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Co2

Cina, spinta sul mercato nazionale delle emissioni

La Cina dice di voler procedere rapidamente con il lancio di un sistema nazionale per lo scambio delle quote di emissione

Il ministero cinese dell’Ecologia e dell’Ambiente ha pubblicato un nuovo piano per dotare la Cina di un sistema nazionale per lo scambio delle quote di emissione (ETS). Non è ancora chiaro quando ci sarà il lancio effettivo, ma Pechino fa sapere di voler procedere rapidamente.

Nel paese ci sono dei meccanismi sulle emissioni in diverse città – Argus ne parla come di “progetti pilota” –, mentre manca invece un sistema complessivo, nazionale, che è stato più volte rimandato nel corso degli anni.

ZERO EMISSIONI NETTE AL 2060

Ad aver sbloccato la situazione deve essere stato il recente annuncio del presidente cinese Xi Jinping, che ha detto che la Cina raggiungerà la “neutralità carbonica”, azzerando cioè le proprie emissioni nette di CO2, entro il 2060.

L’obiettivo è molto ambizioso, anche perché la Cina è responsabile, da sola, del 28 per cento delle emissioni globali di anidride carbonica, oltre ad essere la più grande consumatrice di carbone al mondo.

COSA PREVEDE IL PIANO

Il piano del governo cinese fissa una soglia massima per le emissioni di CO2 equivalente di 26mila tonnellate l’anno; tutte le imprese responsabili di emissioni maggiori verranno incluse nell’ETS. Il tetto di 26mila tonnellate annue sarebbe pari al consumo di 10mila tonnellate equivalenti di carbone.

Il sistema, dunque, potrebbe aumentare i costi per le emissioni per strutture come centrali a carbone, acciaierie e raffinerie di petrolio.

Il nuovo piano prevede che le imprese possano utilizzare le riduzioni certificate delle emissioni (ovvero dei crediti) per “compensare”, scrive Argus, fino al 5 per cento delle emissioni per volume.

Nella prima fase dell’ETS le imprese otterranno delle quote di emissioni gratuite. Dopodiché, una volta che le avranno utilizzate, ne potranno comprare delle altre sul mercato oppure venderle ad altri soggetti, a seconda della necessità.

Le società che dichiareranno dati falsi sui volumi delle emissioni prodotte saranno punite con delle multe o con sanzioni di altro tipo. L’ammontare delle multe tuttavia sarebbe “relativamente basso”, secondo Argus: dai 10mila ai 30mila yuan, circa 1270-3830 euro.

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