I numeri 2017 del gruppo Eni guidato dall’amministratore delegato Claudio Descalzi con le previsioni per l’anno in corso sui settori di attività del gruppo
I principali driver del 2018 per Eni prevedono nel settore Exploration & Production una crescita attesa al 3% nel settore idrocarburi per effetto del ramp-up degli avvii 2017, in particolare in Egitto, Angola e Indonesia, e degli avvii di fasi satelliti di grandi giacimenti in produzione (Libia, Angola e Ghana). Lo anticipa il Cane a sei zampe in occasione della presentazione dei conti del 2017. Nell’ambito Gas & Power è atteso un consolidamento della redditività: ciò tramite un utile operativo adjusted a 0,3 miliardi di euro, grazie a nuove azioni sui contratti long-term, a una riduzione dei costi di logistica e sinergie da integrazione con upstream nel business Gnl. Nell’ambito Refining & Marketing e Chimica è previsto, infine, un margine di raffinazione di breakeven a circa 3 dollari al barile a fine 2018 grazie a nuove ottimizzazioni supply e assetti. In generale nell’intero gruppo sono previsti investimenti per circa 8 miliardi di euro.
I conti 2017 di Eni
Il 2017 si è chiuso invece per Eni con un utile netto di 3,43 miliardi rispetto alla perdita di 1,46 miliardi del 2016 e con un Utile nel quarto trimestre di 2,10 miliardi. L’utile netto adjusted è più che raddoppiato nel quarto trimestre a 0,98 miliardi e nell’intero anno ha raggiunto i 2,41 miliardi di euro rispetto alla perdita netta in precedenza. Anche l’utile operativo adjusted è in forte crescita: +55% nel quarto trimestre a 1,99 miliardi, più che raddoppiato su base annua a 5,79 miliardi. Forte generazione di cassa operativa underlying a 3,22 miliardi nel quarto trimestre e a 9,99 miliardi nell’esercizio. L’indebitamento finanziario netto si è attestato, infine, a 10,92 miliardi.
Le parole dell’ad di Eni Claudio Descalzi
“Chiudiamo il 2017 con risultati eccellenti che dimostrano come il processo di profondo cambiamento avviato nel 2014 abbia trasformato Eni in una società capace di crescere e creare valore anche in condizioni di mercato molto difficili – ha commentato l’ad di Eni Claudio Descalzi -. Nell’Upstream abbiamo raggiunto il massimo storico della nostra produzione pur riducendo del 40% gli investimenti di sviluppo rispetto alla baseline 2014, continuato a registrare risultati esplorativi eccellenti e messo in produzione in tempi record i nostri progetti più rilevanti, con la punta di diamante di Zohr. Nel Mid‐Downstream abbiamo riportato in una posizione di profitto strutturale G&P con un anno di anticipo, ottenuto nell’R&M il risultato operativo record degli ultimi 8 anni e conseguito nella Chimica la migliore performance operativa di sempre. Tutto ciò ha consentito di far crescere la generazione di cassa del 50%, a fronte di un aumento del Brent del 22%, di ridurre la nostra cash neutrality a 57 dollari al barile e di rinforzare ulteriormente la nostra struttura patrimoniale, anche grazie alle dismissioni realizzate nell’anno. Per il futuro le prospettive di crescita sono eccellenti in tutti i business e saranno perseguite con disciplina finanziaria e grande attenzione alla loro sostenibilità in presenza di scenari anche i più difficili. Il che vorrà dire che, se al contrario le condizioni di mercato fossero più favorevoli, saremo in condizione di generare un enorme extra‐valore per i nostri azionisti. Sulla base di questi risultati proporrò al Consiglio del 15 marzo il pagamento di 0,80 euro per azione quale dividendo sul risultato 2017”.
Il record di Eni
Nella produzione di idrocarburi, Eni certifica un record storico: nel dicembre 2017 il Cane a sei zampe ha raggiunto il record assoluto di produzione a 1,92 milioni di boe/giorno. Nel quarto trimestre sono stati conseguiti 1,89 milioni di boe/giorno, livello trimestrale più elevato degli ultimi sette anni (+1,9%) con una media annua a 1,82 milioni di boe/giorno (+3,2%) la più elevata di sempre. Nel settore gas Utile operativo strutturalmente positivo con un anno di anticipo rispetto ai piani, grazie alla ristrutturazione del business mentre nel Business retail si sono registrate migliore performance nell’incasso dei ricavi con una crescita della base clienti al netto delle cessioni. L’Utile operativo adjusted ha raggiunto 0,21 miliardi di euro nel trimestre e nell’anno, in netto miglioramento sia rispetto al quarto trimestre 2016 (+0,29 miliardi), sia su base annua (+0,6 miliardi).