Kiev rivendica l’attacco alla raffineria Lukoil, parte di una campagna intensificata contro le infrastrutture del Cremlino. In risposta, Putin ordina di rafforzare le difese e testa la minaccia nucleare.
L’Ucraina ha rivendicato un attacco con droni che ha colpito la raffineria di Volgograd, di proprietà del colosso energetico russo Lukoil PJSC, causando esplosioni e un vasto incendio. L’operazione notturna si inserisce in una strategia sempre più aggressiva di Kiev volta a minare le fondamenta economiche che finanziano l’invasione russa, portando il conflitto direttamente sul territorio nemico.
LA RIVENDICAZIONE UCRAINA E I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE
La conferma dell’attacco notturno è arrivata direttamente dallo Stato Maggiore ucraino attraverso una nota diffusa sulla piattaforma Telegram. Le informazioni trovano riscontro nei resoconti dei residenti locali, che hanno documentato l’arrivo di droni e l’attivazione delle difese aeree tramite foto e video circolati online. Il governatore della regione di Volgograd, Andrey Bocharov, ha confermato lo scoppio di un incendio nel distretto industriale di Krasnoarmeysky e ha riportato il tragico bilancio di un civile di 48 anni deceduto a causa delle schegge. L’attacco ha inoltre causato danni a un edificio residenziale e a diverse abitazioni private.
UNA STRATEGIA MIRATA A COLPIRE L’ECONOMIA RUSSA
L’offensiva contro la raffineria di Volgograd, situata a circa 450 chilometri dal territorio controllato dall’Ucraina, non è un evento isolato. L’impianto, con una capacità di lavorazione di circa 300.000 barili di greggio al giorno, è un obiettivo strategico fondamentale per il Cremlino, poiché fornisce prodotti petroliferi alle regioni meridionali della Russia e alle unità militari impegnate nel Donbass. Secondo dati raccolti da Bloomberg, dall’inizio di agosto i droni ucraini hanno colpito impianti petroliferi russi per almeno 38 volte, un’escalation notevole rispetto ai 21 attacchi registrati tra gennaio e luglio. L’obiettivo dichiarato di Kiev è colpire le entrate energetiche di Mosca per innescare una pressione interna sul presidente Vladimir Putin e spingerlo a negoziare la fine delle ostilità.
UN FRONTE ENERGETICO ALLARGATO
La campagna ucraina dimostra un raggio d’azione sempre più ampio. Oltre a Volgograd, sono stati segnalati altri attacchi significativi. Tra questi, un’operazione contro la centrale termoelettrica di Volgorechensk, nella regione di Kostroma, a circa 750 chilometri dalle linee ucraine. È stato colpito anche un deposito di petrolio a Bitumne, vicino a Simferopol, nella Crimea annessa, un nodo logistico cruciale per l’approvvigionamento delle forze russe.
LA REAZIONE DEL CREMLINO E LE MOSSE INTERNAZIONALI
La pressione sull’industria energetica russa non arriva solo dal fronte militare. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha inserito nella lista nera i colossi Rosneft PJSC e Lukoil, aumentando la pressione economica su Mosca. In Europa, la Bulgaria sta elaborando una legge per assumere il controllo della raffineria di Burgas, anch’essa di proprietà di Lukoil. Di fronte a questa minaccia su più fronti, Vladimir Putin ha ordinato di rafforzare la difesa delle raffinerie russe, firmando una legge che prevede l’impiego di milioni di riservisti per questo compito.
L’OMBRA DELLA MINACCIA NUCLEARE
Il conflitto sta raggiungendo livelli di tensione globale sempre più allarmanti. In una mossa che ha scatenato il timore di una nuova corsa agli armamenti, il presidente Trump ha annunciato l’intenzione degli Stati Uniti di interrompere la moratoria trentennale sui test nucleari. La risposta del Cremlino non si è fatta attendere: Putin ha ordinato di avviare i preparativi per i test sulle armi nucleari russe.
LA GUERRA SUL CAMPO CONTINUA
Mentre la guerra energetica si intensifica, i combattimenti e i bombardamenti non mostrano segni di tregua. Le forze russe continuano a colpire le città ucraine: un attacco su larga scala con droni ha ferito otto persone e causato incendi e distruzioni a Kamianske, nella regione di Dnipropetrovsk, colpendo principalmente infrastrutture civili. Sul campo di battaglia, la Russia rivendica avanzate all’interno della città chiave di Pokrovsk, dove l’esercito ucraino è impegnato in duri combattimenti per evitare l’accerchiamento.


