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Carbone

Clima, Arrigoni: Non stressare imprese, servono incentivi auto e stop moratoria Oil&gas

Arrigoni: L’economia circolare non è un’opzione, ma una strada obbligata, un’opportunità per il Paese

“Quando si rivendica di essere un Paese al top nelle energie rinnovabili e si vorrebbe continuare l’espansione, concedendo ulteriori incentivi, qualcuno si domanda a quale prezzo? Ve lo dico io: con quasi 15 miliardi di euro di oneri generali di sistema, che ogni anno pesano per il 25 per cento sulle bollette di famiglie e imprese. Servono dunque meno demagogia e una riflessione seria. Le nostre piccole e medie imprese pagano elettricità e gas il 15 per cento in più rispetto alla media europea e questo rappresenta un grosso problema”. È quanto ha detto il senatore della Lega Paolo Arrigoni intervenendo in aula durante le dichiarazioni di voto riguardanti le mozioni sull’emergenza climatica.

PENSIAMOCI BENE PRIMA DI STRESSARE ANCORA LE NOSTRE IMPRESE

“Per attuare la transizione energetica sono, dunque, fondamentali alcune premesse – ha spiegato Arrigoni -: quando parliamo di Europa, dobbiamo sapere che oggi contribuisce solo per il 10 per cento alle emissioni di CO2 rispetto al globale. La maggior parte dei Paesi extra-Ue (Cina, India, Russia e altri) non ha in previsione riduzioni di CO2 con obiettivi vincolanti. Dunque, visto che la competitività è globale, pensiamoci bene prima di stressare ancora le nostre imprese con ulteriori obiettivi, visto che hanno già un forte gap di costi non solo rispetto a Paesi Ue, ma soprattutto nei confronti di Paesi terzi”.

CI SONO SETTORI CHE NON POSSONO FARE A MENO DEL GAS

Arrigoni ha ricordato che la dipendenza energetica dell’Italia è del 78 per cento contro la media europea del 54 per cento. “Tale percentuale sale al 93 per cento per la fornitura di gas. Questa è una forte criticità geopolitica per l’Italia. Il nostro Paese, in coerenza all’europeo clean energy package, a inizio anno ha adottato il piano nazionale integrato per l’energia e il clima con obiettivi al 2030 sfidanti in termini di maggiore produzione di energia da fonti rinnovabili, di phase-out dal carbone, di maggiore efficienza e minori emissioni di gas serra – ha spiegato il senatore del Carroccio -. Il PNIEC è un importante fattore di sviluppo, visto che sono valutati impatti economici per 300 miliardi tra investimenti e valore aggiunto e impatti sociali con circa 140.000 nuovi addetti. Purtroppo, per come si sta procedendo, difficilmente quegli obiettivi verranno raggiunti. Nel PNIEC si afferma un’altra cosa importante che molti non vogliono vedere e, cioè, che nei prossimi trent’anni la transizione energetica dovrà essere accompagnata dal gas, che dunque sarà ancora fondamentale e strategico per sostituire le fonti fossili più inquinanti, anche perché ci sono settori che non possono fare a meno del gas come quello industriale, della ceramica, della carta, del vetro, dei laterizi e altri ancora”.

L’ECONOMIA CIRCOLARE NON È UN’OPZIONE, MA UNA STRADA OBBLIGATA

Altro tassello importante del green new deal è l’economia circolare, “che non è un’opzione, ma una strada obbligata, un’opportunità per il Paese, non solo per risparmiare materie prime e tutelare l’ambiente, ma anche per sostenere le nostre imprese, pronti a investire. Ma di economia circolare spesso si parla a sproposito – ha spiegato Arrigoni -. Non basta la raccolta differenziata, servono gli impianti. L’economia circolare non si fa senza gli impianti. Mentre in Lombardia c’è sovra capacità di termovalorizzazione, nel Centro e nel Sud mancano impianti di compostaggio e termovalorizzatori. Pensate che un recente studio conclude non solo che nel nostro Paese servono nuovi termovalorizzatori, per quasi 2 milioni di tonnellate, ma anche che nel 2035, se non si interverrà con poderosi ammodernamenti, il Paese perderà almeno la metà della capacità attuale di 6 milioni di tonnellate. Quindi, basta sindrome NIMBY. Basta dire no agli impianti che chiudono il ciclo dei rifiuti. Basta irresponsabilità di certe politiche territoriali. Si vuole tutelare il clima, ma poi, ipocritamente, si ignorano 200.000 TIR carichi di rifiuti che ogni anno partono verso il Nord del Paese e all’estero”.

OCCORRE GARANTIRE LA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA

“Quando si affrontano i temi relativi allo sviluppo sostenibile non bisogna mai dimenticare che, accanto a quella ambientale, occorre anche garantire la sostenibilità economica e quella delle nostre produzioni, nonché la sostenibilità sociale. Non farlo è negligenza e irresponsabilità, soprattutto in un momento come questo, in cui la competizione è ancora più aspra e davvero si decide della sopravvivenza del nostro tessuto economico. Le crisi che stiamo attraversando (sanitaria, economica, sociale, ambientale, climatica ed energetica) hanno minato nel profondo le certezze su cui ha sin qui operato il nostro sistema Italia”, ha osservato Arrigoni che poi ha attacco il Governo sul decreto Rilancio: “Un lungo elenco di favori, privo di ogni visione strategica. Un provvedimento addirittura utile all’elargizione di una bicicletta per tutti o di un monopattino elettrico, ovviamente cinese, anziché attuare qui quanto previsto dal decreto clima, che almeno prevedeva la rottamazione delle automobili”.

SERVONO INCENTIVI AD AUTO EURO 6 SOSPENSIONE MORATORIA RICERCHE OIL&GAS

“Serve avviare davvero e senza ideologismi la scelta convinta sulle energie rinnovabili, rimuovendo però gli ostacoli, spesso di comodo, a partire dall’eolico, dal geotermico e anche dall’idroelettrico. Guardate, se vogliamo centrare gli obiettivi entro il 2030, occorre pedalare e smettere con la demagogia, subito e senza perdere tempo. Per dare certezza agli investimenti, occorre velocizzare le autorizzazioni agli impianti, in particolare quelli esistenti, da fonti rinnovabili, in cui si vogliono fare operazioni di ammodernamento e potenziamento”, ha evidenziato Arrigoni che ha chiesto anche di rivistare il tema della mobilità con incentivi anche a motorizzazioni Euro 6 “a bassissime emissioni” e “sospendere la moratoria di ricerca Oil&gas” evitando di “affossare il comparto”.

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