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elettricità

Domani prezzi energia sotto lo zero in Francia: fenomeno sempre più diffuso. Ecco perché

Chi ha dei contratti indicizzati al PUN, soprattutto alcune imprese, può godere di un risparmio diretto in bolletta. Per molti produttori, vendere energia a prezzo zero, può essere invece un problema

Per la prima volta da luglio dell’anno scorso, la potenza elettrica del giorno successivo in Francia crollerà sotto lo zero questo week end. Questo a causa della produzione solare di questo fine settimana che è destinata a sovraccaricare la rete. La media giornaliera si è attestata a -1,05 € per megawattora in un’asta sulla borsa Epex Spot SE di Parigi. Il livello più basso tra tutti i principali mercati europei.

PREZZI ORARI NEGATIVI, UN FENOMENO SEMPRE PIÙ FREQUENTE

I prezzi orari negativi stanno diventando un fenomeno sempre più frequente in tutto il Continente, con l’afflusso di energia rinnovabile nella rete, ma è ancora insolito vedere una tariffa complessiva inferiore allo zero. Sebbene questa sia una buona notizia per molti consumatori, sta decimando i rendimenti per sviluppatori e investitori nel settore delle energie rinnovabili in Europa.

IL 1 MAGGIO ANCHE IN ITALIA PREZZI A ZERO

Lo scorso primo maggio, anche in Italia il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso è sceso a livelli mai visti prima: tra le 11.00 e le 17.00, per quasi 8 ore consecutive, il Prezzo Unico Nazionale (PUN) si è mantenuto sotto 1 euro a megawattora, e alle 15 ha toccato addirittura lo zero. Non scendendo al di sotto per il semplice motivo che nel nostro paese, il sistema non permette ancora di applicare prezzi negativi nel MGP. La spiegazione di questo fenomeno? Il giorno festivo ha ridotto la domanda di energia, mentre la produzione da fonti rinnovabili, soprattutto del fotovoltaico, ha generato oltre 11 GW a cui si sono aggiunti l’autoconsumo domestico, stimato in circa 5 GW, portando l’offerta a superare la domanda e conseguentemente a far crollare il prezzo.

PREZZI NEGATIVI IN FRANCIA QUESTO SABATO

Secondo un modello di analisi Bloomberg, la produzione dei parchi solari francesi dovrebbe raggiungere il picco di quasi 14 gigawatt sabato, a fronte del record di circa 18 gigawatt registrato a fine marzo.

IMPATTO ANCHE SULLA PRODUZIONE NUCLEARE

L’impennata delle energie rinnovabili sta avendo un impatto anche sui produttori di energia tradizionali, tra cui Electricite de France SA. La produzione media della sua flotta di reattori ha raggiunto finora questo mese il livello più basso dal 2022.

RITMI RECORD IN TUTTA EUROPA DI INSTALLAZIONE PANNELLI FOTOVOLTAICI

Il calo dei costi dei pannelli solari sta portando la Francia come altri paesi, ad aggiungere nuova capacità a un ritmo record, tanto che il Paese dovrebbe installare altri 5 gigawatt quest’anno, secondo BloombergNEF. Di mezzo c’è anche l’obiettivo di raggiungere i target previsti dai vari Pniec europei.

In Italia ad esempio, Al 31 marzo 2025 il totale di impianti rinnovabili installati in Italia è di 78,05 GW, distribuiti su 1.948.673 impianti secondo i dati dell’Osservatorio Fer di Anie Rinnovabili. Se la tendenza attuale dovesse mantenersi anche nei prossimi trimestri, l’Italia potrebbe aggiungere ulteriori 6 GW installati nel corso del 2025, traguardando gli obiettivi del DM Aree Idonee di circa 23 GW tra gennaio 2021 e dicembre 2025. Resta comunque distante il traguardo di 10 GW/anno necessari per raggiungere gli obiettivi del PNIEC al 2030.

