L’ultimo rapporto “Horizons” di Wood Mackenzie sulla transizione energetica analizza le risorse e le spese aggiuntive necessarie al settore upstream per soddisfare più a lungo la crescente domanda di petrolio e gas e le conseguenze che ne derivano
Con l’aumentare del rischio di uno scenario di transizione energetica ritardata, aumenta anche la possibilità di una domanda molto più elevata di future forniture di petrolio e gas. Secondo l’ultimo rapporto “Horizons” di Wood Mackenzie, per soddisfare questa domanda servirà un aumento significativo degli investimenti in esplorazione e produzione, con conseguenti prezzi più alti degli idrocarburi e cambiamenti significativi nella strategia aziendale.
IL RAPPORTO DI WOOD MACKENZIE SULL TRANSIZIONE ENERGETICA
Secondo il rapporto “Taking on the strain: how the upstream sector could meet the requests of a delayed energy transition”, una serie di pressioni esterne hanno indebolito la determinazione dei governi e delle aziende a spendere i circa 3,5 trilioni di dollari necessari per ristrutturare i sistemi energetici per limitare sia la domanda di idrocarburi sia il riscaldamento globale.
L’ultimo rapporto Horizons di Wood Mackenzie si concentra sulle risorse e sulle spese aggiuntive necessarie al settore upstream per soddisfare più a lungo la crescente domanda di petrolio e gas e sulle conseguenze che ne derivano.
LA DOMANDA E L’OFFERTA NEI DIVERSI SCENARI DI TRANSIZIONE
In questo scenario, il mondo avrebbe bisogno del 5% in più di riserve di petrolio e gas e del 30% in più di investimenti di capitale annuali in esplorazione e produzione. La domanda di liquidi sarebbe in media di 6 milioni di barili al giorno (6%) superiore rispetto allo scenario base di Wood Mackenzie fino al 2050, mentre la domanda di gas sarebbe in media di 15 miliardi di piedi cubi al giorno (3%) superiore rispetto allo scenario base.
“Soddisfare la domanda crescente nel breve termine, sia nello scenario ritardato che in quello di base, non rappresenta una sfida importante per il settore. “C’è un’abbondante offerta disponibile”, ha affermato Fraser McKay, responsabile ricerca upstream di Wood Mackenzie. “Tuttavia – ha aggiunto –, una crescita della domanda più forte e a lungo termine è molto più difficile da ottenere”.
“Un ritardo di 5 anni nella transizione richiederà dei volumi incrementali equivalenti ad un nuovo Bacino Permiano degli Stati Uniti per il petrolio e ad un bacino di scisto di Haynesville o australiano per il gas”, ha affermato Angus Rodger, responsabile analisi upstream per l’Asia-Pacifico e il Medio Oriente.
PER LA TRANSIZIONE SERVONO PIÙ INVESTIMENTI NEL SETTORE UPSTREAM
Sebbene Woodmac ritenga che il settore petrolifero e del gas mondiale potrebbe soddisfare questa domanda attraverso le risorse esistenti e le esplorazioni future, per raggiungere l’obiettivo servirebbero investimenti significativi. Wood Mackenzie stima che la spesa upstream dovrebbe aumentare del 30%, con una spesa annuale per lo sviluppo di 659 miliardi di dollari rispetto ai 507 miliardi di dollari del caso base e di 17 trilioni di dollari rispetto ai 13 trilioni di dollari in totale fino al 2050.
“Abbiamo calcolato l’elasticità dei costi del settore integrando i nostri modelli di fornitura annuali campo per campo con la nostra analisi della catena di fornitura globale”, ha affermato McKay. “Ciò include l’ipotesi di continui miglioramenti nell’efficienza operativa, che il settore potrebbe facilmente superare mitigando parte dell’impatto inflazionistico”.
I POSSIBILI RISCHI CON L’AUMENTO DELLA SPESA
Aumentare la spesa, però, non sarà facile, anche se ci sono dei segnali di crescita della domanda. Un’attività più intensa eserciterebbe una pressione notevole sulla catena di fornitura (parte della quale opera già quasi a pieno regime) e i costi del progetto aumenterebbero. “Anche l’attuale severo editto del settore sulla disciplina del capitale dovrebbe cambiare, o almeno ciò che definisce la disciplina dovrebbe evolversi”, ha affermato Rodger.
“Se le prospettive di mercato migliorassero e aumentasse la fiducia nella longevità della domanda, i prezzi della pianificazione aziendale aumenterebbero. In questo contesto – ha spiegato McKay -, dei costi di sviluppo unitari più elevati e dei punti di pareggio probabilmente sarebbero tollerabili”.
L’AUMENTO DEI PREZZI
Con l’aumento dei costi di approvvigionamento, si avrebbero anche prezzi più elevati sia per il petrolio che per il gas. Il modello di approvvigionamento petrolifero di Wood Mackenzie prevede un aumento del prezzo del greggio Brent fino a oltre 100 dollari al barile durante gli anni 2030, in uno scenario di transizione ritardata. Un prezzo che scenderà verso i 90 dollari al barile nel 2050, attestandosi in media circa 20 dollari al barile in più rispetto allo scenario base nel periodo considerato.