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Europa

Clima, perché gli incendi e i lockdown hanno effetti opposti sulle temperature

I ricercatori hanno scoperto che i blocchi legati alla pandemia si tradurranno in un riscaldamento globale medio del clima di circa 0,05°C entro la fine del 2022, mentre gli incendi hanno raffreddato il pianeta in pochi mesi di circa 0,06°C.

Le attività umane hanno un forte impatto sul clima. L’ennesima conferma arriva da un nuovo studio pubblicato su Geophysical Research Letters in cui alcuni scienziati hanno utilizzato più di 50 diverse simulazioni realizzate da uno dei modelli climatici più affidabili disponibili, noto come Community Earth System Model version 2, per simulare la risposta climatica di alcune interazioni umane. Il test ha preso in esame i lockdown della pandemia di Covid-19 e un incendio australiano verificatesi entrambi all’incirca nello stesso periodo. E hanno scoperto qualcosa di inatteso, vale a dire che i blocchi legati alla pandemia hanno esercitato un leggero effetto di riscaldamento netto sul pianeta, mentre gli incendi australiani hanno avuto un impatto climatico molto più grande e più veloce, raffreddando il pianeta.

LO STUDIO

Lo studio mostra, dunque, come due forze in gran parte create dall’uomo – la risposta a una pandemia e gli incendi legati al cambiamento climatico – possono influenzare il pianeta, con implicazioni per la comprensione dei futuri cambiamenti climatici. In particolare, quando le principali economie in tutto il mondo hanno iniziato a raggiungere un arresto economico quasi totale nel gennaio del 2020, le emissioni di molteplici inquinanti si sono ridotte, compreso il particolato che può riflettere la radiazione solare in arrivo. Lo stesso vale per i gas serra che riscaldano il pianeta.

Nel periodo si sono registrate, inoltre, schiarimenti dei cieli su parti della Cina ed effetti simili hanno seguito le chiusure legate al Covid anche in Italia e in altri paesi in Europa, nonché negli Stati Uniti Con la riduzione dell’attività economica, le emissioni di gas serra sono diminuite del 7% nel 2020, ma solo temporaneamente, scrive Axios.

Nel modellare le previsioni, gli studiosi hanno effettuati più simulazioni con e senza blocchi riguardanti il Covid: per fare ciò gli scienziati hanno utilizzato un supercomputer finanziato dal governo federale nel sud del Wyoming per analizzare un altro evento importante che ha innescato una risposta climatica in un lasso di tempo simile, cioè gli incendi boschivi australiani della fine del 2019 e dell’inizio del 2020.

LA SCOPERTA SUL CLIMA

I ricercatori hanno scoperto che i cambiamenti nell’attività legati al Covid-19, sebbene stridenti per le persone, hanno esercitato solo una piccola influenza sul clima fino al 2022 che può a malapena essere distinta dalla variabilità climatica naturale. E contrariamente alle prime ipotesi, i blocchi hanno avuto un effetto di riscaldamento sul pianeta.

Al contrario, gli incendi australiani, che hanno inviato grandi quantità di particolato in alto nella stratosfera, hanno esercitato un effetto di “raffreddamento climatico forte e improvviso” così significativo da spingere la zona di convergenza intertropicale, dove l’aria converge appena fuori dall’equatore per formare torreggianti temporali, a nord della sua posizione tipica. Gli incendi potrebbero anche aver influenzato il comportamento degli eventi di El Niño e La Niña nell’Oceano Pacifico tropicale, ha detto ad Axios l’autore principale John Fasullo del National Center for Atmospheric Research.

Gli incendi,hanno evidenziato gli studiosi, sono stati accompagnati da nuvole pirocumulonembi che hanno aiutato il fumo a raggiungere i 55.000 piedi, abbastanza in alto nell’atmosfera da rimanere lì per mesi.

Le particelle contenute nel fumo, che includono aerosol di solfato, hanno contribuito a modificare le nuvole in modi che hanno migliorato la loro capacità di riflettere la radiazione solare in arrivo. Gli incendi, in altre parole, hanno agito in modo molto simile a un’eruzione vulcanica, che ha un ruolo ben noto nel raffreddare il pianeta per periodi da uno a tre anni.

I NUMERI

I ricercatori hanno scoperto che i blocchi legati alla pandemia si tradurranno in un riscaldamento globale medio di circa 0,05°C entro la fine del 2022, mentre gli incendi hanno raffreddato il pianeta in pochi mesi di circa 0,06°C.

Al loro apice, i blocchi legati alla pandemia hanno aumentato l’energia solare nella parte superiore dell’atmosfera di circa 0,23 watt per metro quadrato, utilizzando una metrica dell’equilibrio tra il calore in entrata e in uscita dall’atmosfera terrestre.

Al contrario, gli incendi australiani hanno temporaneamente raffreddato il globo di quasi un watt per metro quadrato.

“Gli incendi hanno un’influenza sul sistema climatico che abbiamo sottovalutato”, ha affermato Fasullo, osservando che tali feedback non sono inclusi nella maggior parte dei modelli utilizzati per prevedere il cambiamento climatico.

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