Skip to content
dazi

Dazi, l’Ue Fa marcia indietro e sospende le contromisure. Ma in Italia è scontro sull’accordo

L’adozione delle misure da parte della Commissione è prevista per domani, 5 agosto, con procedura d’urgenza

L’Unione Europea preme il pulsante di pausa nella guerra dei dazi con gli Stati Uniti. Bruxelles ha annunciato l’intenzione di sospendere per sei mesi le contromisure contro Washington, che sarebbero dovute scattare il 7 agosto. Una tregua per finalizzare l’accordo di principio raggiunto il 27 luglio, ma che in Italia scatena un acceso dibattito tra la difesa del governo, che parla di “miglior accordo possibile”, e le dure critiche di opposizione e imprese, che denunciano una “sottomissione” agli interessi americani.

La notizia della sospensione arriva direttamente da Bruxelles. “L’Ue continua a collaborare con gli Stati Uniti per finalizzare una dichiarazione congiunta, come concordato il 27 luglio,” ha annunciato Olof Gill, portavoce della Commissione europea. “Tenendo presenti questo obiettivo, la Commissione adotterà le misure necessarie per sospendere di sei mesi le contromisure dell’Ue nei confronti degli Stati Uniti. L’adozione delle misure necessarie da parte della Commissione è prevista per domani, 5 agosto, con procedura d’urgenza”.

LA LINEA DEL GOVERNO: “ACCORDO MIGLIORE POSSIBILE” E OPPORTUNITÀ NASCOSTE

Dal governo italiano arriva una difesa compatta dell’intesa. “L’accordo sui dazi è il migliore possibile per l’Europa,” ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, parlando dal porto di Gioia Tauro. Il ministro ha sottolineato che la materia è di esclusiva competenza della Commissione Europea e che “tutti gli altri attori internazionali hanno sottoscritto accordi che prevedono dazi maggiori”. Urso ha però ammesso che i dettagli sono ancora in fase di negoziazione: “I numeri e le conseguenze non sono ancora definite, lo saranno alla conclusione di questa trattativa tecnica ma sostanziale nel merito”. Ha infine anticipato la necessità di misure di compensazione, “innanzitutto europee, ma ce ne saranno anche nazionali” per i settori più colpiti.

Sulla stessa linea il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che da Ancona ha aggiunto: “Ha fatto bene l’Unione europea a impedire una guerra commerciale, quindi sospendere le contromisure e poi vediamo come andrà la trattativa. Siamo ancora a un quadro generale con il 15%, poi bisognerà vedere le esenzioni, trattare e lavorare settore per settore”. Tajani ha anche intravisto una possibile chance: “Italia ed Europa, avendo dazi al 15%, possono anche fruttare l’opportunità che deriva dal fatto che altri Paesi che esportano prodotti analoghi hanno dazi più elevati, questo può rappresentare una chance per andare a occupare spazi che finora non erano occupati”.

L’ATTACCO DELL’OPPOSIZIONE E DELLE IMPRESE: “SOTTOMISSIONE” E MANCANZA DI VISIONE

Di tutt’altro avviso le opposizioni e il mondo delle imprese. La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha proposto azioni immediate per mitigare l’impatto: “Il governo può fare subito due cose a costo zero per aiutare le famiglie e le imprese italiane a ridurre i danni dei dazi: può scollegare il prezzo dell’energia da quello del gas e può introdurre un salario minimo per rilanciare la domanda interna”.

Durissimo l’affondo di Raffaele Marrone, presidente di Confapi Napoli e responsabile nazionale Zes per Confapi. “Triplicare gli acquisti di gas statunitense non è strategia, ma sottomissione,” ha affermato in una nota. “L’Europa si comporta da cliente remissivo: paga, accetta, spera che vada meglio. Ma così cede potere e dignità, mascherando la resa sotto il nome della stabilità energetica”.

Marrone ha criticato la totale assenza di una visione industriale a lungo termine. “L’errore non è acquistare gas, ma farlo senza visione. Nessun piano lega queste spese a investimenti in autonomia energetica. Nessun vincolo green, nessuna compensazione industriale interna,” ha proseguito. “E gli imprenditori? Ricevono ristori, non possibilità di sviluppo future. L’Ue li considera soggetti da proteggere, non da liberare. Tappa come può i danni, ma non crea prospettive”. La conclusione del numero uno delle pmi napoletane è amara: “Continuando così, diventiamo dipendenti da chi ci impone dazi e ci vende energia. Servirebbe uno slancio industriale e politico. Invece firmiamo contratti, non visioni. Così non si governa il futuro: si sopravvive nel presente”.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su