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Cingolani

Cingolani: il 40% del gas dalla Russia? Era un suicidio

Il ministro: La guerra ci ha sbattuto in faccia il problema dell’energia, 20 anni di errori di questo paese

“Dopo un anno sono profondamente soddisfatto di quello che abbiamo fatto perché le emergenze che non ci potevamo aspettare hanno evidenziato che abbiamo messo i soldi” del Pnrr “proprio nei settori in cui si sono verificati problemi”. Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervenendo ad Aosta all’iniziativa ‘Dialoghi sul Piano nazionale di ripresa e resilienza’, promossa in tutta Italia dalla presidenza del Consiglio dei ministri per comunicare con cittadini, imprese e amministrazioni locali sui contenuti e le opportunità del Pnrr.

20 ANNI DI ERRORI NELL’ENERGIA

“La guerra ci ha sbattuto in faccia il problema dell’energia, 20 anni di errori di questo paese”, ha detto il ministro. “Abbiamo smesso di produrre il nostro gas ma poi lo abbiamo comprato dai russi e ci siamo bastonati da soli anche economicamente” con “ideologismi di tutti i tipi”. “Oggi le richieste di allacciamento per nuove rinnovabili sono per 9 mld di watt e questo è importante perché scoppiata la guerra ci siamo resi conto che dipendevamo per il 40% dalla Russia” “un po’ un suicidio” e “quando la macchina del governo si è reso conto di questo li abbiamo sostituito in 8 settimane con 6 fornitori diversi e riducendo da 30 a 25 i miliardi di mc. Li abbiamo ridotti del 18% perché quei 5 mld di mc che abbiamo rinunciato a prendere li sostituiremo con le rinnovabili che stiamo facendo grazie al Pnrr”, ha spiegato Cingolani.

LA CRISI IDRICA

“Poi è scoppiata la crisi idrica e 4,38 mld sono stati messi nel Pnrr per mettere in sicurezza il paese e sono stati pensate nel febbrai 2021 quando questi problemi non c’erano, abbiamo dovuto pensare al futuro oltre la legislatura” “queste cose non hanno coloro, la grande lezione del Pnrr è che vale 2,5 punti di Pil, l’ho detto a Draghi ieri nella riunione del Comitato per il Pnrr” “facciamo uno sforzo di indirizzare su programmi di lungo termine da condividere paradossalmente anche con l’opposizione”, ha detto il ministro.

“Abbiamo pochi invasi non li curiamo di conseguenza tendiamo a sfruttare più le acque di superficie e abbiamo 24 mila km di acquedotti che perdono in media il 42% di acqua” in “Israele credo che la perdita sia il 3%” “abbiamo un colabrodo” c’è il riscaldamento globale che tende a sciogliere le riserve fondamentali e abbiamo decine di enti gestori dell’acqua e ora che c’è la crisi e dobbiamo vedere i numeri è un disastro. Così come il problema dell’irrigazione che andrebbe tecnologizzato. Tutti elementi che abbiamo discusso un anno fa prima delle emergenze”, ha concluso Cingolani.

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