L’Autorità approva la proposta del Gestore dei Servizi Energetici per il corrispettivo a carico dei contraenti. Si sblocca così il meccanismo, previsto dal PNRR, per coprire i rischi di inadempimento e favorire lo sviluppo dei Power Purchase Agreement (PPA).
L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha approvato la proposta del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) sul corrispettivo per l’accesso alla “garanzia di ultima istanza”, sbloccando di fatto un meccanismo cruciale per lo sviluppo dei contratti a lungo termine (PPA) per l’energia da fonti rinnovabili. La garanzia, gestita dal GSE e coperta in parte con i proventi delle aste CO₂, servirà a coprire i rischi di inadempimento delle controparti, rendendo più sicuri e bancabili i progetti di energia pulita.
La decisione è stata formalizzata con la deliberazione 417/2025/R/EEL del 23 settembre 2025. L’intervento di ARERA, si legge nel provvedimento, è stato ritenuto “indifferibile e urgente” per dare piena attuazione al decreto ministeriale 152/2025, che disciplina le modalità di intervento del GSE nel suo nuovo ruolo di garante di ultima istanza.
IL QUADRO NORMATIVO: UN PILASTRO DEL PNRR
L’istituzione di una piattaforma di mercato per la negoziazione dei PPA (la MPPA, gestita dal GME) e di un meccanismo di garanzia pubblica è uno dei pilastri della strategia energetica nazionale, in linea con gli obiettivi del PNRR e con il decreto legislativo 199/2021.
Il meccanismo prevede che il GSE intervenga in caso di inadempimento di una delle due parti di un contratto PPA. Se l’acquirente non paga, il GSE si sostituisce e garantisce al venditore un prezzo di riserva; se è il venditore a non consegnare l’energia, il GSE si fa carico di reperirla sul mercato per l’acquirente. Per accedere a questa “polizza assicurativa” pubblica, i contraenti dovranno pagare un corrispettivo, la cui definizione era stata demandata ad ARERA.
LA PROPOSTA DEL GSE APPROVATA DA ARERA
La proposta presentata dal GSE il 19 settembre e ora approvata dall’Autorità definisce nel dettaglio la struttura di questo corrispettivo. Si basa su un approccio “prudenziale e conservativo” e si compone di tre elementi principali:
Una componente amministrativa (CAMG) per coprire i costi di gestione.
Una componente di rischio (CRISK) per coprire il rischio di inadempimento, calcolata in base al rating creditizio della controparte.
Una componente di remunerazione del capitale (Ck).
Il GSE ha chiarito che il valore del corrispettivo sarà aggiornato annualmente per riflettere l’effettivo rischio di inadempimento e che, in futuro, intende avvalersi di modelli stocastici più sofisticati per valutare il rischio, tenendo conto anche dell’andamento dei prezzi di mercato.
UN MECCANISMO A PROVA DI AIUTI DI STATO
Un punto fondamentale, sottolineato sia dal GSE che da ARERA, è la necessità che la garanzia di ultima istanza non si configuri come un aiuto di Stato. Per questo, il meccanismo è stato disegnato nel rispetto delle rigide condizioni fissate dalla Commissione Europea: la garanzia copre al massimo l’80% del valore del contratto, esclude le imprese in difficoltà finanziaria e prevede che i premi pagati dai beneficiari siano sufficienti ad autofinanziare il regime nel suo complesso.
Con questa delibera, si completa un tassello fondamentale per la transizione energetica. La garanzia pubblica è considerata uno strumento essenziale per dare liquidità al mercato dei PPA, facilitare l’accesso al credito per i nuovi progetti rinnovabili e, in ultima analisi, accelerare il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del Paese.