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Cingolani

Cingolani: Maggiori difficoltà? Risolvere i nodi burocratici e amministrativi

Il ministro Cingolani ha parlato nel corso dell’evento Le nuove reti per l’industria italiana e per i consumatori” organizzato a Roma da Fratelli d’Italia.

“Per il momento le difficoltà di più difficile risoluzione sono quelle burocratiche e amministrative”. Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani all’evento “Le nuove reti per l’industria italiana e per i consumatori” organizzato a Roma da Fratelli d’Italia. “Se prevale la lentezze e l’idea che il tempo non abbia valore è chiaro che queste cose (le misure sulla decarbonizzazione, ndr) non le faremo”, ha aggiunto il ministro evidenziando che “i cambiamenti climatici e l’innalzamento dei mari non aspettano la burocrazia”.

I TRE OBIETTIVI FONDAMENTALI

“Ci sono 3 obiettivi fondamentali – ha proseguito Cingolani -: il primo è ravvicinato, presentare entro la fine di questo mese il Piano del Recvoery Fund e cercare di fare un buon progetto e fare in modo che questo progetto venga letto e compreso e che quindi ci porti ad avere successo come paese, direi che è l’obiettivo numero uno quello primario. C’è un secondo obiettivo che è quello a distanza ravvicinata, dopo circa un mese, di presentare la prima organizzazione, la prima struttura del ministero della Transizione ecologica che dovrà ovviamente avere una organizzazione pensata per il futuro dovrà essere molto internazionale con delle forti capacità tecniche-manageriali e in grado di giocare un ruolo importante perché sulla transizione ecologica si giocherà una grossa parte del futuro del nostro paese e quindi dovremo avere una bella struttura per essere efficiente soprattutto a livello internazionale – ha aggiunto Cingolani -. Ricordiamoci che questa è una partita per l’Italia ma anche a livello globale e quindi dovrà essere impostato a un livello di internazionalità oltre che tecnico e ovviamente giuridico amministrativo. Terzo e l’ultimo obiettivo mi piacerebbe lasciare in eredità a chi verrà dopo di me, che sarà un ministro diciamo a tutti gli effetti non un tecnico prestato, una serie di regole che consentano di mettere a terra l’enorme patrimonio di idee che noi stiamo presentando e stiamo costruendo nel Recovery Fund – ha evidenziato il ministro -. Qui sono un po’ severo forse ma non abbiamo dimostrato una grande velocità e una grande capacità di mettere a terra le nostre idee perché abbiamo una burocrazia un po’ pesante, abbiamo delle regole per dare i permessi complesse che vanno semplificate soprattutto ci vuole un programma di accelerazione. La terza consegna potrebbe essere dunque un pacchetto di regole acceleratrici che consentono di realizzare il più possibile nei tempi dovuti visto che per più costretti, le promesse del Recovery plan”.

“In generale credo che siano tre gli elementi essenziali che devono essere fortemente sinergici in un paese civile avanzato: la classe dirigente, la cultura di un paese che nasce prevalentemente dell’università, il mondo produttivo il lavoro, il benessere, il pil che vengono creati dalle aziende. Il governo dovrebbe miscelare queste cose e farle proteggere, farle crescere per avere un paese competitivo a livello internazionale”, ha spiegato Cingolani.

INTERLOCUTORI DISPONIBILI

“Quest’ultima esperienza (il ruolo di ministro, ndr) è complessa perché breve, abbastanza subitanea e bisogna profondere il massimo dello sforzo. Diciamo che aiuta molto il fatto che tutti gli interlocutori sia del mondo industriale che del mondo della scienza della ricerca della cultura siano allineati verso il raggiungimento di questi obiettivi. Credo che in questo momento – ha precisato – prevalga forse per la prima volta negli ultimi decenni la coscienza che non avremo una seconda possibilità: questo sia dal punto di vista della protezione dell’ecosistema in cui viviamo, sia dal punto di vista della produzione dell’economia sia dal punto di vista internazionale è un po’ una fermata unica. Fallire quest’opportunità potrebbe essere molto grave e trovo che questo sia riflesso nello sforzo di tutti di essere estremamente allineati, sinergici ovviamente con le differenze naturali che ci possono esser fra le parti. Il mio sforzo, il mio impegno è quello di riuscire ad ascoltare tutti e mettere insieme un qualcosa che sia sostenibile per il futuro”.

IL PROBLEMA PIU’ GRANDE

“Sicuramente in questo momento di natura burocratica amministrativa: non c’è dubbio. È una è uno dei problemi più imprendibili e di difficile risoluzione. Ho delle statistiche che dimostrano una efficienza scarsa nel realizzare le cose programmate e questo è un punto di debolezza che dobbiamo superare. Noi promettiamo di portare le energie rinnovabili al 72% con un incremento enorme rispetto a pochi anni fa, promettiamo di decarbonizzare al 2050 e di ridurre l’anidride carbonica del 55% rispetto al 1990 entro il 2030 ma per raggiungere questi obiettivi dobbiamo fare delle cose adesso e se prevale la lentezza e l’idea che il tempo non abbia valore è chiaro che queste cose non le faremo nei tempi dovuti. Questa volta però non si tratterà solo di un ritardo amministrativo del quale ci rammenteremo come successo in passato, questa volta potrebbe contribuire a delle catastrofi globali perché a questo c’è consapevolezza a livello globale che questi sono dati obbligatori sono obiettivi obbligatori per tutti i paesi avanzati l’innalzamento dei mari non aspetta la burocrazia Dobbiamo gestire questi 10 anni forse 15 davanti verso la transizione ciò implica un’evoluzione e dobbiamo dare dei messaggi chiari non edulcorati ai giovani perché poi loro prenderanno questa testimone”, ha concluso Cingolani.

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