Advertisement Skip to content
Med

Come cambia l’assetto del corridoio meridionale del gas

L’analisi di Daniele Lazzeri, presidente del think tank Il Nodo di Gordio, che parte dalla quarta riunione ministeriale del Consiglio Consultivo del Corridoio Meridionale del Gas

L’energia, oltre a essere fondamentale per la sicurezza e lo sviluppo di un Paese, è anche un settore in continua evoluzione grazie all’applicazione di sempre più avanzate tecnologie, che nel tempo hanno rivoluzionato le tecniche di estrazione dei combustibili e ne hanno ampliato la distribuzione in vaste aree del pianeta.

Un importante round della grande partita energetica globale avrà luogo a Baku. La capitale dell’Azerbaigian, ospiterà infatti oggi la quarta riunione ministeriale del Consiglio Consultivo del Corridoio Meridionale del Gas.

L’Azerbaigian già da anni è importante per la sicurezza energetica dell’Europa come fornitore di greggio, soprattutto per l’Italia di cui nel 2017 è stato il principale fornitore. Baku vede costantemente accrescere il suo ruolo internazionale e oggi è anche un’illustre candidata a ospitare l’Expo 2025, forte dello slogan «Sviluppare il capitale umano, costruire un futuro migliore». Questo dopo che a Milano 2015 il padiglione dell’Azerbaigian è stato tra i più apprezzati. Presso l’Heydar Aliyev Centre, frutto della matita di Zaha Hadid, avrà luogo la riunione di oggi, dedicata all’attuazione del Corridoio Meridionale del Gas.

L’incontro giunge in un momento di particolare rilevanza, visto che il corridoio diventerà operativo nel 2018, con il flusso del primo gas previsto già quest’anno. Alla convention parteciperanno i ministri dell’Energia dei Paesi attraversati dal corridoio insieme ai rappresentanti della Commissione Ue e del governo Usa. Sia Washington che Bruxelles, infatti, si sono spesi per migliorare la sicurezza energetica europea. Il Southern Gas Corridor è un progetto geopolitico del valore di 40 miliardi di dollari, cui partecipano sette Paesi. Sono 11 gli investitori, inclusa l’italiana Snam , e 12 i buyer coinvolti nel progetto. Le importazioni e la domanda di gas in Europa sono in costante aumento, e il Southern Gas Corridor dovrà soddisfare parte di questa nuova domanda, consentendo alle centrali elettriche di abbandonare l’utilizzo del carbone.

gasCon l’avvio dei flussi di gas quest’anno, la Socar (società statale dell’Azerbaigian) e i suoi partner nel Corridoio stanno ora valutando una fase 2, in cui saranno raggiunti ulteriori mercati, con un occhio di riguardo alla penisola balcanica. Ma il Consiglio consultivo vede per la prima volta anche la presenza di esponenti della Romania, con l’obiettivo di raggiungere molte delle isole energetiche europee.

Sullo sfondo la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico come previsto dalla Strategia Energetica Nazionale (Sen). Ne abbiamo avuto immediata percezione con il guasto al gasdotto Tag (Trans Austria Gasleitung) a inizio dicembre. La temporanea sospensione nell’erogazione di gas che – attraverso Tarvisio – giunge in Italia è stato un significativo campanello d’allarme sulla stabilità delle forniture. Condivisibili le preoccupazioni del ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, che ha sottolineato come l’Italia – in assenza di altre fonti di approvvigionamento – avrebbe solo pochi giorni di autonomia, scaduti i quali la prospettiva per la nazione sarebbe restare al freddo e al buio.

Una situazione risolvibile solo con un’attenta politica di riduzione della dipendenza energetica tramite la moltiplicazione delle fonti di fornitura. Il positivo impatto sulla loro stabilità, peraltro, consentirebbe anche una contestuale diminuzione dei prezzi della materia prima grazie alla concorrenza, con il conseguente aumento della competitività delle imprese italiane e un sollievo per le famiglie, che vedrebbero ridursi la bolletta energetica.

Ma la sicurezza è un tema dalla doppia accezione: stabilità degli approvvigionamenti da un lato, ma anche sicurezza dell’infrastruttura. Per esempio, l’ultimo tratto del Corridoio, il gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline) che raggiungerà le coste italiane, è stato progettato in base ai migliori standard internazionali e realizzato con tecnologie all’avanguardia. Ciononostante, si riscontrano ancora oggi resistenze alla realizzazione di un’opera che, per dimensioni economiche e valenza geopolitica consentirebbe all’Italia di diventare un hub del gas per l’Europa. Non è un caso che il progetto sia stato riconosciuto dall’UE come un Progetto di interesse comunitario.

(articolo tratto da Mf/Milano Finanza)

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su