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Sanzioni Russia

Dalla Ue arriva la stretta finale sull’energia russa: stop al GNL e pugno duro sulla flotta ombra

Sanzionate anche banche in paesi terzi e per la prima volta entità cinesi che acquistano il greggio di Mosca. Nel mirino pure le criptovalute usate per eludere le misure.

L’Unione Europea ha sferrato un nuovo, durissimo colpo alle finanze del Cremlino, approvando formalmente il 19esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. La novità più clamorosa è la decisione, senza precedenti, di colpire il settore del gas naturale liquefatto (GNL), mettendo fine a un’importante fonte di ricavo per Mosca. Il via libera è arrivato dopo settimane di stallo, a seguito del ritiro del veto da parte della Slovacchia, e a poche ore di distanza da un’analoga mossa degli Stati Uniti, che hanno sanzionato due colossi petroliferi russi, Rosneft e Lukoil, in un’azione che appare coordinata.

I DETTAGLI DELLO STOP: TEMPISTICA E BERSAGLI NEL SETTORE ENERGETICO

Il pacchetto introduce un divieto totale sulle importazioni di GNL russo nell’UE, con una tempistica graduale: lo stop scatterà da gennaio 2027 per i contratti a lungo termine ed entro sei mesi per quelli a breve termine. Vengono inoltre inasprite le restrizioni su due giganti petroliferi statali, Rosneft e Gazprom Neft. Ma la vera svolta è l’estensione delle sanzioni ai fiancheggiatori internazionali: per la prima volta, Bruxelles ha messo nel mirino entità cinesi – due raffinerie e un trader petrolifero – considerate acquirenti significativi del greggio di Mosca e, quindi, complici nel finanziamento della guerra.

LA GUERRA ALLA “FLOTTA OMBRA”: 117 NUOVE NAVI NEL MIRINO

L’UE ha dichiarato guerra aperta anche alla cosiddetta “flotta ombra”, l’armata di petroliere che il Cremlino utilizza per aggirare il tetto massimo sul prezzo del petrolio. Altre 117 navi sono state aggiunte alla lista nera, portando il totale a 557. Queste imbarcazioni non potranno più accedere ai porti europei e non potranno ricevere un’ampia gamma di servizi marittimi. Le sanzioni colpiscono l’intera catena del valore, includendo specificamente Litasco Middle East DMCC, società degli Emirati Arabi Uniti legata a Lukoil, e i registri navali che forniscono bandiere di comodo. Viene inoltre introdotto un divieto di riassicurazione per queste navi, limitandone drasticamente la capacità operativa.

STRETTA SULLA FINANZA E LE CRIPTOVALUTE: CHIUDERE LE VIE DI FUGA

Per rendere le misure ancora più efficaci, il pacchetto mira a chiudere ogni via di fuga finanziaria. Di fronte al crescente uso di criptovalute da parte della Russia per eludere le sanzioni, l’UE ha colpito la stablecoin A7A5, creata con il sostegno di Mosca, sanzionandone lo sviluppatore e vietando ogni transazione. Otto banche e trader petroliferi in Tagikistan, Kirghizistan, Emirati Arabi Uniti e Hong Kong sono stati colpiti da un divieto di transazione. La stessa misura è stata applicata ad altre cinque banche russe, tra cui la strategica Alfa-Bank, e a quattro istituti tra Bielorussia e Kazakistan per i loro legami con il sistema di pagamenti russo “Mir”.

DAL COMMERCIO AI DIPLOMATICI: UN PACCHETTO AD AMPIO RAGGIO

Le restrizioni si estendono a numerosi altri settori. Sul fronte commerciale, 45 nuove entità, di cui 17 in Cina, India e Thailandia, sono state colpite da restrizioni all’export per il loro supporto al complesso militare-industriale russo. Viene ampliato il divieto di esportazione per componenti elettronici e materiali a duplice uso e viene inserito nella lista nera il più grande produttore di oro della Russia. Vengono inoltre limitati i servizi di intelligenza artificiale e le attività turistiche. Infine, vengono introdotte nuove regole per monitorare gli spostamenti dei diplomatici russi nell’area Schengen e vengono sanzionate altre 11 persone coinvolte nel rapimento di quasi 20.000 bambini ucraini.

IL CONTESTO POLITICO: IL VETO SLOVACCO E LA COORDINAZIONE CON GLI USA

L’approvazione del pacchetto è stata resa possibile dal superamento del veto della Slovacchia. Il primo ministro Robert Fico ha ritirato la sua opposizione dopo aver ottenuto l’inserimento di riferimenti agli alti prezzi dell’energia e alla crisi dell’industria automobilistica nelle conclusioni del Consiglio Europeo. “Oggi è un buon giorno per l’Europa e per l’Ucraina”, ha commentato il ministro degli Esteri danese Lars Løkke Rasmussen. L’intesa europea è arrivata poche ore dopo la decisione di Washington di sanzionare Rosneft e Lukoil, un segnale della crescente frustrazione dell’amministrazione Trump per la mancanza di progressi nei negoziati per il cessate il fuoco. “Il presidente Putin non si è presentato al tavolo in modo onesto”, ha dichiarato il segretario al Tesoro americano, Scott Bessent.

 

 

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