Advertisement vai al contenuto principale
Arabia Saudita Energie Rinnovabili

Cosa pensa l’Arabia Saudita del picco petrolifero e come si sta preparando

Saudi Aramco pronta a diversificare anche nel settore gas e nel petrolchimico. Ma è convinta che la domanda di greggio proseguirà inarrestabile almeno fino al 2040

L’Arabia Saudita non crede al picco di domanda petrolifera o perlomeno non ci crede a stretto giro. Secondo il più grande produttore dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, la domanda mondiale di greggio continuerà ad aumentare almeno fino al 2040, e Riad sarà in grado di soddisfarla pienamente considerandosi il paese più adatto a soddisfare i consumi grazie ai suoi costi di produzioni molto bassi.

SECONDO L’ARABIA SAUDITA PICCO DELLA DOMANDA ANCORA LONTANO

L’intenzione dell’Arabia Saudita è quella a pompare fino all’ultimo giorno utile più barili di petrolio possibile. Ultimo giorno che secondo Riad, appunto, è ancora al di là da venire almeno per i prossimi decenni. “Non vedo alcun picco della domanda petrolifera nei prossimi dieci anni o addirittura entro il 2040”, ha dichiarato questa settimana a margine del World Economic Forum di Davos Amin Nasser, presidente e amministratore delegato del gigante saudita del petrolio Saudi Aramco, a John Defterios, direttore dei mercati emergenti della CNN. “Ci sarà sempre più crescita della domanda di petrolio. Siamo il produttore con il costo più basso e l’ultimo barile” che mai verrà prodotto “arriverà dalla regione”, ha aggiunto Nasser.

L’OBIETTIVO SAUDITA È QUELLO DI DIVERSIFICARE LA SUA ECONOMICA DAL PETROLIO

Per diversi anni, Nasser è andato in giro ribadendo che il picco della domanda di greggio non era in nessun modo all’orizzonte e che i prodotti petrolchimici avrebbero guidato la crescita della domanda petrolifera almeno fino al 2050. Sottolineando come tutti i discorsi sul “picco della domanda” e le “risorse incagliate” non fanno altro che minacciare una transizione energetica ordinata e la sicurezza energetica. L’Arabia Saudita – che ha appena annunciato che le sue enormi riserve di petrolio sono leggermente più alte di quanto stimato in precedenza – prevede di diversificare la sua economia lontano dalla forte dipendenza dal petrolio, e uno degli obiettivi del suo piano di diversificazione Vision 2030 è quello di utilizzare meno petrolio nella produzione interna di energia elettrica per liberare più barili per le esportazioni.

RIAD NON VUOLE RINUNCIARE ALLA SUA LEADERSHIP MONDIALE NEL GREGGIO

In qualità di primo esportatore mondiale di greggio, l’Arabia Saudita non rinuncerà facilmente allo scettro della sua leadership e al peso geopolitico che ne deriva. I sauditi hanno i due ingredienti chiave per continuare a pompare petrolio fino all’ultima goccia: le enormi riserve del regno e i bassi costi di produzione. Inoltre, varie organizzazioni, tra cui l’Opec, stimano che la produzione di shale oil dell’attuale primo produttore mondiale, gli Stati Uniti, raggiungerà il picco alla fine del 2020, rilanciando la domanda di greggio da parte dell’Opec (e del suo maggiore produttore di petrolio, l’Arabia Saudita).

A QUANTO AMMONTANO LE RISERVE GLOBALI DELL’ARABIA SAUDITA?

Solo per fare un esempio di quanto siano importanti le riserve saudite in termini globali, basti fare riferimento alla stima indipendente delle riserve petrolifere da parte di DeGolyer e MacNaughton (D&M) che ha mostrato come le riserve petrolifere totali accertate del Regno siano pari a 268,5 miliardi di barili alla fine del 2017, in crescita rispetto ai circa 266 miliardi di barili precedentemente stimati. La BP Statistical Review of World Energy 2018 pone le riserve petrolifere dell’Arabia Saudita a 266,2 miliardi di barili a fine 2017, pari al 15,7% delle riserve mondiali di petrolio, secondo solo ai 303,2 miliardi di barili del Venezuela.

OGNI BARILE PRODOTTO È IL PIÙ REDDITIZIO AL MONDO saudi aramco

DeGolyer e MacNaughton hanno dichiarato la scorsa settimana di aver completato la prima valutazione indipendente contemporanea delle riserve in Arabia Saudita, aggiungendo che, a questo punto, “non verranno fatti ulteriori commenti”. “Questa certificazione sottolinea perché ogni barile che produciamo è il più redditizio al mondo, e perché crediamo che Saudi Aramco sia l’azienda più preziosa al mondo e, di fatto, la più importante al mondo”, ha detto il ministro dell’energia saudita Khalid al-Falih nella dichiarazione rilasciata dall’agenzia di stampa saudita. Il costo di produzione di Saudi Aramco è infatti di soli 4 dollari al barile, ha poi ammesso al-Falih in una conferenza stampa secondo quanto riportato da Reuters. In sostanza, se da un lato Riad ha bisogno di prezzi del petrolio superiori a 80 dollari al barile per equilibrare il proprio bilancio, visto che la maggior parte delle entrate del paese provengono dal petrolio, il Regno ha probabilmente il costo più basso del mondo per ogni barile.

ARAMCO PRONTA A ENTRARE NEL GAS E NEL PETROLCHIMICO

Come se non bastasse la compagnia saudita sta cercando di investire nel gas naturale statunitense ed è pronto a spendere “miliardi” per effettuare acquisizioni nel segmento, ha detto Nasser a Reuters a margine del World Economic Forum di Davos. L’acquisizione di asset negli Stati Uniti fa parte dell’ambiziosa strategia di espansione del gas naturale da 150 miliardi di dollari per un periodo di 10 anni fino al 2030. Come conseguenza della strategia, Aramco intende diventare un esportatore anche di gas. Aramco attualmente produce 14 miliardi di metri cubi di gas naturale al giorno ed è il nono più grande produttore di combustibile a livello globale, dietro i Paesi Bassi e davanti all’Algeria al numero dieci. Tuttavia, la maggior parte viene consumata a livello nazionale, quindi non rimane molto per le esportazioni. Aramco ha intenzione di cambiare questa situazione aumentando la produzione locale a 23 miliardi di piedi cubici ogni giorno entro il 2030. A tal fine, aumenterà anche la sua capacità di produzione di gas al 70% del totale rispetto al 50% di oggi. Insieme al gas naturale, Aramco si sta espandendo anche nei prodotti petrolchimici, impegnando decine di miliardi di dollari in varie attività di produzione di petrolio e petrolchimici in tutto il mondo. Come parte di questa iniziativa, la società prevede anche di acquistare una partecipazione del 70 per cento della saudita Sabic.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su