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Mare

Difesa del mare e delle zone costiere. Ecco il Piano del Mase

Inquinamento da idrocarburi e HNS e gestione delle emergenze: cosa dice il Piano Mase (ex MiTE) piano per la difesa del mare e delle zone costiere

Il Ministro della transizione ecologica (Mite ora Mase), in una nota pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, ha annunciato di aver ha approvato il “Piano di pronto intervento per la difesa del mare e delle zone costiere da inquinamenti da idrocarburi e da altre sostanze pericolose e nocive”, in vigore dal 12 novembre 2022.

Il Piano è stato redatto dal Gruppo di Lavoro istituito, cui hanno preso parte, oltre al personale della suddetta Direzione del Mase (ex MiTE), anche il Reparto Ambientale Marino (RAM) del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, il Comando Generale delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera (COGECAP), il Dipartimento della Protezione Civile (DPC) e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).

IL PIANO MASE

Il Piano Mase (ex MiTE) – approvato con decreto ministeriale in data 13 ottobre 2022, n. 389 – ha lo scopo di definire le misure organizzative, a livello centrale e periferico, in risposta agli eventi di Livello 1 (la cui gestione è prevista principalmente nei Piani Operativi Locali – POL predisposti dai Capi di Compartimento Marittimo) e coordinare le attività operative degli Enti interessati per il Livello 2 di inquinamento marino o di imminente pericolo di sversamento in mare di idrocarburi e/o HNS, applicando misure di contenimento, riduzione ed eliminazione dell’inquinamento. Il piano descrive anche il Livello 3 di emergenza (la cui gestione è prevista nel Piano antinquinamento del Dipartimento della Protezione Civile), nonché le attività che si svolgono in ambito di accordi internazionali.

Tutte le attività mirano a garantire una risposta adeguata alla gravità dell’inquinamento, sia in atto che potenziale, attraverso un’organizzazione chiara, strutturata, coordinata ed efficace allo scopo di contenere, ridurre e minimizzare gli impatti sull’ecosistema marino.

Il Piano Mase, in particolare, disciplina il coordinamento tra gli enti e le strutture interessate e le misure organizzative da adottare per consentire ai Capi di Compartimento Marittimo un’efficace direzione operativa delle operazioni.

LE ATTIVITÀ DI PREVENZIONE

Nel piano si evidenzia che le numerose attività poste in essere dal Mase e dal Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera sono attuate attraverso un monitoraggio costante ed integrato tra le diverse componenti del sistema nazionale antinquinamento.

Il Mase si avvale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, quale autorità a cui compete: la direzione delle attività di sorveglianza marittima, per la prevenzione degli inquinamenti delle acque marine da idrocarburi e da HNS; il monitoraggio del traffico marittimo per prevenire il verificarsi di sinistri marittimi e per cooperare all’identificazione e intercettazione delle navi responsabili di eventi di inquinamento, nonché per il controllo di altre sorgenti di inquinamento accidentale, incluse quelle da terra (ad es: impianti industriali e fiumi).

Il Conguarcost, invece, effettua per conto del Mase un servizio integrato di sorveglianza satellitare, navale ed aerea per il monitoraggio di eventuali inquinamenti dalle piattaforme off-shore per l’estrazione di idrocarburi.

SEGNALAZIONI DI INQUINAMENTO

Ai sensi del Piano MiTE, il comandante, l’armatore o il proprietario di una nave o il responsabile di un mezzo o di un impianto situato nella ZEE, nella ZPE, nelle acque territoriali, nelle acque interne marittime o sulla terraferma, nel caso di avarie o di incidenti agli stessi, suscettibili di arrecare, attraverso lo sversamento di idrocarburi o di HNS, danni all’ambiente marino, al litorale, alla costa o agli interessi connessi, è tenuto ad informare senza indugio l’Autorità Marittima più vicina al luogo del sinistro e ad adottare ogni misura che risulti al momento possibile per evitare ulteriori danni ed eliminare gli effetti dannosi già prodotti.

L’informazione circa un inquinamento marino da idrocarburi o HNS, in atto o potenziale, può altresì arrivare al Conguarcost, alle Capitanerie di Porto o al COIMAR anche da altre fonti (es. da navi o aerei in transito o da un impianto costiero e offshore, da un altro Stato rivierasco, dall’osservazione satellitare che produce un rapporto di inquinamento automatico, dai mezzi aeronavali della GC, dalle navi antinquinamento durante le attività di pattugliamento, da privati).

GESTIONE DELLE EMERGENZE E LIVELLI DI INQUINAMENTO

Ai sensi del presente Piano la fase di allertamento inizia appena viene notificato al COIMAR, attraverso i canali ufficiali di trasmissione, resi noti agli enti competenti dalla DG PNM, la presenza di un inquinamento marino o di un potenziale pericolo di inquinamento marino da idrocarburi o HNS.

