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reattore fusione nucleare

Boom fusione nucleare, nell’ultimo anno investimenti globali per 2,8 miliardi di dollari

Secondo la Fusion Industry Association oltre il 93% delle aziende che hanno risposto al sondaggio ritiene che l’energia da fusione alimenterà l’elettricità nelle reti elettriche entro il 2030

Nell’ultimo anno è stato investito di più nella fusione nucleare rispetto al decennio precedente, aumentando le speranze di una svolta nella tecnologia dell’energia pulita. I nuovi dati del settore mostrano che negli ultimi 12 mesi sono stati versati a livello globale 2,8 miliardi di dollari, rispetto ai circa 2 miliardi di dollari dell’ultimo decennio.

La Fusion Industry Association ha affermato che oltre il 93% delle aziende che hanno risposto al sondaggio ritiene che l’energia da fusione alimenterà l’elettricità nelle reti elettriche entro il 2030.

Andrew Holland, amministratore delegato del gruppo, ha affermato che la fusione nucleare “è sulla buona strada per la rilevanza commerciale, in un momento in cui il mondo ha un disperato bisogno di nuove opzioni di energia pulita. Con l’accelerazione degli investimenti è sempre più probabile che la fusione commerciale diventi una realtà entro i prossimi due decenni, fornendo le basi per prosperità, sicurezza e protezione per molti anni a venire”.

RICERCA E FUSIONE NUCLEARE, UN RAPPORTO DI VECCHIA DATA

Gli scienziati per decenni hanno cercato di utilizzare la fusione nucleare per produrre elettricità su scala utilizzabile. Il processo prevede la fusione dei nuclei, che emette energia. La reazione alimenta il Sole e, in teoria, potrebbe fornire energia abbondante e pulita sulla Terra. Nella pratica, però, replicare la reazione sulla Terra è estremamente difficile poiché richiede enormi quantità di calore e di pressione.

Gli scienziati non sono ancora riusciti a produrre dalla reazione più energia di quella necessaria per innescare la reazione stessa. Tuttavia si stanno facendo progressi: quest’anno, durante alcuni esperimenti in una struttura a Culham, vicino Oxford, gli scienziati hanno raggiunto la cifra record di 59 megajoule di energia, sufficienti per far bollire circa 60 bollitori.

REGNO UNITO PATRIA DEL NUCLEARE

Il Regno Unito ospita alcune delle aziende di fusione più promettenti al mondo, come Tokamak Energy e First Light Fusion, entrambe con sede a Oxford. A febbraio First Light Fusion ha raccolto 45 milioni di dollari da investitori, tra cui il gigante tecnologico cinese Tencent, portando il sostegno esterno per l’impresa, fondata nel 2011, a 107 milioni di dollari.

Il governo britannico sostiene la tecnologia, con l’Autorità per l’energia atomica del Regno Unito che lavora a dei piani per un prototipo di centrale elettrica a fusione nel Paese.

Boris Johnson, il primo ministro uscente, nel 2019 dichiarò che gli scienziati di Oxford erano “sul punto di creare dei reattori a fusione in miniatura commercialmente validi per la vendita in tutto il mondo. Ora so che sono ad un passo da un po’ di tempo. È un passo piuttosto spazioso”.

L’anno scorso Johnson aveva definito la tecnologia una “innovazione entusiasmante che potrebbe potenziare i nostri sforzi per #BuildBackGreener”.

La Fusion Industry Association ha affermato che nell’ultimo anno 8 nuove aziende sono entrate nella corsa alla fusione, ma attualmente gli investimenti rimangono relativamente modesti rispetto alle principali fonti di energia.

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