Per il direttore dell’AIE, Fatih Birol, “il mercato energetico è come una maratona: l’Europa è partita bene, ma la Cina l’ha superata. In una gara di questo genere non vince chi parte bene, ma chi arriva per primo alla fine”
Quattordicimila delegati sono attesi al Bella Center di Copenaghen questa settimana per WindEurope 2023, la conferenza che riunisce gli esponenti dell’industria eolica internazionale.
L’Europa deve rispondere alla crescente domanda di nuova capacità rinnovabile da parte dei Paesi dell’Unione europea e dei governi nazionali, mentre la sicurezza energetica si aggiunge ai già pressanti imperativi mondiali per contrastare il cambiamento climatico.
Ieri l’evento principale della prima giornata di Wind Europe 2023 è stata senza dubbio la “Ministerial session”, che ha visto discutere, tra gli altri, il commissario europeo per l’Energia, Kadri Simson, il direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, Fatih Birol, il ministro danese per il Clima e l’Energia, Lars Aagaard, il ministro svedese dell’Energia, Ebba Busch e il ministro francese per la Transizione energetica, Agnès Panner-Runacher.
LARS AAGAARD: LAVORARE INSIEME PER RISOLVERE I PROBLEMI ENERGETICI
Per il ministro danese dell’Energia, Lars Aagard, “Wind Europe è una piattaforma per cambiare. Dobbiamo restare uniti e lavorare per risolvere gli attuali problemi energetici. Dobbiamo espandere le infrastrutture. Finora la maggior parte del lavoro è stato svolto singolarmente, ma ora abbiamo adottato una strategia operativa condivisa con altri Paesi che affacciano sul Mare del Nord, e ieri abbiamo raggiunto una pietra miliare. Con l’accordo di Ostenda, infatti, noi ed altri 5 Paesi Ue (Francia, Germania, Irlanda, Olanda e Lussemburgo, ndr), insieme al Regno Unito e alla Norvegia, ci impegniamo ad aumentare la produzione di energia eolica offshore fino a 120 gigawatt entro il 2030 e almeno 300 GW entro il 2050”.
Aaagard ha parlato poi del mercato elettrico: “dobbiamo assicurarci che il mercato elettrico europeo porti vantaggi sia alle industrie sia ai consumatori, e per faro dobbiamo riformarlo. Il mercato elettrico dev’essere un elemento chiave del sistema energetico europeo, anche nell’ottica dello sviluppo delle energie rinnovabili”.
Per quanto riguarda invece le materie prime, il ministro danese ha affermato che “dobbiamo potenziare le nostre catene di approvvigionamento e connetterci tra Paesi Dobbiamo preparare al meglio la nostra infrastruttura energetica, migliorando le reti”.
KADRI SIMSON: AUMENTARE I PROGETTI SULLE RETI ENERGETICHE
Il commissario Ue all’Energia, Kadri Simson, ha sottolineato che “l’energia eolica è sempre stata una delle massime priorità, ed è diventata ancora più urgente a seguito dell’invasione russa in Ucraina e della crisi energetica. Il 2022 è stato un anno molto importante per le energie rinnovabili, ma dobbiamo fare ancora di più per raggiungere l’obiettivo che ci siamo dati con la direttiva RED III, ovvero che entro il 2030 le energie rinnovabili coprano il 42,5% dei consumi elettrici finali”.
“A livello Ue – ha proseguito Simson – siamo impegnati per rendere i processi autorizzativi più semplici e più rapidi. Adesso sta ai singoli Paesi europei agire per adattare i loro piani energetici a questo nuovo framework. Se vogliamo realizzare la transizione energetica, dobbiamo aumentare drasticamente il numero di progetti sulle reti. Ciò significa potenziare le reti, accelerare sulle rinnovabili, programmare maggiori investimenti sulle nostre reti elettriche offshore e prevedere degli incentivi per promuovere le operazioni sulle reti”.
FATIH BIROL: IL MERCATO ENERGETICO È COME UNA MARATONA
“Nel 2027 – ha spiegato il direttore dell’AIE, Fatih Birol – l’energia eolica diventerà la principale fonte di generazione di elettricità in Europa, ma oggi stiamo usando solo il 5% del nostro potenziale eolico. Il fotovoltaico è un buon esempio: anni fa l’Europa era leader nell’energia solare, ma pochi anni dopo la Cina ha preso il sopravvento e ora domina il mercato.
Il mercato energetico è come una maratona: l’Europa è partita bene, ma la Cina l’ha superata. In una gara di questo genere non vince chi parte bene, ma chi arriva per primo alla fine”.
Infine, Birol ha citato le “4 raccomandazioni per i governi: ridurre le tempistiche delle autorizzazioni, potenziare le reti di distribuzione dell’energia, prevedere degli incentivi per i produttori di energia pulita e dare maggiore sicurezza agli investitori”.
EBBA BUSCH: PUNTARE SU RINNOVABILI ED EFFICIENTAMENTO ENERGETICO
“L’Unione europea – ha spiegato il ministro svedese dell’Energia, Ebba Busch – incrementerà i suoi obiettivi energetici al 2030, come arrivare ad almeno il 42,5% di rinnovabili, riducendo allo stesso tempo il consumo finale dell’energia in Europa dell’11,7%. Sarà un obiettivo game changer. Sono sicura che questo creerà delle buone condizioni per la competitività delle industrie Ue e nuovi posti di lavoro nei settori, che porteranno prodotti e servizi non solo nell’Unione europea, ma anche a livello locale”.
Per quanto riguarda l’energia eolica, Busch ha affermato che “il processo autorizzativo dev’essere molto più efficiente di quanto sia ora. Sono quindi lieta di essere riusciti, recentemente, ad adottare il nuovo regolamento Ue (che istituisce il quadro per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili, ndr).
Liberarsi dalla dipendenza dai combustibili fossili, soprattutto da quelli russi, richiede un insieme di soluzioni smart ed efficienti. Un mix di baseload, rinnovabili come l’energia eolica e l’efficientamento energetico saranno fondamentali per la nostra sicurezza energetica e per l’approvvigionamento di energia pulita”.
AGNÈS PANIER-RUNACHER: INVESTIRE IN CHI LAVORA NELLE RINNOVABILI
Per il ministro francese per la Transizione energetica, Agnès Panner-Runacher, “dobbiamo risolvere colli di bottiglia nella fornitura di energia. Dobbiamo dare dei segnali concreti ai player e ai produttori europei. Infine, dobbiamo investire nelle competenze, nelle skill e nella formazione di chi lavora nell’energia rinnovabile. Questo è un aspetto che, nei prossimi anni, non dovremo sottovalutare”.