Advertisement Skip to content
Mare Emissioni

Clima, Usa: in soli trent’anni il livello dei mari salirà come in tutto il ‘900

I risultati e le analisi dallo studio del governo federale americano sui mari statunitensi. 

I prossimi trent’anni delle acque statunitensi non saranno affatto piacevoli. Un report federale del governo di Washington ha fatto emergere un confronto piuttosto duro tra il secolo scorso e gli anni che vanno da qui al 2050.

NEL DETTAGLIO

Come scrive il Guardian, l’aumento del livello delle acque è previsto fino a 1 piede. La cifra può dire tutto e niente ma va paragonata alle statistiche del XX° secolo.  Infatti, i casi di inondazioni “moderate” con l’alta marea, in grado di danneggiare case e aziende, sono già aumentati del 50% negli Stati Uniti dal 1990. Da qui in avanti, saliranno drammaticamente i già numerosi episodi di inondazioni disastrose, andando a coinvolgere porzioni via via più estese di popolazione.

In termini proporzionali, avverte lo studio di NASA, Noaa e altre agenzie, significa che il tipo di inondazioni che un’area potrebbe aspettarsi una volta ogni due o cinque anni è destinata a colpire più volte in un solo anno in alcuni luoghi, anche in assenza di tempeste o forti piogge.

LE DICHIARAZIONI

“I livelli del mare continuano ad aumentare a un ritmo allarmante, mettendo in pericolo le comunità di tutto il mondo”, ha detto Bill Nelson, amministratore della Nasa. “La scienza è indiscutibile ed è necessaria un’azione urgente per mitigare una crisi climatica che è ben avviata”.

Secondo Rick Spinrad di Noaa, questo rapporto deve fornire “un campanello d’allarme” che aiuti a rendersi conto della crisi climatica.

I NUMERI DRAMMATICI

L’acqua dei mari contigui è già aumentata di circa un piede dal 1920, più velocemente rispetto ai 15-20 cm registrati mediamente a livello mondiale, dice il Guardian sulle proporzioni di questa preoccupante situazione.

Il raddoppio negli Usa, a partire da queste proporzioni è dunque molto probabile. Ad esempio, sostiene il report, la costa occidentale degli Stati Uniti dovrebbe ottenere 4-8 pollici di livello del mare in più entro il 2050, la costa orientale otterrà fino a 14 pollici di mari rialzati e le comunità che circondano il Golfo del Messico saranno colpite da un grave aumento fino a 18 pollici.

LE POSSIBILI CAUSE

Combustibili fossili, anzitutto. Il loro rilascio di gas serra contribuisce al riscaldamento atmosferico e oceanico. Per non parlare dei ghiacciai che si sciolgono: oltre sei tonnellate in meno dal 1990.

L’ULTIMO G20

Eppure, a livello mondiale, l’ultimo G20 ha messo a punto gli impegni dei leader internazionali. Per esempio, recitava la dichiarazione finale, “riconosciamo gli sforzi fatti da un certo numero di paesi per aderire all’impegno dei leader per la natura e per assicurare che almeno il 30% della terra globale e almeno il 30% degli oceani e dei mari globali siano conservati o protetti entro il 2030, e contribuiremo a fare progressi verso questo obiettivo in accordo con le circostanze nazionali. Incoraggiamo e sosteniamo altri a assumere impegni altrettanto ambiziosi”.

L’AMMINISTRAZIONE BIDEN

“Questi nuovi dati sull’innalzamento del mare sono l’ultima riconferma che la nostra crisi climatica sta lampeggiando ‘codice rosso'”, ha detto Gina McCarthy come principale consigliere climatico di Biden.

L’amministrazione entrata in carica un anno fa ha già espresso il suo impegno a lottare contro le emissioni. C’è l’ostacolo del Congresso, tra gli ostacoli di una maggioranza molto striminzita e l’immagine verde intaccata dal rilascio di permessi di trivellazione.

“Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per ridurre i gas serra che causano il cambiamento climatico”. Non solo, occorre “aiutare le nostre comunità costiere a diventare più resilienti di fronte all’innalzamento dei mari” ha aggiunto McCarthy.

Non saranno anni facili per le lotte sul clima. In America e non solo.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su