente quantificato e finanziato nella prossima Legge di Bilancio. La sfida per il governo sarà quindi quella di trovare un equilibrio tra la necessità di sostenere la transizione ecologica del patrimonio edilizio e la sostenibilità dei conti pubblici.