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Caro Benzina

Caro-benzina, dalla notifica dell’Antitrust al nuovo decreto del governo

Se l’Autorità chiede informazioni alle compagnie petrolifere, stasera il Cdm annuncerà le misure per combattere il caro carburante

Approfondire le ragioni dello straordinario aumento dei prezzi della benzina e del gasolio che si è registrato negli ultimi giorni e delle numerose denunce ricevute. È l’obiettivo con cui stamattina l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha notificato dettagliate richieste di informazioni alle maggiori compagnie petrolifere. L’Antitrust, avvalendosi anche dell’ausilio della Guardia di Finanza, valuterà anche la sussistenza di spazi per un possibile intervento circoscritto soltanto all’ipotesi di un’eventuale violazione delle norme in materia di abuso di posizione dominante o di intese restrittive della concorrenza.

“Come avvenuto nel corso dei primi mesi della pandemia – si legge in una nota dell’Autorità – l’Antitrust, nell’ambito delle proprie competenze, è attenta a monitorare gli eccezionali incrementi di prezzo che si registrano a volte durante le fasi di crisi e a verificare che tali fenomeni non siano frutto di comportamenti restrittivi della concorrenza”.

LE REAZIONI DELLE ASSOCIAZIONI

Diverse le reazioni delle associazioni. “Esprimiamo soddisfazione per la decisione dell’Antitrust di accendere un faro sul settore dei carburanti, ma non basta, e riteniamo indispensabile un intervento del Governo per bloccare le speculazioni ‘legali’ sui prezzi”. Lo afferma in una nota Assoutenti, commentando le richieste di informazioni avanzate dall’Autorità in merito ai rincari dei prezzi di benzina e gasolio.

“Grazie al faro dell’Antitrust sarà possibile verificare se l’abnorme crescita dei listini alla pompa sia stata “dopata” da speculazioni illegali nei vari passaggi della filiera. I rincari di benzina e gasolio delle ultime settimane non appaiono giustificati. In particolare, né dalle quotazioni internazionali del petrolio, né da riduzioni delle forniture legate alla guerra in Ucraina. Inoltre, costano oltre 900 euro a famiglia in più solo per i maggiori costi di rifornimento rispetto al 2021”, afferma in una nota il presidente Furio Truzzi.

“Tuttavia indagini di questo tipo non bastano. Occorre intervenire in fretta sulle speculazioni “legali” legate ai prezzi di benzina ed energia e ammesse dal mercato – prosegue Truzzi – Per tale motivo chiediamo al Governo di imporre da subito tariffe amministrate per carburanti, luce e gas, unica possibilità per tutelare concretamente famiglie e imprese da quotazioni sui mercati che salgono repentinamente anche in assenza di illeciti”, conclude Truzzi.

L’Antitrust scende in campo di fronte ai rialzi dei prezzi dei carburanti. “Bene, accolto il nostro esposto. Siamo stati i primi, infatti, in data 11 marzo a chiedere l’intervento dell’Antitrust, presentando poi in data 12 marzo un esposto in cui sollecitavamo l’Authority ad avvalersi dell’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza per risalire lungo la filiera ai responsabili delle speculazioni” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Nel nostro esposto evidenziavamo come si trattava di una pratica commerciale scorretta approfittarsi della paura dell’escalation di un conflitto e di ulteriori rialzi dei prezzi per condizionare indebitamente il comportamento economico dei consumatori, inducendoli ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbero altrimenti preso, quella appunto di rifornirsi anche da chi aveva praticato rialzi anomali” prosegue Dona.

“Inoltre abbiamo chiesto di verificare se vi erano stati comportamenti collusivi e intese restrittive della concorrenza lungo la filiera, volte ad accordarsi e coordinare i propri comportamenti sul mercato, violando la normativa sulla concorrenza. In particolare se più imprese avevano fissato congiuntamente i prezzi” aggiunge Dona. “Ora le indagini si chiudano al più presto per bloccare queste inaccettabili speculazioni” conclude Dona.

