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Idrogeno

Ecco chi fornirà l’idrogeno rinnovabile all’Unione europea

Sebbene l’Ue abbia individuato delle potenziali regioni per le future forniture di idrogeno rinnovabile, queste regioni rimangono indefinite e comprendono oltre 70 Paesi

La versatilità di produzione dell’idrogeno, unita al suo potenziale come vettore energetico, lo posiziona come un combustibile potenzialmente importante per il futuro. L’idrogeno, infatti, può essere acquistato in molti modi diversi e ha la capacità di soddisfare numerose applicazioni, sia nella tecnologia esistente che in quella futura. Ciò significa che è un gas in prima linea nei piani degli investitori e dei responsabili politici. Inoltre, l’idrogeno non è soggetto alle stesse limitazioni geografiche dei combustibili fossili o dei sistemi elettrici a batteria.

I PIANI DELL’UNIONE EUROPEA SULL’IDROGENO

Esaminando gli ultimi annunci riguardanti l’idrogeno, l’Unione europea ha fissato un obiettivo ambizioso per la domanda di idrogeno entro il 2030, in particolare per importare 10 tonnellate di idrogeno rinnovabile all’anno entro quella data. Questo obiettivo potrebbe dare il via al commercio internazionale dell’idrogeno rinnovabile e già oltre 50 Paesi hanno annunciato o stanno preparando delle strategie per l’idrogeno. Complessivamente, queste strategie si sommano ad oltre 45 Mt di capacità di idrogeno entro il 2030, anche se attualmente solo 2 Mt di questa capacità sono giunte alla FID (fase della decisione finale di investimento) o in una fase più avanzata, per funzionare entro o prima del 2030. I progetti in corso si trovano principalmente all’interno dell’Unione europea, dell’Arabia Saudita e del Canada.

Questo contrasto tra gli annunci e la capacità attualmente ritenuta in grado di entrare in funzione crea molte sfide ed opportunità per i Paesi che stanno valutando l’esportazione o l’importazione di idrogeno. L’ultimo annuncio sull’idrogeno dell’Unione europea lo pone in una posizione di forza per plasmare il futuro mercato dell’idrogeno decarbonizzato, in quanto potrebbe spingere i Paesi esportatori ad avviare la produzione.

L’IMPORTANZA DEI PROSSIMI 7 ANNI

I prossimi 7 anni si prospettano molto importanti per la crescita dell’idrogeno decarbonizzato e dei relativi combustibili e prodotti. Se l’attuale mercato dell’idrogeno è principalmente dominato dalla produzione vincolata senza sosta, molti Paesi in tutto il mondo stanno fissando degli obiettivi ambiziosi per la produzione di idrogeno decarbonizzato. Tuttavia, è importante che questi annunci si traducano in progetti che ottengano finanziamenti e prelievi.

Come detto, l’Unione europea si è posizionata bene in termini di potenziali importazioni di idrogeno, fissando il più grande obiettivo di importazione annunciato di 10 Mt entro il 2030. Ciò offre ai Paesi orientati all’esportazione la possibilità di aumentare le proprie strategie di decarbonizzazione e diversificare le proprie economie per soddisfare questa futura richiesta. È probabile che la definizione dell’Ue di idrogeno rinnovabile e il suo vantaggio per i primi utilizzatori forniranno chiarezza ai Paesi orientati all’esportazione e li spingeranno ad investire in progetti in linea con la definizione Ue.

LA GEOGRAFIA DELL’IDROGENO RINNOVABILE

Infine, sebbene l’Ue abbia individuato delle potenziali regioni per le future forniture di idrogeno rinnovabile, queste regioni rimangono indefinite e comprendono oltre 70 Paesi. Tuttavia, nel marzo scorso Australia, Cile, Marocco, Oman, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti si sono distinti tra i 14 Paesi che hanno dichiarato obiettivi sull’idrogeno e si trovano all’interno delle regioni identificate dalla politica Ue come potenziali futuri fornitori di idrogeno rinnovabile.

Questi Paesi sono i candidati immediati più probabili per le future importazioni di idrogeno, in particolare per le spedizioni di ammoniaca, che è la forma più probabile attraverso cui l’idrogeno arriverà nell’Unione europea entro il 2030. Inoltre, per facilitare le forniture sostenibili di idrogeno dai Paesi esportatori verso l’Ue, bisognerà discutere e lavorare sulle infrastrutture, sugli scenari congiunti, sulla cooperazione tecnologica, sulle norme, su investimenti e finanziamenti, sullo sviluppo del mercato e delle piattaforme commerciali, sulla formazione e sulla creazione di poli di coordinamento.

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