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Cosa manca per il ritorno del nucleare in Italia

Il governo vuole creare una nuova società a guida Enel (51%), con Ansaldo Nucleare (39%) e Leonardo (10%), che dovrà studiare la fattibilità dei progetti. Il ministro Urso ha dichiarato che la newco dovrebbe partire entro la fine dell’anno

L’Italia punta sul nucleare, e senza indugi. Il governo ha capito che le energie rinnovabili non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno, quindi ha deciso di elaborare un piano – stimato intorno ai 46 miliardi di euro dal 2030 al 2050 – per riportare nel Paese l’energia nucleare ad uso civile attraverso i reattori di piccole dimensioni (SMR) e gli AMR, impianti di ultima generazione. Queste, secondo quanto riporta Milano Finanza, sarebbero le linee strategiche del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

LA NEWCO ITALIANA SUL NUCLEARE

Il governo sta pensando di creare una nuova società a guida Enel (51%), con Ansaldo Nucleare (39%) e Leonardo (10%), che dovrà studiare la fattibilità dei progetti. Il ministro Adolfo Urso ha dichiarato che la newco dovrebbe partire entro la fine di quest’anno e che potrebbe essere costituita anche prima di Natale. In questi giorni si stanno ultimando gli ultimi ritocchi allo statuto.

Nel frattempo ieri, durante il consueto brindisi di Natale con la stampa, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha annunciato che “il disegno di legge delega quadro sul nucleare ce l’ho pronto nel cassetto, lo presenterò nel primo o nel secondo Consiglio dei ministri del 2025”.

LA PIATTAFORMA NAZIONALE PER IL NUCLEARE SOSTENIBILE

La conferma che si potrebbe davvero essere vicini a una svolta arriva dall’AIN, l’Associazione Italiana Nucleare presieduta da Stefano Monti. L’AIN è sempre stata tra i sostenitori dell’energia atomica per usi civili, e presto potrebbe veder realizzato il suo scopo. “Finalmente si stanno allineando molti fattori, e un segnale importante è stato il lancio della Piattaforma Nazionale per il Nucleare Sostenibile da parte del MASE”, ha spiegato Monti a MF, aggiungendo che “alla piattaforma hanno partecipato oltre 100 società e organizzazioni italiane, un segnale che il know-how e l’interesse a riaprire il nucleare non sono andati persi”.

La piattaforma ha permesso di sviluppare una roadmap – prima al 2030 e poi al 2050 – per realizzare gli SMR e poi i reattori di quarta generazione, fino alla fusione nucleare. “I risultati – ha spiegato Monti – saranno molto utili come base di partenza per la newco Enel-Ansaldo Nucleare-Leonardo, incaricata di verificare la fattibilità di un programma nucleare nazionale sotto il profilo industriale, operativo e finanziario”.

MONTI (AIN): SERVE UN SOGGETTO INDUSTRIALE CHE SVILUPPI LE TECNOLOGIE NUCLEARI IN ITALIA

L’Associazione Italiana Nucleare ha quindi portato un elenco di proposte al governo. “Abbiamo presentato delle richieste concrete per rilanciare il settore nucleare e garantire al Paese una transizione energetica stabile e sostenibile. Una prima risposta è già la newco a guida Enel, perché serve un soggetto industriale che selezioni e sviluppi le tecnologie avanzate più promettenti per il nostro Paese”, ha spiegato Monti.

Le altre richieste dell’associazione includono una cabina di regia per il potenziamento delle infrastrutture di base e “un’Autorità di Sicurezza Nucleare, indipendente e con risorse adeguate, per fornire un quadro normativo moderno e garantire procedure e autorizzazioni rapide e certe per i nuovi impianti”.

IL SONDAGGIO DI SWG

Intanto, un recente sondaggio realizzato da SWG dimostra quanto oggi l’opinione pubblica sul tema del nucleare sia cambiata rispetto al referendum abrogativo del 1987, che di fatto misero fine all’atomo nel nostro Paese. Dall’analisi è emerso infatti che oggi il 51% dei cittadini si esprimerebbe a favore, dal momento che la tecnologia prescelta è quella degli SMR, i reattori nucleari modulari di piccole dimensioni.

Sempre secondo il sondaggio, il 79% degli italiani considera la newco “un’adeguata risposta al crescente bisogno di elettricità nel Paese”. Se, quindi, venisse indetto un referendum consultivo, oltre il 51% degli italiani sarebbe pronto a votare a favore della costruzione di centrali di nuova generazione. Per quanto riguarda la collocazione di nuove centrali, il 30% preferirebbe che venissero costruite nei siti che ospitavano i vecchi impianti, mentre il 43% vorrebbe che sorgessero in nuovi siti, definiti idonei dalle autorità. Infine, il 71% degli italiani ritiene che la realizzazione di una nuova centrale nucleare, autorizzata secondo tutti i criteri di sicurezza, non possa essere bloccata da movimenti di protesta minoritari.

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