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Interrogazione cessione IP SOCAR

Cessione Ip a Socar, FdI presenta interrogazione a Urso e Pichetto: “Timori su legami con Mosca e livelli occupazionali”

I senatori Nastri e Leonardi chiedono garanzie ai ministri Urso e Pichetto Fratin: fari puntati sul rischio di triangolazioni con il petrolio russo e sul futuro di 17mila lavoratori.

L’operazione che porterà la rete di distribuzione carburanti IP sotto il controllo azero finisce sotto la lente d’ingrandimento del Parlamento. I senatori di Fratelli d’Italia, Gaetano Nastri ed Elena Leonardi, hanno presentato un’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Al centro dell’atto di sindacato ispettivo vi è la preoccupazione per i possibili risvolti geopolitici ed occupazionali legati al passaggio di proprietà della storica azienda italiana alla State Oil Company of Azerbaijan Republic (SOCAR). I parlamentari chiedono al Governo di vigilare attentamente, ponendo interrogativi specifici sulle relazioni commerciali internazionali dell’acquirente e sulla tenuta del sistema industriale nazionale.

L’OMBRA DEL GREGGIO RUSSO E LA SICUREZZA NAZIONALE

Il punto nodale sollevato dai senatori di Fratelli d’Italia riguarda la sicurezza energetica e il rispetto delle sanzioni internazionali. “Esiste la possibilità che la compagnia petrolifera statale dell’Azerbaigian SOCAR esporti gas proveniente dalla Russia, anche attraverso la collaborazione con Gazprom e Lukoil”, si legge nel testo dell’interrogazione. La richiesta ai Ministri competenti è netta: verificare se “sussistano preoccupazioni in relazione al possibile coinvolgimento di SOCAR nell’esportazione di petrolio russo”, specialmente alla luce delle stringenti decisioni prese dall’Unione Europea per limitare le risorse energetiche di Mosca. Il timore è che l’acquisizione possa aprire, seppur indirettamente, un canale commerciale in contrasto con gli interessi strategici comunitari.

ALLARME PER L’INDOTTO E IL FUTURO DELLE RAFFINERIE

Accanto alle questioni geopolitiche, l’interrogazione pone l’accento sulla salvaguardia del tessuto produttivo italiano. Nastri e Leonardi sollecitano il Governo a fare luce sulle “prospettive di investimento di SOCAR sulle strutture in via di acquisizione”, con un focus specifico sulla sicurezza e l’efficienza degli impianti di raffinazione di Falconara Marittima (Ancona) e Sarpom di Trecate (Novara). La preoccupazione maggiore riguarda la tenuta sociale dell’operazione: i senatori chiedono quali siano le reali “prospettive occupazionali per i 1.600 dipendenti del gruppo API e per gli oltre 16.000 lavoratori dell’indotto”, un bacino di utenza che rappresenta una fetta rilevante dell’economia industriale del Centro-Nord Italia.

IL CONTESTO: L’ACCORDO DI SETTEMBRE E L’ADDIO DEI BRACHETTI PERETTI

L’intervento parlamentare si inserisce nel quadro dell’accordo vincolante firmato lo scorso settembre 2025, che ha sancito l’uscita della famiglia Brachetti Peretti dalla proprietà dopo oltre 90 anni. L’operazione, del valore di circa 3 miliardi di euro, prevede la cessione del 99,82% delle quote di Italiana Petroli (gruppo API) al colosso statale azero. Il perimetro dell’acquisizione include asset strategici come le due raffinerie citate nell’interrogazione, oltre 4.500 stazioni di servizio a marchio IP e una vasta rete logistica. Sebbene al momento della firma API Holding avesse rassicurato sulla continuità gestionale e SOCAR avesse espresso la volontà di consolidare il business, l’interrogazione odierna evidenzia come la partita, in attesa del vaglio definitivo del Golden Power e dell’Antitrust, sia tutt’altro che chiusa sul piano politico.

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