L’espansione della connettività globale, con la popolazione connessa a Internet passata dal 15,6% del 2005 al 67,6% del 2024, sta alimentando una domanda senza precedenti di capacità di calcolo. A fine 2024, nel mondo si contavano 10.332 data center, di cui 5.426 negli USA e 2.254 nell’Unione Europea.
I data center, infrastrutture strategiche per la transizione digitale ma altamente energivore, possono e devono trasformarsi in protagonisti della sostenibilità urbana e in un volano per l’economia italiana. Se ben integrati nel sistema energetico e territoriale, possono contribuire a decarbonizzare le città, recuperando calore di scarto per riscaldare fino a 800.000 famiglie e riducendo del 5% le emissioni del settore residenziale. Allo stesso tempo, il loro sviluppo potrebbe generare fino al 15% della crescita annuale del PIL e creare fino a 150.000 nuovi posti di lavoro.
È questa la visione che emerge dal Position Paper “L’Italia dei data center. Energia, efficienza, sostenibilità per la transizione digitale”, realizzato da TEHA Group in collaborazione con A2A e presentato oggi durante la 51ª edizione del Forum di Cernobbio. Lo studio, illustrato da Roberto Tasca, Presidente di A2A, Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A, e Lorenzo Tavazzi, Senior Partner di TEHA Group, delinea un cambio di paradigma necessario per governare la crescita esponenziale di questi hub digitali.
UNO SCENARIO GLOBALE E IL RUOLO EMERGENTE DELL’ITALIA
L’espansione della connettività globale, con la popolazione connessa a Internet passata dal 15,6% del 2005 al 67,6% del 2024, sta alimentando una domanda senza precedenti di capacità di calcolo. A fine 2024, nel mondo si contavano 10.332 data center, di cui 5.426 negli USA e 2.254 nell’Unione Europea.
Il paper evidenzia come l’Italia, con le sue 168 strutture, stia guadagnando un ruolo sempre più centrale. Mentre i grandi hub storici europei (Francoforte, Londra, Amsterdam) mostrano segni di saturazione, Milano e la Lombardia si stanno affermando come poli strategici, attirando investimenti e concentrando il 46% della capacità nazionale (238 MW), già superiore a quella di città come Madrid e Zurigo. Questa crescita comporta però una domanda energetica destinata a esplodere: a livello globale, i consumi potrebbero quadruplicare entro il 2035, raggiungendo il 4% del totale, mentre in Italia potrebbero oscillare tra il 7% e il 13%.
LE VOCI DEI PROTAGONISTI: UNA VISIONE COMUNE PER IL FUTURO
A Cernobbio, i vertici di A2A e TEHA Group hanno illustrato la portata della sfida e le opportunità da cogliere. Roberto Tasca, Presidente di A2A, ha dichiarato: “I data center stanno diventando infrastrutture strategiche fondamentali, pilastri della nuova società digitale indispensabili per garantire i nostri gesti quotidiani. Se accompagnati da una visione chiara e una responsabilità comune, possono diventare motori di sviluppo economico e contribuire alla sostenibilità. Oggi oltre la metà delle richieste di connessione alla rete elettrica nazionale risulta concentrata in Lombardia. Per questo A2A può contribuire con le sue infrastrutture e il suo know how alla crescita equilibrata di questi hub digitali. Integrare rinnovabili, efficienza e modelli circolari vuol dire trasformare una necessità tecnologica in un’opportunità sociale, economica e ambientale. Governare con lungimiranza questa transizione significa rendere le città più green e garantire che la digitalizzazione diventi una risorsa condivisa e non un’ipoteca sul futuro delle nuove generazioni”.
Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A, ha aggiunto: “I numeri individuati dal report indicano che lo sviluppo dei data center in Italia potrebbe contribuire alla crescita del PIL nazionale al 2035 del 6% – con la creazione di 77 mila posti di lavoro – fino ad arrivare, in uno scenario full potential, al 15% con 150 mila nuovi occupati. Si tratta di un’occasione unica per un Paese che vuole rafforzare la propria competitività digitale ed economica. Queste infrastrutture impatteranno considerevolmente sulla richiesta di energia ma, grazie alle nuove centrali termoelettriche a ciclo combinato di ultima generazione e alla forte crescita delle rinnovabili, il mix energetico italiano è già oggi in grado di sostenere la produzione necessaria. La vera svolta è però che questi hub digitali, se ben integrati, possono anche dare un valido contributo alla decarbonizzazione delle città: recuperando il calore generato è possibile fornire energia termica a oltre 800mila famiglie grazie alle reti di teleriscaldamento, come già facciamo a Brescia e come presto faremo a Milano. Vogliamo contribuire a creare un modello di innovazione e sostenibilità”.
Lorenzo Tavazzi, Senior Partner di TEHA Group, ha concluso: “Lo sviluppo dei data center rappresenta una leva fondamentale. Nel 2024, la Data Economy ha generato per il Paese un valore di 60,6 miliardi di euro. Con le dinamiche attuali, questo valore potrà superare i 200 miliardi al 2030. L’Italia si conferma tra le destinazioni più interessanti: solo tra febbraio e agosto di quest’anno sono state presentate 67 richieste di connessione per 15 GW. Per garantire uno sviluppo sistemico è indispensabile una pianificazione strategica integrata che eviti il rischio di replicare modelli di crescita incontrollata con criticità energetiche e infrastrutturali”.
LE QUATTRO LEVE STRATEGICHE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE
Lo studio ha identificato quattro azioni chiave la cui adozione integrata consentirebbe di evitare 5,7 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno e di generare un beneficio economico di 1,7 miliardi di euro.
Recupero di Calore: L’allaccio alle reti di teleriscaldamento permetterebbe di valorizzare 9,5 TWh di energia termica, sufficienti per 800.000 famiglie, evitando 2 milioni di tonnellate di CO₂. Un modello già operativo a Brescia con il data center Qarnot e che partirà a Milano nel 2026 con il progetto “Avalon 3”.
Utilizzo di Aree Brownfield: La localizzazione su aree industriali dismesse (in Italia ce ne sono 3,7 milioni di mq disponibili) contribuirebbe alla rigenerazione urbana e ridurrebbe il consumo di suolo.
Power Purchase Agreements (PPA): I data center potrebbero coprire fino al 74% del loro fabbisogno con energia da fonti rinnovabili tramite contratti a lungo termine, favorendo nuovi investimenti e riducendo le emissioni di 3,7 milioni di tonnellate di CO₂.
Valorizzazione dei RAEE: Il riciclo dei rifiuti elettronici generati (oltre 147.000 tonnellate annue stimate) potrebbe attivare una filiera nazionale del trattamento dal valore di 133 milioni di euro all’anno.