Nella bozza discussa ieri dalla presidente Ursula von der Leyen, l’Ue non ha menzionato il meccanismo iberico
Altre ventiquattro ore di speranza, di attesa, di illusioni. Domani e dopodomani i capi di governo dei paesi membri europei si riuniranno dopo il fallimento della due giorni di Praga di inizio mese. Al centro del dibattito ci sarà ancora la questione più rimandata degli ultimi mesi, quella del tetto al prezzo del gas. Il price cap.
LA PROPOSTA EUROPEA
Ieri, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen accompagnata dalla commissaria all’Energia Kadri Simson e l’omologa dei Servizi Finanziari Mairead McGuinness, ha presentato la proposta di Bruxelles su cui si pronunceranno i leader degli Stati.
Nel documento si parla tra l’altro di un cap da inserire al prezzo massimo del Ttf di Amsterdam entro marzo, nonché gli acquisti comuni di gas da inserire in un consorzio: anzitutto dagli stoccaggi.
VON DER LEYEN APRE, GLI STATI NO: STOP AL MECCANISMO IBERICO
Niente tetto immediato a imitazione di quanto portato avanti da Spagna e Portogallo. Sul quale la stessa commissaria von der Leyen ieri ha detto aprendo che “riteniamo che meriti una possibile introduzione a livello dell’Unione europea il sistema introdotto in Spagna e Portogallo”. Ma i problemi da risolvere rappresentano un ostacolo non da poco.
Secondo alcune conclusioni di bozza trapelate dalle valutazioni dei Paesi membri, ci sarebbe l’ok al tetto dinamico temporaneo sulle transazioni dopo la fissazione di un nuovo benchmark per il mercato del gas.
Mentre i no sono troppi, appunto, al “quadro temporaneo dell’Ue per limitare il prezzo del gas nella produzione di elettricità a un livello che aiuti a ridurre i prezzi dell’elettricità”. La Francia è pronta a sostenerlo, ad esempio, al contrario delle solite Germania e Olanda. I motivi? Il timore di una domanda di gas verso l’alto, troppo, che rialzi di conseguenza i consumi.