Il nostro Paese scala la classifica europea, passando dal settimo al quarto posto. “Non sono ammessi passi indietro, uniamo pubblico e privato per la transizione”,
ha dichiarato il ministro Pichetto, confermando l’obiettivo di “emissioni nette zero”.
Un’Italia protagonista e ambiziosa si presenta al via della COP30 in Brasile con un biglietto da visita da 3,44 miliardi di euro. È questa la cifra che il nostro Paese ha mobilitato nel 2024 per la finanza climatica, superando nettamente l’obiettivo fissato in sede G20 e quadruplicando l’impegno dell’anno precedente. L’annuncio, che proietta l’Italia tra le nazioni leader a livello europeo, è arrivato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, durante la conferenza stampa di presentazione delle iniziative italiane per il vertice globale sul clima.
UN IMPEGNO CONCRETO, DAL PUBBLICO AL PRIVATO
“L’Italia partecipa alla Conferenza sul Clima con ambizione e fiducia: a dieci anni dall’Accordo di Parigi, non sono ammessi passi indietro”, ha esordito il ministro Pichetto. Lo stanziamento di oltre 3 miliardi, di cui il solo intervento pubblico ha superato i 3 miliardi nel 2024 (+325% sul 2023), è il segnale di un impegno concreto. I dati presentati da Alessandro Guerri, direttore del MASE, mostrano un quadro in netta crescita: i 3,4 miliardi mobilitati nel 2024 sono composti per il 50% da finanza pubblica e per il restante 50% da capitali privati attivati grazie all’intervento statale. Un balzo che ha permesso all’Italia di scalare la classifica europea, passando dal settimo al quarto posto nel 2024.
LE PRIORITÀ ITALIANE: ADATTAMENTO, BIOCARBURANTI E AFRICA
La strategia italiana a Belém si concentrerà su tre pilastri: un forte impulso alle politiche di adattamento, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo attraverso strumenti come il Fondo Italiano per il Clima e il Piano Mattei; la promozione di soluzioni innovative per la decarbonizzazione, con un’attenzione particolare ai biocarburanti; e un solido contributo alla finanza climatica globale. “Vogliamo costruire partenariati efficaci e garantire che tutti i Paesi contribuiscano a una transizione giusta”, ha aggiunto il ministro. Su questo fronte, il sottosegretario Claudio Barbaro ha ricordato l’impegno per “calare nel concreto le azioni globali”, citando l’adesione di 20 Paesi a Nairobi e i progetti pilota avviati in Senegal e Tunisia.
LE AZIENDE IN PRIMA LINEA: LA STRATEGIA DI ENEL E FERROVIE
La transizione energetica è una sfida che richiede una stretta collaborazione tra pubblico e privato. Nicola Lanzetta, direttore di Enel Italia, ha sottolineato come la sostenibilità debba essere intesa non solo in senso ambientale, ma anche sociale ed economico-finanziario. “Enel arriva a COP30 con una strategia ambiziosa: l’83% della nostra elettricità è già generata da rinnovabili”, ha dichiarato, evidenziando la necessità di investire massicciamente sulle reti e sui sistemi di accumulo. Anche Ferrovie dello Stato è in prima linea, come ha spiegato l’AD di Trenitalia, Gianpiero Strisciuglio, ricordando il risparmio di milioni di tonnellate di CO2 garantito dal trasporto ferroviario e la nascita di FS Energy, la nuova società del gruppo dedicata alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
SFIDE GLOBALI E PROSPETTIVE FUTURE
Il vertice si apre in un contesto geopolitico complesso, ma il ministro Pichetto si è mostrato fiducioso: “Questa COP nasce in un momento di poca concordia a livello mondiale, ma la non partecipazione degli USA è già accaduta e i Paesi stanno comunque facendo passi da gigante”. Pichetto ha citato l’esempio della Cina che, pur continuando a costruire centrali a carbone, “fa passi da gigante” sulla mitigazione. L’Italia, da parte sua, rivendica i risultati raggiunti: “Abbiamo raggiunto il 50% di energia prodotta da rinnovabili e abbiamo chiuso con il carbone. Si può discutere sulla velocità, ma non sull’azione dell’Italia”.