I PRO E I CONTRO DELLE RINNOVABILI

Il prezzo dell’energia a zero potrebbe sembrare un beneficio per tutti, e in parte è così: chi ha dei contratti indicizzati al PUN, soprattutto alcune imprese, può godere di un risparmio diretto in bolletta. Bisogna però considerare anche un problema strutturale. Per molti produttori, vendere energia a prezzo zero significa non incassare nulla. E, se il trend dovesse diventare frequente, potrebbe disincentivare nuovi investimenti nel settore. L’associazione Italia Solare ha spiegato che “più solare significa meno spesa, ma bisogna tutelare chi produce”.

Vi è poi un altro importante elemento da considerare: una rete che non riesce a gestire l’eccesso di energia rischia di diventare fragile, come potrebbe aver dimostrato il recente blackout in Spagna, provocato da un guasto ad una linea che ha mandato in tilt l’intero sistema.

SEMPRE PIU’ FREQUENTI I DISTACCHI

Proprio per fronteggiare l’eccesso di elettricità prodotta dalle rinnovabili si ricorre sempre di più al curtailment (che viene utilizzata anche per far fronte a una domanda bassa o a vincoli dell’infrastruttura) Terna e E-Distribuzione stanno impartendo diversi ordini di distacco della produzione ai proprietari di impianti fotovoltaici. Nei giorni scorsi a denunciare il problema è stato Chicco Testa, presidente di Assoambiente, che su X ha lancitoa l’allarme, citando una fonte di settore. Giuseppe Zollino, professore di Tecnica ed Economia dell’Energia e Impianti Nucleari presso l’Università di Padova risponde al tweet, ha rincarato la dose: “Andrà sempre peggio”.

TESTA: AUMENTANO GLI ORDINI DI CURTAILMENT PER FV

“Questi giorni i produttori da impianti fotovoltaici stanno registrando, non senza qualche malumore, un forte aumento degli ordini di distacco della produzione per motivi di sicurezza della rete impartiti da Terna e dal maggiore distributore, E-Distribuzione. Una fonte di settore parla di tassi curtailment molto elevati. L’energia tagliata viene comunque pagata” ha scritto Chicco Testa su X.

L’energia viene pagata “perché hanno contratti a prezzi fisso”, spiega il presidente di Assoambiente in un commento.

ZOLLINO: TUTTO PREVISTO, TASSO CURTAILMENT AUMENTERA’ CON 100% RINNOVABILI

La riduzione della produzione di energia da fotovoltaico era un fenomeno previsto da tempo, ha sottolineato Giuseppe Zollino. “E non si dica che non era previsto! E andrà sempre peggio, se continueremo ad alimentare l’illusione di poter soddisfare la domanda elettrica installando sempre più fotovoltaico ed eolico. Ecco 4 scenari italiani al 2040: guardate il curtailment previsto nei 2 scenari 100% rinnovabili”, scrive il professore, rimandando a un approfondimento pubblicato sull’ultimo numero di RiEnergia, nel quale sottolinea i benefici di un mix elettrico decarbonizzato al 2040 composto da rinnovabili e nucleare, attraverso un confronto tra 4 differenti scenari.

L’OBIEZIONE

Non tutti però sono d’accordo con il nuovo asse per il nucleare. “Al contrario di quanto afferma @chiccotesta, l’energia tagliata che altrimenti produrrebbero impianti fv in esercizio NON viene remunerata. Lo sarà invece quella degli impianti fv di nuova costruzione remunerati con il Fer X, che dovranno obbligatoriamente partecipare al MSD”, ha scritto Gianluca Rizzo, amministratore di Ecogen Impianti, ripostando il tweet di Testa. Che ha aggiunto: “Zollino ci tiene a precisare che quando il costo dell’energia sul MGP va a zero fv ed eolico vengono cmq remunerati (almeno dal 2016 in poi mediamente <70€/MWh, non sappiamo ancora con i nuovi strumenti). Quando ci sarà l’amato nucleare invece sarà gratis. Giusto?”, aggiunge Rizzo.

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