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Pniec

Che fine fa il Poseidon con il Pniec?

“Il progetto – è scritto nel Pniec – pur potendo consentire dal 2025 una ulteriore diversificazione delle rotte attuali (l’Italia è il Paese che più di ogni altro all’interno dell’UE diversifica le proprie fonti), potrebbe non rappresentare una priorità”

L’Italia ha finalmente presentato alla Commissione Europea la versione definitiva del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec). Il documento, obbligatorio per tutti gli Stati membri, fissa gli obiettivi 2021-2030 sulle politiche energetiche e climatiche, e deve essere approvato dalla Commissione.
Nell’obiettivo decarbonizzazione, il Piano stabilisce la centralità del gas come fonte di transizione. E non era scontato visto la ritrosia verso l’estrazione di idrocarburi e fonti fossili da parte di molti esponenti 5 stelle, ma anche della stessa Legambiente vicina al Pd.

SI PUNTA SUL GAS

“Considerato che il gas – si legge nel Pniec – continuerà comunque a svolgere nel breve-medio periodo una funzione essenziale, in sinergia con le fonti rinnovabili, per gli usi industriali e domestici (oltre che per i trasporti) e soprattutto per la generazione elettrica, occorre continuare a prestare una particolare attenzione alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento”.
Le forniture di gas attualmente provengono prevalentemente da Paesi con elevati profili di rischio geopolitico; per controbilanciare tale situazione sfavorevole si è cercato di diversificare i fornitori non europei (Algeria, Libia, Qatar, Russia) già da diversi anni e si continua ancora attivamente in questa direzione (e.g., Azerbaijan, e Usa e Canada come Gnl)”.

OK AL TAP

Con questo obiettivo il Piano ribadisce l’importanza del gasdotto Tap (ancora in fase di cantiere in Salento), fissando per la prima volta in un documento ufficiale l’appoggio dei 5 stelle all’opera. “Tra i progetti riguardanti l’interconnessione della rete gas con l’estero -si legge nel Piano- si segnalano in particolare: la conclusione nel 2018 del progetto “Supporto al mercato nord ovest e flussi bidirezionali transfrontalieri” che consente di incrementare l’integrazione del mercato italiano con gli altri mercati europei, integrazione che rappresenta un fattore abilitante per favorire l’allineamento dei prezzi fra i diversi hub (Progetto PCI); lavori in avanzato stato di completamento del progetto ‘Interconnessione TAP – Trans Adriatic Pipeline’, funzionale al collegamento del nuovo punto di entrata alla rete nazionale dei gasdotti rendendo disponibile una capacità massima in ingresso pari a 46 Msm3/g il progetto di interconnessione con Malta attraverso un nuovo gasdotto con partenza da Gela (Progetto PCI); il progetto nel 2018 è stato sottoposto, con esito positivo, a consultazione pubblica in Italia e a Malta”.

LA DIVERSIFICAZIONE DELLE FONTI

“Per quanto riguarda l’obiettivo della diversificazione della capacità di importazione, si sta procedendo: a ottimizzare l’uso della capacità di importazione di GNL nei terminali esistenti, il mantenimento della capacità dei quali continuerà ad avere un ruolo strategico, anche per favorire la partecipazione dell’Italia al mercato mediterraneo e globale del GNL in concorrenza con i terminali del nord Europa; all’apertura del corridoio sud tramite TAP (Trans Adriatic Pipeline), infrastruttura che verrà messa in funzione in un orizzonte di breve termine (entro il 2020) consentendo l’importazione di circa 8,8 mld di m3 all’anno di gas azero in Italia e con un potenziale incremento di capacità per ulteriori 10 mld di m3 all’anno realizzabile senza nuovi interventi infrastrutturali sul suo tratto italiano per il quale è in corso il processo di offerta di capacità per la fase 2”.

