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Crippa

Crippa (M5s): Futuro è nelle rinnovabili, serve scorporo investimenti sostenibili dal calcolo del deficit

Crippa a Energia Oltre: Contro il caro-bollette “servono misure di lungo periodo, stabilizzazione dell’extra-gettito delle aste CO2, efficienza, accumuli e rete di distribuzione smart”. “Bene stop auto a motore termico dal 2035”.  Sul Superbonus “stiamo lavorando duramente per ottenere in manovra modifiche che diano pieno vigore alla proroga per le monofamiliari, senza alcuna soglia Isee”

“Il futuro è nelle rinnovabili, non ha senso puntare né sul nucleare né sul gas all’interno della tassonomia Ue” per questo serve uno “scorporo degli investimenti sostenibili dal calcolo del deficit”. Mentre per quanto riguarda il caro-bollette, “abbiamo bisogno di misure di lungo periodo: in primis un sistema che consenta di utilizzare stabilmente l’extragettito delle aste CO2 e contestualmente uno sforzo nell’efficienza, nell’accumulo e di una rete di distribuzione che dev’essere sempre più intelligente”. Lo ha detto a ENERGIA OLTRE Davide Crippa, da poco rieletto capogruppo alla Camera per il M5S. Crippa che ha ricoperto anche il ruolo di sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico nel primo governo guidato da Giuseppe Conte, segue da vicino da sempre le tematiche energetiche.

D: Il M5s ha lavorato molto per cercare di arginare il caro-bollette di questi ultimi mesi anche con l’inserimento di fondi in Manovra. Secondo Lei saranno necessari ulteriori stanziamenti? Quali possono essere le ricette per una soluzione più strutturale?

R: “L’urgenza di concentrarsi sul caro bollette l’abbiamo segnalata per primi, già a inizio settembre: guardando a quello che accedeva in altri Paesi, abbiamo sollecitato il Governo a intervenire e abbiamo lavorato per avere un fondo ad hoc in legge di Bilancio e far arrivare le risorse per il primo trimestre 2022 a 3,8 miliardi di euro. Stiamo vivendo una situazione mai sperimentata, con un’impennata rapidissima dei costi energetica davanti alla quale però gli interventi tampone non bastano – ha chiarito Crippa -. Lo abbiamo sempre detto: serve un approccio sistemico basato su una visione di lungo termine e di atti concreti da mettere in campo subito. Un risultato importante in questa direzione è l’emendamento a mia prima firma al decreto Recovery: anche dopo il 31 dicembre 2022 i clienti vulnerabili e in povertà energetica, così come definiti recependo la Direttiva sul mercato elettrico, continueranno a vedersi applicato automaticamente il regime di maggior tutela laddove, per quella data, non sia stato adottato il regime previsto ad hoc. Per gli altri clienti domestici, in attesa delle procedure che porteranno all’assegnazione del servizio di vendita a tutele graduali, abbiamo introdotto un meccanismo transitorio che consente di continuare ad essere riforniti di energia elettrica in regime di maggior tutela in vista del passaggio al mercato libero. Le gare per l’assegnazione del servizio a tutele graduali per le utenze domestiche si dovranno concludere entro il 1° gennaio 2024, garantendo la continuità della fornitura di elettricità. Insomma, abbiamo stabilito che l’Italia non rinuncia tutelare i soggetti più vulnerabili e a fare in modo che tutti gli utenti possano scegliere consapevolmente il fornitore più adatto al loro profilo. Accanto a tutto questo – ha aggiunto -, abbiamo bisogno di misure di lungo periodo: in primis un sistema che consenta di utilizzare stabilmente l’extragettito delle aste CO2 contro i rincari, ma contestualmente anche un enorme sforzo nella direzione dell’efficienza e della diffusione delle rinnovabili, dell’accumulo e di una rete di distribuzione che dev’essere sempre più intelligente”.

Al momento non sono previsti ulteriori incentivi per l’acquisto di auto. Nemmeno a emissioni zero. C’è margine per inserire un nuovo intervento statale? È giusta la decisione Ue recepita anche dall’Italia, di bloccare la vendita di auto a motore termico dal 2035?

“Direi non solo che è giusta ma che abbiamo contribuito a determinarla. Lo stop alle immatricolazioni delle auto con motore a combustione entro il 2035 era stata già anticipata dal MoVimento. La Camera aveva approvato un nostro ordine del giorno che impegna il Governo ad arrivare a uno stop proprio entro il 2035 – ha ricordato Crippa -. Abbiamo lavorato costantemente per concentrare gli incentivi all’acquisto sui modelli a zero emissioni e ora dobbiamo usare il prossimo decennio per accompagnare tutta la filiera verso l’elettrificazione. Il settore dell’automotive è uno dei più importanti dell’economia italiana e deve tornare a crescere all’insegna della transizione e dell’occupazione. Dalla produzione e riciclo delle batterie alla progettazione in chiave circolare di tutta la componentistica, la sfida è difficile ma abbiamo tutte le carte in regola per vincerla e collocarci in posizione di vantaggio rispetto ad altri Paesi”.

Il Superbonus è stata una misura che ha permesso di rilanciare il settore edilizio (e non solo) ma il Governo l’ha depotenziata. Ora cosa succede?

“Succede che stiamo lavorando duramente per ottenere in manovra modifiche che diano pieno vigore alla proroga per le monofamiliari, senza alcuna soglia Isee, e per ridare alla nostra misura lo slancio che merita. Dopo che i vertici della Commissione europea hanno riconosciuto la sua portata, anche nel nostro Paese si riconosce che il MoVimento ha messo in campo una misura di politica industriale in grado di combinare effetti positivi sull’economia, sull’ambiente e sulla riduzione delle bollette”, ha sottolineato l’esponente M5S.

La Ue intende dotarsi di un sistema di stoccaggio e acquisti di gas comune per assicurare la stabilità dei prezzi e garantire certezza degli approvvigionamenti…

“Bisogna aver chiaro quali potrebbero essere i vantaggi derivanti da questa scelta e quali meccanismi adottare per evitare che alcuni Paesi, tra cui il nostro, si sobbarchino costi maggiori rispetto ad altri. Però a questo, va aggiunta una fase successiva e più importante. È la dipendenza dalle fossili, in particolare dal gas, che ci espone a shock energetici futuri. L’Europa deve essere motore di un grande cambio di paradigma, in coerenza con gli obiettivi del Green Deal: gli investimenti vanno concentrati su rinnovabili, efficienza energetica e sistemi di accumulo. A questo deve servire lo scorporo degli investimenti sostenibili dal calcolo del deficit”, ha osservato Crippa.

Per quanto riguarda la Tassonomia Ue si va verso l’inserimento di gas e nucleare. In Italia può esserci margine per un ritorno all’atomo?

“Torno sul punto precedente. Il prossimo futuro è delle rinnovabili. Abbiamo tecnologie già mature e convenienti dal punto di vista economico. Non ha senso puntare sul nucleare, che è troppo costoso e rischioso. Sento parlare molto spesso di nucleare ‘green’: ammesso e non concesso che lo sia davvero e che si voglia scegliere questa tecnologia, i reattori di quarta generazione – con prestazione ancora tutte da dimostrare – arriverebbero comunque fuori dai tempi fissati per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Sarebbe uno spreco di risorse. Ecco perché per quanto riguarda la Tassonomia la nostra posizione è netta: nucleare e gas sono due soluzioni che non devono godere di agevolazioni da parte degli Stati e della stessa Unione”, ha concluso Crippa.

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