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Cingolani

Cingolani: presto aste temporizzate per rinnovabili. Riorganizzazione Mite affidata a consulenti Ernst&Young

I dipartimenti passano da due a tre e le direzioni generali da otto a dieci

“Se tutti gli altri Paesi continuassero a inquinare ci metterebbero un attimo a immettere nell’atmosfera più gas serra di quanti ne eviterà l’Europa. Ma non sarà cosi. C’è una sfida internazionale condivisa, che chiama tutti ad una nuova responsabilità”. Parola del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani in un’intervista a Economy.

SUPPORTARE I PAESI IN VIA DI SVILUPPO

Secondo il ministro “i Paesi in via di sviluppo vanno supportati in questo sforzo, devono cambiare a loro volta modello di crescita, il che comporta però nuove esigenze finanziarie, la Cina e l’India devono essere profondamente coinvolte nel processo. Ci vogliono accordi internazionali chiari. Se ľacciaio europeo costa 7 euro al chilo perché viene prodotto col metano o con le rinnovabili e quello cinese, prodotto col carbone, costa meno, i grandi utilizzatori devono comprare l’acciaio verde, non quello inquinante. Ma questo comportamento non è per niente automatico. Ci vogliono convenzioni nazionali e internazionali, c’è un delicato equilibrio da costruire, tra diplomazia e idee chiare, nuovi accordi di interscambio e un intero corpus di regole di cui parlerò sia al prossimo G20 che al prossimo Cop 26”, ha sottolineato il ministro.

PARTIRANNO NUOVE ASTE TEMPORIZZATE PER LE RINNOVABILI

Sulle ultime gare per le rinnovabili andate deserte, Cingolani ha parlato di “un problema burocratico scandaloso, pesantissimo. Molti, troppi investitori non ci prendono più sul serio perché i tempi per ottenere i permessi sono troppo lunghi e non si può essere sicuri dell’esito di un investimento. Ma niente è perduto e lo si vedrà con le nuove aste. Partirà un’agenda di aste temporizzate, le aziende partecipanti sapranno precisamente quando ogni asta verrà bandita, quando si svolgerà, e con il dispiegarsi del decreto semplificazione ne avremo la prova del nove. La partecipazione degli investitori potrà crescere in modo sostanziale”.

GRANDE STIMA PER ENI ED ENEL

Il ministro ha poi detto di avere “grande stima” di Eni ed Enel che “non solo sono colossi, ma sono gestiti da team dalla professionalità grandissima, che hanno capito da molto come sia cambiato lo scenario energetico mondiale” mentre sugli ambientalisti si è detto “fiducioso” in “compromessi intelligenti e utili a tutti”.

RIORGANIZZAZIONE MITE AFFIDATA A ERNEST & YOUNG

Intanto sul quotidiano ‘Domani‘, si ricorda che “a quasi cinque mesi dalla nascita del governo, Cingolani deve incassare le critiche grilline dicendo di essere un tecnico che non ha un partito alle spalle, mentre la riorganizzazione del ministero, con il trasferimento delle competenze in materia di energia ereditate dal dicastero dello Sviluppo economico,è affidata ai consulenti di Ernst&Young (EY). In un documento interno che revisiona il decreto della presidenza del consiglio dei ministri del 2019 allo scopo di rimettere ordine tra dipartimenti e direzioni generali e rispettivi compiti e competenze, appaiono i noni dell’attuale numero uno del dipartimento per l’Energia Laura Romano e dei consulenti di EY come Chiara Santoro e Alessandro Costa che stanno rimettendo mano alla norme che regolano il funzionamento del dicastero per mettere su carta il frutto delle riunioni con i diversi capi di dipartimento”.

LA RIORGANIZZAZIONE

“Il lavoro da fare è consistente con la trasformazione del ministero della Transizione ecologica nell’autorità nazionale competente sulle questioni energetiche, i dipartimenti passano da due a tre e le direzioni generali da otto a dieci – si legge sul quotidiano -. Il primo dipartimento dell’amministrazione generale si occuperà delle risorse umane e degli acquisti, dell’attività europea e internazionale e avrà una inedita direzione innovazione tecnologica e comunicazione, e includerà anche una direzione Mare e natura in cui sono accorpate competenze che prima erano sotto il controllo di due direzioni separate. La riorganizzazione sembra puntare a mettere a sistema molto di più le direttive del ministero con il contesto europeo, ma anche a dare un ruolo centrale al dipartimento energia, il quale dovrà occuparsi anche di tutte le questioni infrastrutturali e di sicurezza e delle concessioni per le risorse minerarie oltre che di valutarne l’impatto ambientale. Inoltre la bozza prevede un maggiore controllo sull’attività delle diverse direzioni e del la loro coerenza con le linee di indirizzo politico”.

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