POSEIDON AL MOMENTO NON È UNA PRIORITA’

Il Pniec presentato pone invece la parola fine, per il momento al Poseidon, il terminale italiano del gasdotto Eastmed.
“Il progetto – è scritto nel Pniec – pur potendo consentire dal 2025 una ulteriore diversificazione delle rotte attuali (l’Italia è il Paese che più di ogni altro all’interno dell’UE diversifica le proprie fonti), potrebbe non rappresentare una priorità visto che gli scenari di decarbonizzazione possono essere attuati tramite le infrastrutture esistenti e il summenzionato TAP”.

COS’È IL POSEIDON

Il Poseidon ricordiamo era un progetto già autorizzato e con accordi internazionali siglati, nonchè in parte già finanziato.
Doveva collegare all’Italia il gasdotto EastMed, che porterà il gas dell’Est Mediterraneo, in particolare dai giacimenti di Cipro ed Israele, alla Grecia, passando per la Turchia. Il gasdotto è lungo 1900 km e dovrebbe trasportare 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas.
Nel 2005 Italia e Grecia firmarono un accordo intergovernativo che sanciva l’interesse di entrambi i Paesi nel collegare le proprie reti di trasmissione del gas. Lo studio di fattibilità, svolto grazie al finanziamento dell’Unione europea è stato concluso alla fine del 2006. Il 27 luglio 2007 i ministri dello sviluppo economico italiano, Pier Luigi Bersani, e greco, hanno firmato con il ministro dell’energia turco, un accordo trilaterale per la costruzione di un sistema integrato di gasdotti capace di trasportare il gas dell’enclave del Caspio verso l’Italia. Conseguentemente, l’11 giugno del 2008 è stata costituita ad Atene la società IGI Poseidon SA, a metà tra l’Italiana Edison e la greca Depa. La sezione offshore costerà 500 milioni di euro circa, mentre quella su territorio greco circa 600 milioni di euro.

La lunghezza complessiva dell’interconnessione sarà di 800 km circa, di cui 590 km in territorio greco e 210 km offshore sul fondo del mar Ionio, fino al porto di Otranto.

Il gasdotto dovrebbe convogliare circa 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno sul mercato italiano.
Il progetto EastMed-Poseidon, gia finanziato con 100 milioni dell’Ue, aveva ricevuto l’approvazione definitiva da parte del governo Gentiloni: dopo la Valutazione di impatto ambientale del Ministrero dell’Ambiente, Carlo Calenda firmò nel 2017 una dichiarazione congiunta con gli omologhi ministri di Israele, Cipro e Grecia.
Entro fine marzo i governi coinvolti nel progetto avrebbero dovuto approvare definitivamente i lavori di costruzione del gasdotto, ma l’Italia ha chiesto di rimandare.

LE PAROLE DI CONTE

“In questo momento sicuramente non siamo disponibili a consentire un approdo a Otranto come preventivato originariamente”, disse Conte la scorsa primavera.
“La struttura è compatibile con un innesto nel Tap e potrebbe avere uno sviluppo, un collegamento in Italia. Sicuramente in questo momento il governo non ha alcuna sensibilità per realizzare il tratto finale di Poseidon come originariamente progettato”. Mentre Salvini in Israele si dichiarò favorevole.
Successivamente il Partito Democratico ha presentato una interrogazione proprio per chiedere a che punto fossero i lavori, ribadendo la posizione favorevole del Pd che considerava Poseidon un’opera indispensabile.
Qualche giorno fa, in occasione della firma dell’accordo intergovernativo tra Grecia, Israele e Cipro sul gasdotto EastMed, il ministro dello Sviluppo economico italiano, Stefano Patuanelli, ha inviato una lettera in cui esprimeva le sue “più sentite congratulazioni per il successo dell’iniziativa EastMed, che l’Italia continua a sostenere nel quadro dei progetti di interesse europei”.
La lettera aveva fatto pensare alla volontà del governo Conte2 di proseguire l’opera, ma dal Pniec si evince che l’interconnessione che doveva collegare l’Eastmed all’Italia viene bloccata, almeno per il momento, preferendo farla allacciare a Tap. Se almeno quello si riesce a finire.

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