Advertisement vai al contenuto principale
Petrolio

Chi è contrario (e chi no) alla creazione dell’Opec+

La proposta sarà discussa alla fine di questo mese a Vienna, e una decisione finale potrebbe arrivare entro aprile. Ma ci sono molti ostacoli alla creazione di un’alleanza formale. Ecco quali

Da tempo Opec e Russia stanno lavorando per stabilire un’alleanza formale che consentirebbe loro di gestire una grossa fetta del mercato petrolifero mondiale. Ma, a dispetto dei tentativi di abboccamento, non si è ancora arrivati a compiere il passo definitivo verso la costituzione di un Opec+ come spesso è stata definita questa alleanza dalla stampa.

PER IL WALL STREET JOURNAL SONO IN CORSO I NEGOZIATI PER CREARE UN OPEC+

OpecA ben guardare l’alleanza tra paesi Opec e non Opec ha funzionato bene negli ultimi tempi: ha presieduto, infatti, a due cicli di tagli alla produzione dall’inizio del 2017; accordi una tantum, visti come misure di emergenza temporanee per cancellare una sovrabbondanza di offerta che stava prosciugando le casse di tutti i produttori di petrolio. Ma perché allora non rendere ufficiale il partenariato? Il Wall Street Journal riferisce che i negoziati sono in corso. Non è la prima volta: l’anno scorso le parti, guidate da Arabia Saudita e Russia, hanno discusso infatti di una simile eventualità, ma alla fine hanno fatto marcia indietro.

LA LOGICA DIETRO LA REALIZZAZIONE DI UN OPEC+

L’idea di realizzare un’architettura formale raccolta sotto il cappello dell’Opec+ ha in effetti una sua logica: in questo formato si è in grado di controllare oltre il 40% dell’offerta mondiale di petrolio. Combinare i volumi di produzione per modificare qua e là i livelli per raggiungere la stabilità – o, piuttosto, per ottenere il livello di prezzo desiderato – costituirebbe un effetto molto più facile da raggiungere. Inoltre, l’idea di un’alleanza formale si basa sul rafforzamento dei legami strategici tra Russia e Arabia Saudita. I due governi si sono avvicinati molto negli ultimi anni. I sauditi vedono il lato positivo di avvicinarsi a un’altra potenza globale, i russi la possibilità di “staccare” dalle braccia americane un alleato storico e rafforzare le posizioni in Medio Oriente.

FORSE ENTRO APRILE UNA DECISIONE FINALE SULLA REALIZZAZIONE DELL’OPEC+

Di fatto la trasformazione è in atto: l’Opec sta cedendo sempre più il passo al nuovo formato cessando di essere un organismo in cui ciascuno dei suoi membri partecipa attivamente e influenza la politica petrolifera ufficiale dell’intero cartello. Malgrado ci sia sempre stata una certa dinamica di potere con l’Arabia Saudita, riconosciuta come il membro più influente, ora, con l’Iran azzoppato dalle sanzioni, e gli altri alle prese con problemi di instabilità e calo della produzione, è proprio Riad a emergere. Insieme a Mosca. Ha quindi perfettamente senso formalizzare un accordo che è già diventato di fatto l’architettura decisionale. Il WSJ riferisce che la proposta sarà discussa dall’OPEC+ alla fine di questo mese a Vienna, e potrebbe arrivare una decisione finale entro aprile.

LE RESISTENZE ALLA CREAZIONE DELL’OPEC+

Il problema che si frappone al felice esito della trattativa, è che permangono gli stessi intoppi che hanno innescato i negoziati dell’anno scorso. La Russia nutre delle riserve su una vera e propria riduzione della produzione petrolifera. Mosca, a differenza di Riad, ha diverse compagnie petrolifere che si oppongono ai tagli. Mentre il resto dell’Opec si oppone alla proposta perché ha timore di un’alleanza tra Arabia Saudita e Russia. Infatti, la proposta dell’anno scorso avrebbe concesso un potere relativamente maggiore ai produttori più grandi – Arabia Saudita e Russia appunto – ponendo fine al processo decisionale ormai consolidato attraverso il consenso.

GLI OSTACOLI FRAPPOSTI DA WASHINGTON

Un altro ostacolo all’ufficializzazione di Opec+ viene da Washington. Il Congresso degli Stati Uniti ha minacciato di spingere oltre la regolamentazione antitrust consentendo al Dipartimento di Giustizia di agire contro i paesi Opec che colludono per manipolare il mercato petrolifero. Si tratta della cosiddetta legislazione “NOPEC” più volte richiamata in passato come spauracchio ma sempre accantonata per evitare di danneggiare l’alleanza tra Usa e Arabia Saudita. Ora, invece, i tempi sono cambiati: l’imprevedibilità di Trump, l’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi e il picco dei prezzi del greggio, potrebbero portare e rivedere quelle decisioni. E con i democratici al Congresso, la proposta di legge pare aver trovato nuova linfa e una certa maggioranza trasversale favorevole al via libera.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su