Sono emergenze di Livello 1 (inquinamento marino lieve o di media gravità), ad esempio, quegli sversamenti di idrocarburi leggeri (ad es. diesel), di piccole/medie quantità che si verifichino nei porti o al largo, per i quali non sussistono rischi per la salute umana, per gli ecosistemi marini e costieri e per le attività socioeconomiche. In questo caso, il Capo del Compartimento Marittimo nell’area di sua competenza è responsabile della gestione dell’emergenza.

Potenziali scenari riconducibili a un Livello 2 di emergenza (inquinamento grave) sono: lo sversamento da una nave in navigazione di rilevanti quantitativi di idrocarburi a causa di incidente (incaglio/collisione/ecc.), che potrebbero raggiungere la costa, mettere a rischio le aree di alto valore intrinseco o particolari specie protette, nonché le attività di pesca e allevamento presenti nella zona e, in generale, ogni altro tipo di attività legata ad ogni legittimo utilizzo della risorsa marina. L’intervento, nei casi di scenari di inquinamento, anche potenziale, di Livello 2 è regolamentato dal Piano MiTE sia per quanto attiene la scelta delle strategie operative che la relativa gestione.

Sono emergenze di Livello 3 (inquinamento gravissimo), ad esempio, l’esplosione a bordo di una petroliera che provoca sversamento di ingenti quantità di idrocarburi, contaminando lunghi tratti di costa della penisola. Si tratta di situazioni che, per dimensioni o gravità, richiedono l’impiego di risorse straordinarie anche nell’imminenza dell’evento, attraverso la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale.

INQUINAMENTO DA IDROCARBURI: MODALITÀ OPERATIVE

Ai sensi del Piano, nel contrasto agli sversamenti di idrocarburi in mare, le azioni che maggiormente garantiscono, in linea con il principio di precauzione, la salvaguardia ambientale e socio-economica delle risorse messe a rischio, sono: la riduzione/eliminazione delle sorgenti di sversamento, il contenimento e la raccolta meccanica dell’inquinante. Queste azioni infatti tendono a limitare l’area colpita l’eventuale impatto sulla costa e allo stesso tempo ridurre al minimo i quantitativi di prodotto che, inevitabilmente, resteranno in mare.

INQUINAMENTO DA HNS

La definizione di sostanze pericolose e nocive (Hazardous and Noxious Substances – HNS) considerata nel Piano Mase è quella adottata dal Protocollo alla Convenzione di Barcellona, “Protocollo relativo alla cooperazione in materia di prevenzione dell’inquinamento provocato dalle navi e, in caso di situazione critica, di lotta contro l’inquinamento del Mare Mediterraneo” che definisce le sostanze HNS come “ogni sostanza diversa da un idrocarburo che, se introdotta nell’ambiente marino, rischia di mettere in pericolo la salute umana, nuocere alle risorse biologiche e alla flora e alla fauna marine, recare pregiudizio alle attrattive dell’ambiente marino o ostacolare qualsiasi altro utilizzo legittimo del mare”.
Nel Piano si evidenzia che le principali cause di sinistri nel trasporto marittimo di HNS sono da individuarsi in: collisioni, incaglio, incendi, esplosioni, danni strutturali, condizioni meteo-marine avverse, incidenti operazionali. Così come per gli idrocarburi, gli sversamenti di HNS in mare possono originare anche da altre sorgenti diverse dalle navi quali: piattaforme/pipeline; rilasci dalla costa (industrie, incidenti ferroviari o stradali, rilasci da infrastrutture costiere). La sorgente può essere nota o sconosciuta.

IL SUPPORTO ISPRA

ISPRA fornisce supporto tecnico-scientifico al Mase e alle altre istituzioni coinvolte su tematiche di carattere ambientale. Tale supporto – come evidenzia il Piano – si concretizza nel: rendere tempestivamente disponibili conoscenze tecnico-scientifiche per le azioni di contrasto agli inquinamenti marini, anche attraverso sopralluoghi e verifiche sul campo; apportare ai tavoli decisori conoscenze e dati di natura ambientale idonei a indirizzare le strategie di lotta all’inquinamento; consentire di assumere decisioni anche sull’impiego eventuale di prodotti ad azione disinquinante, tenendo nel debito conto le caratteristiche ecologiche e socio-economiche dell’area colpita; monitorare l’evolversi degli eventi, con particolare riguardo al comportamento e destino degli inquinanti in ambiente marino e costiero; coordinare le attività delle Agenzie regionali competenti appartenenti al SNPA.

 

(Il Piano, che sostituisce il precedente del 2013, è consultabile nel suo testo integrale con i suoi pertinenti allegati, così come il decreto ministeriale approvativo, n. 389, presso il sito istituzionale del Ministero alla pagina: https://www.mite.gov.it/pagina/piano-di-pronto-intervento-la-difesa-del-mare)

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