Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani va giù duro nel suo intervento tenuto alla Scuola di Formazione di Italia Viva a Ponte di Legno.
Apre al nuovo nucleare e attacca gli ambientalisti “radical chic e oltranzisti ideologici” “peggio della catastrofe climatica verso la quale andiamo sparati”. Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani va giù duro nel suo intervento tenuto alla Scuola di Formazione di Italia Viva a Ponte di Legno.
Per Luigi Marattin di Italia Viva le parole del ministro sono da “standing ovation” come scrive su Twitter.
“Il mondo è pieno di ambientalisti radical chic e di ambientalisti oltranzisti, ideologici: loro sono peggio della catastrofe climatica verso la quale andiamo sparati” (Roberto Cingolani, ministro per la transizione ecologica, ieri alla scuola di @ItaliaViva . Standing ovation.
— Luigi Marattin (@marattin) September 2, 2021
Per Stefano Fassina di Leu intervistato da Affaritaliani.it, invece, “il ministro Cingolani ha perso una buona occasione per tacere” su un tema “sensibile rilevante” utilizzando “battute alla moda come un Salvini qualunque”. Il futuro “è nel risparmio energetico e nelle energie rinnovabili”, ha precisato
Su Repubblica si legge la replica del co-portavoce nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli: “Mai un ministro della Repubblica si è espresso con tanta sconsideratezza e assenza di rispetto per una comunità di persone nel nostro paese. Cingolani insulta il mondo ecologica e ha aperto una campagna di paura contro la transizione ecologica per fermare la modernizzazione e difendere gli interessi delle lobby del petrolio”.
Per Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia “se #Cingolani attaccando gli ‘ambientalisti radical chic’ si riferisce a quelli che bloccano le rinnovabili con ogni pretesto, ha ragione – scrive su Twitter -. Se invece pensa che per la transizione energetica bisogna aspettare il #nucleare da fusione o gli SMR allora blatera a vanvera”.
Se #Cingolani @MiTE_IT attaccando gli "ambientalisti radical chic" si riferisce a quelli che bloccano le #rinnovabili con ogni pretesto, ha ragione.
Se invece pensa che per la transizione energetica bisogna aspettare il #nucleare da fusione o gli SMR allora blatera a vanvera
— Giuseppe Onufrio (@gonufrio) September 1, 2021
Il Giornale.it racconta invece della reazione del Fatto Quotidiano: “Il quotidiano diretto da Travaglio questo mattina ha esordito spiegando come ‘nessuno’ ritenga che il capo di Dicastero sia un ‘intellettuale’ premettendo ‘renziani a parte’. Sì perché il ministro, con una sana dose di realismo ha scelto ‘Meritare l’lEuropa’ per una carrellata di accuse nei confronti di chi ha fatto dell’ambiente una questione tutta ideologica, bloccando di fatto lo sviluppo del Belpaese. Atmosfera renziana e velata critica ai pentastellati: la contraerea di Travaglio scatta in automatico. Non c’è di che stupirsi”.
Il Fatto Quotidiano attacca il ministro Cingolani dopo le dichiarazioni di quest'ultimo alla scuola renziana. Puntuale la contraerea dei "radical chic" https://t.co/JVndFhdjOW
— ilGiornale (@ilgiornale) September 2, 2021
Nell’articolo di questa mattina Il Fatto Quotidiano aveva scritto che “ora a parte che ognuno si sceglie i nemici che crede (gli ambientalisti radical chic?), evidentemente la transizione energetica deve essere sostenibile economicamente e socialmente ma questo presuppone – come ha recentemente scritto Tariq Fancy capo degli investimenti sostenibili di BlackRock fino al 2020 – un ruolo attivo dello Stato nella regolazione e diretto nell’economia – si legge sul quotidiano -. E che piani di ripresa ha scritto invece il buon Cingolani, al cui ministero pertiene circa il 40% dei fondi del Recovery? A leggerlo una non libera rielaborazione di progetti già presentati da grandi imprese, le uniche considerate in grado di spendere in tempo utile i soldi in arrivo dall’Ue”.
Ma ci sono anche voci a favore nei confronti del ministro Cingolani come quella di Alessandro De Nicola presidente della Adam Smith Society che parla di “approccio giusto: semmai invece che energia nucleare chiamiamola Pippo e magari si cominciano a guardare i dati”, scrive su Twitter.
Ambiente, il ministro Cingolani apre al nucleare: "Da folli non considerarlo". Ma Bonelli: "Lo sconsiderato è lui" https://t.co/QPX8M4B0xI via @repubblica. L’approccio è quello giusto: semmai invece che energia nucleare chiamiamola Pippo e magari si cominciano a guardare i dati.
— Alessandro De Nicola (@aledenicola) September 2, 2021
O di Davide Giacalone, ex politico scrittore e giornalista: “Periodicamente qualcuno (ora ministro Cingolani) riscopre che nucleare è energia pulita. Complimenti, lo sosteniamo da decenni. Solo non ci accorgemmo di loro e combattemmo soli e perdenti contro demagogia politica e qualunquismo pauperista”.
Periodicamente qualcuno (ora ministro Cingolani) riscopre che nucleare è energia pulita. Complimenti, lo sosteniamo da decenni. Solo non ci accorgemmo di loro e combattemmo soli e perdenti contro demagogia politica e qualunquismo pauperista.
— Davide Giacalone (@DavideGiac) September 2, 2021
Per Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, al contrario, “Cingolani deve dimettersi”, scrive in una nota. “Solo Beppe Grillo poteva entusiasmarsi per la finzione ecologica di Draghi. Fin dalla nomina di Cingolani a ministro della transizione ecologica è stato chiaro che si trattava di una truffa. Dopo le dichiarazioni di ieri è ormai chiarissimo che questo non è un governo ambientalista, come millantava Draghi”. Per la deputata di FacciamoEco Rossella Muroni il problema sono solo le fonti fossili: “Sono sempre stata per un ambientalismo capace di coniugare il rigore scientifico con l’elaborazione di proposte concrete e soluzioni attuabili e desiderabili ai problemi di cittadini e ambiente – sottolinea in una nota -. Ma è offensivo e inutilmente polemico dire, come fatto dal ministro della Transizione ecologica Cingolani a Ponte di Legno, che gli ambientalisti radical chic ideologici e oltranzisti sono peggio della catastrofe climatica o che sono parte del problema. Il problema casomai sono le fonti e il modello fossili e chi si ostina ad aggravare ulteriormente la crisi climatica rallentando la conversione ecologica”.