“L’Antitrust ha accolto il pieno l’esposto presentato nei giorni scorsi dal Codacons, unica associazione ad aver presentato in Italia una raffica di denuncia contro il caro-carburanti, e ha aperto una indagine per accertare le cause degli aumenti abnormi dei prezzi alla pompa. L’esposto del Codacons è andato a segno, e dopo numerose Procure che in questi giorni si sono attivate dopo la nostra denuncia, ora anche l’Antitrust si è mossa per fare luce sull’anomalo andamento dei listini dei carburanti – afferma in una nota il presidente Carlo Rienzi – Se saranno accertati illeciti e speculazioni che hanno determinato rialzi dei prezzi alla pompa, il Codacons si farà promotore di una maxi-class action contro i responsabili per conto di milioni di consumatori e imprese danneggiati dal caro-benzina”.

LE NOVITÀ SUL CARO BENZINA: L’ACCISA MOBILE

Il caro carburante, inserito nel contesto di crisi energetica più generale, è un fenomeno sempre più evidente di queste settimane. Se è vero che anche nel proprio piccolo ogni cittadino può correggere taluni comportamenti per risparmiare energia, è fondamentale osservare le mosse di Palazzo Chigi. In questo senso, l’altroieri il ministro del Ministero per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha risposto all’informativa al Senato sulla situazione energetica fortemente condizionata dalla guerra ucraina.

La misura più nuova introdotta dal capo del dicastero energetico è stata quella relativa alle accise mobili. Ma cosa sono? Si tratta ovviamente di uno strumento di contenimento degli aumenti di prezzo di benzina e gasolio. Le file alle pompe di rifornimento sono ormai la normalità in questi giorni ma è chiaro che occorre fermare l’ondata. Attualmente le accise sui carburanti sono sui 0,73 centesimi al litro.

Per Cingolani, il quadro si lega da inizio anno agli aumenti dei costi del Brent. Aumenti pari a “130 dollari al barile partendo da 78 in questi giorni è intorno ai 100 dollari, e da questo conseguono in parte gli aumenti di questi giorni”. “Stiamo valutando di praticare sui carburanti un’accisa mobile – ha detto il ministro – il maggior gettito Iva potrebbe essere utilizzato per ridurre l’accisa corrispondente”.  Dunque, la tassa sarebbe applicabile anche grazie al maggior gettito Iva generato dall’aumento dei prezzi (finali). L’operazione è stata definita “complessa” dallo stesso ministro, ma sarebbe chiave per abbassare i prezzi dei distributori.

L’introduzione delle accise mobili sul carburante significherebbe tagliare il costo di benzina e gasolio. Secondo alcune stime che circolano in queste ore sui tavoli del governo si parlerebbe di circa 10-15 centesimi al litro. In caso di riuscita, benzina e diesel tornerebbero intorno ai 2 euro per la modalità self service. Di fatto vorrebbe dire tornare a sette giorni fa. Sui consumatori, però, è da valutarne l’effetto positivo. Anche perché nessuno garantisce la non risalita dei prezzi alle pompe.

Introdotto con la legge finanziaria 2008, l’intervento nacque con l’obiettivo di calmierare il caro-benzina. Si rese necessario dopo aver rilevato che nei Paesi Bassi, Portogallo e Italia il prezzo del carburante era tra i più elevati del resto d’Europa. Il legislatore italiano intervenne per compensare le maggiori entrate dell’Iva che derivavano dalle variazioni del prezzo internazionale del petrolio greggio, con l’articolo 1, commi da 290 a 294. La norma in esame riprende una proposta contenuta nel “terzo pacchetto” delle liberalizzazioni che portano il nome del ministro Bersani. Dal luglio 2007, i prezzi più bassi si registravano in Grecia e Spagna.

CARO ENERGIA, OGGI IL NUOVO DECRETO

Oggi sarà una giornata chiave per l’azione del governo Draghi contro gli alti prezzi dell’energia. Dopo l’aumento delle file ai distributori e le grida di allarme contro le speculazioni, il Consiglio dei Ministri stasera alle 18 si riunirà e con tutta probabilità emetterà un decreto per combattere il caro carburante.

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