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Gas

Le mosse di Draghi nella storica missione in Algeria per ottenere più gas per l’Italia

Il programma, la partnership, il ruolo di Eni e quanto gas importerà di più il nostro paese

È cominciata la missione del presidente del Consiglio, Mario Draghi ad Algeri, in Algeria, per incontrare il presidente della Repubblica, Abdelmadjid Tebboune. Sul tavolo dei colloqui principalmente l’aumento delle forniture di gas all’Italia per sostituire gli approvvigionamenti russi.

IL PROGRAMMA

Alle 14.30 il premier è arrivato l’arrivo all’aeroporto internazionale Houari Boumédiène di Algeri. Dopo la visita al Monumento del Martire Draghi è arrivato al Palazzo presidenziale “El Mouradia” per l’incontro con Tebboune. In serata l’incontro di Draghi con la comunità italiana in Algeria presso l’Ambasciata d’Italia ad Algeri e, a seguire, la cena con Tebboune presso la residenza di Stato del presidente.

L’OBIETTIVO DELLA MISSIONE: ALTRI 10 MLD DI MC DALL’ALGERIA

L’obiettivo, come detto, è quello di raddoppiare l’import di gas che arriva dall’Algeria: in teoria per il nostro paese sarebbero pronti altri 9-10 mld di mc aggiuntivi di combustibile (la viceministra del Mise Alessandra Todde parlò di 11,5 mld di mc in una intervista a SkyNews 24) per poter rimpiazzare un terzo delle forniture russe. Il nuovo gas fluirà attraverso il TransMed il gasdotto che già approda in Sicilia – a Mazara del Vallo – passando dalla Tunisia.

ALGERIA PRONTA A SUPERARE LA RUSSIA NELL’IMPORT DI GAS

Con la firma dell’accordo di oggi tra il nostro paese e l’Algeria, quest’ultima si candida a superare la Russia come principale fornitore di gas naturale all’Italia. Attualmente da Mosca arrivano 29 miliardi di metri cubi l’anno mentre l’Algeria è al secondo posto: nel 2021 si sono registrate importazioni per 21 mld di mc. Con i nuovi accordi si toccherà quota 30 superando dunque la quota russa.

GIA’ A GENNAIO INVERSIONE DI TENDENZA NELL’IMPORTAZIONE DI GAS

Già nei primi due mesi dell’anno, l’Algeria è stato il paese da cui abbiamo importato di più: a gennaio, per esempio, secondo i dati pubblicati dal ministero della Transizione ecologica, l’Italia ha consumato complessivamente 9,7 miliardi di metri cubi di metano, di cui soltanto 1,7 miliardi di metri cubi importati dalla Russia contro i 3 miliardi del 2021.

IN MISSIONE ANCHE CINGOLANI E DI MAIO

Assieme a Draghi ci saranno anche i ministri della Transizione ecologica Roberto Cingolani e degli Esteri Luigi Di Maio, che già si era recato ad Algeri subito dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, lo scorso 28 febbraio per aprire i canali diplomatici propedeutici a rafforzare la cooperazione energetica tra i due paesi accompagnato dall’ad Eni Claudio Descalzi, anch’esso presente nell’appuntamento di oggi.

COSA STA FACENDO ENI IN ALGERIA

Proprio Descalzi, presentando il piano strategico Eni, aveva quantificato in 10-11 miliardi di metri cubi il metano aggiuntivo che potrebbe arrivare da Algeria e Libia messe insieme. Intanto poco più di una settimana fa, Eni ha condiviso con il gruppo algerino di idrocarburi Sonatrach la volontà di accelerare lo sviluppo di nuovi progetti di petrolio e gas nell’area di Berkine Sud, per una prima produzione a luglio, a soli tre mesi dall’entrata in vigore del contratto, lo scorso 6 marzo. A seguito delle attività svolte nel nord del bacino del Berkine (Berkine Nord) Eni, con Sonatrach, vuole “accelerare la costruzione di un nuovo polo di sviluppo del petrolio e del gas nella regione, grazie alle sinergie con gli asset esistenti di MLE-CAFC (blocco 405b)”.

La prima produzione dei nuovi progetti di petrolio e gas a Berkine Sud è prevista per luglio. Secondo Eni, le attività quest’anno consentiranno un “aumento significativo” della produzione nazionale di idrocarburi dell’Algeria. Eni lavorerà con Sonatrach anche su progetti di energia rinnovabile, per ridurre l’impronta di carbonio delle proprie attività. Il gruppo italiano è presente in Algeria dal 1981 e vanta una produzione propria di 100.000 barili di petrolio equivalente al giorno.

CON IL PRESIDENTE TEBBOUNE PRONTI A DISCUTERE ANCHE DI RINNOVABILI

Con il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, Draghi dovrebbe sottoscrivere inoltre, anche, un patto per investimenti comuni delle rinnovabili, che hanno grande potenziale di sviluppo in Nordafrica e consentirebbero tra l’altro, secondo collaboratori del premier, di liberare altro gas per le esportazioni.

IL VERTICE DI PALAZZO CHIGI E IL CONSIGLIO DEI MINISTRI DI MERCOLEDI’

E mentre Draghi si trova ad Algeri, a Palazzo Chigi si è tenuto un vertice tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Franco Gabrielli, l’amministratore delegato di Terna, Stefano Donnarumma e l’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà per parlare di dipendenza dal gas russo. Sempre in tema di energia dovrebbe tenersi poi mercoledì un Consiglio dei ministri che dovrebbe avere sul tavolo un nuovo provvedimento per velocizzare l’iter delle rinnovabili.

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