Secondo Matteo Villa, Head of DataLab dell’ISPI “con l’interruzione delle forniture di gas russo attraverso l’Ucraina, la crisi di Gazprom si fa sempre più nera. I ricavi, ormai già più che dimezzati dal pre-guerra, quest’anno potrebbero scendere a -65% sul 2021”
Dal 1° gennaio 2025 l’Europa non riceve più il gas russo via gasdotto, dopo la fine dell’accordo di transito tra Kiev e Mosca per far transitare il combustibile attraverso l’Ucraina. Come ha scritto su X Matteo Villa, Head of DataLab dell’ISPI, “con l’interruzione delle forniture russe attraverso l’Ucraina, la crisi di Gazprom si fa sempre più nera. I ricavi, ormai già più che dimezzati dal pre-guerra, quest’anno potrebbero scendere a -65% sul 2021”.
IL PESO ECONOMICO PER LA RUSSIA DELLO STOP AL GAS
Per Mosca “si tratta del 30% del gas che ancora vendeva ai Paesi europei; per l’Unione europea si tratta di meno del 5% dei suoi consumi. Per capire chi ci perde di più dovremo attendere i prezzi, ma ad oggi Gazprom perde 8 miliardi di euro l’anno. Per una compagnia già messa molto male, significherà profondo rosso”.
Per quanto riguarda le conseguenze sull’economia russa, si stima che, senza i 15 miliardi di metri cubi di gas all’Europa, al bilancio annuale di Gazprom saranno sottratti 6,5 miliardi di dollari di incassi.
RUSSIA: INTERRUZIONE FORNITURE È RESPONSABILITÀ DI UCRAINA E PAESI EUROPEI”
Per la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, “la responsabilità della cessazione delle forniture di gas russo ricade interamente sugli Stati Uniti, sul regime fantoccio di Kiev e sulle autorità degli Stati europei che hanno sacrificato il benessere dei loro cittadini in nome del sostegno finanziario all’economia americana”.
ZELENSKY: STOP AL GAS RUSSO E’ UNA GRANDE SCONFITTA PER PUTIN
Secondo il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, l’interruzione del passaggio del gas russo attraverso l’Ucraina “è una delle più grandi sconfitte di Mosca. Quando Putin ottenne il potere in Russia, oltre 25 anni fa, il pompaggio annuale attraverso l’Ucraina verso l’Europa era di oltre 130 miliardi di metri cubi. Oggi è pari a 0. Questa è una delle più grandi sconfitte di Mosca”, ha spiegato Zelensky, che ha denunciato quello che definisce “il cinico ricatto energetico dei russi”.
UE: PRONTE 4 ROTTE ALTERNATIVE PER IL RIFORNIMENTO
Intanto, la Commissione europea ha fatto sapere che “l’Ue è ben preparata per affrontare la fine del transito del gas attraverso l’Ucraina, grazie agli sforzi di collaborazione della Commissione e degli Stati membri”. La Commissione europea ha indicato le rotte alternative di approvvigionamento “per portare i volumi necessari in Europa attraverso i quattro principali percorsi di diversificazione, con volumi provenienti principalmente dai terminal GNL in Germania, Grecia, Italia e Polonia ma forse anche dalla Turchia”.
SASSI (RIE): PRIMA DI FINE 2025 I PREZZI DEL GAS NON CALERANNO
Per quanto riguarda gli effetti sui prezzi del gas, secondo Francesco Sassi, Research Fellow in geopolitica dei mercati energetici del think tank RIE, c’è “una discrasia notevole” tra le rassicurazioni delle istituzioni europee e la reazione dei mercati, dove i futures del gas europeo hanno raggiunto i prezzi più alti dall’ ottobre 2023. L’Unione europea afferma di non essere più dipendente dal gas russo, ma gli operatori “non credono che da qui al 2027 (quando l’Ue dovrebbe abbandonare completamente l’approvvigionamento di forniture russe) la situazione sarà sotto il pieno controllo delle autorità europee”.
Per Sassi, “sebbene non ci saranno carenze di gas per i servizi essenziali”, bisogna considerare l’impatto dei prezzi alti nella stagione estiva (quando si immagazzina il gas per l’inverno) e il rischio di guasti o sabotaggi alle infrastrutture con cui i fornitori principali riforniscono di gas l’Ue. Secondo Sassi “non ci sono i fondamentali per un calo dei prezzi prima della fine del 2025”. La crisi energetica sembra quindi essere strutturale, non temporanea, e potrebbe avere delle ripercussioni politiche ed economiche in tutta Europa.