Il ministro dell’energia algerino Mohamed Arkab ha chiuso a qualsiasi possibilità di acquisizione degli asset. Possibile l’uso del diritto di prelazione per bloccare la vendita
Si complica l’affare Anadarko almeno per quanto riguarda gli asset algerini della major americana. Il deal con Occidental prevedeva la vendita per 8,8 miliardi di dollari di tutte le attività africane di Anadarko a Total, un accordo solo in apparenza marginale, perché avrebbe rappresentato la maggiore acquisizione da una ventina d’anni a questa parte per la compagnia francese. Nel pacchetto ci sono attività in Ghana, Algeria, Sudafrica e soprattutto il 26,5% di Mozambique Lng, progetto che secondo Anadarko riceverà via libera all’investimento il 18 giugno e grazie al quale, calcola Wood Mackenzie, Total diventerebbe il quarto fornitore di Gnl al mondo dopo Qatargas, Shell e Petronas. Ma Algeri ha già formulato un aut aut a Total.
ALGERI PRONTA A ESERCITARE IL DIRITTO DI PRELAZIONE PER BLOCCARE LA VENDITA DEGLI ASSET
Il ministro dell’energia Mohamed Arkab, secondo quanto riferito da Reuters, ha chiuso a qualsiasi possibilità di acquisizione degli asset. Il governo algerino non sarebbe stato, infatti, contattato sull’argomento e ora è pronto a esercitare il suo diritto di prelazione, ha riferito Arkab. “Il nostro ministero ha contattato Anadarko per ottenere spiegazioni su queste informazioni, ma finora non abbiamo avuto risposta – ha detto -. Significa che non c’è un contratto tra Total e Anadarko. Abbiamo buone relazioni con Anadarko e faremo del nostro meglio per preservare gli interessi dell’Algeria, compreso l’uso del nostro diritto di prelazione per bloccare la vendita”.
TOTAL HA BUONI RAPPORTO CON L’ALGERIA
Total ha già una presenza in Algeria e lo scorso anno ha firmato una serie di nuovi accordi con l’algerina Sonatrach per lo sviluppo di nuovi campi. Tuttavia, come sottolinea Reuters, le relazioni algerino-francesi non sono le più amichevoli dopo la sanguinosa guerra di indipendenza in Algeria degli anni Cinquanta.
PER IL NUMERO UNO POUYANNE IL PORTAFOGLIO ANADARKO IN ALGERIA ‘IN SINTONIA’ CON SCELTE AZIENDA
Per Total, tuttavia, l’acquisizione del portafoglio di Anadarko in Algeria, che ammonta a circa 260 milioni di barili di petrolio al giorno è “in perfetta sintonia” con le sue priorità, ha dichiarato il numero uno dell’azienda transalpina Patrick Pouyanne a inizio mese. “Quello che diciamo agli investitori è che giochiamo sui nostri punti di forza. Quali sono i punti di forza di Total? Il Medio Oriente, Africa, Mare del Nord, le acque profonde. E l’intesa si adatta esattamente e perfettamente con quello che abbiamo annunciato”, ha detto Pouyanne commentando l’accordo con Occidental e ricordando che degli abboccamenti c’erano già stati con la stessa Anadarko in passato.
QUALI SONO I BENI DI ANADARKO SU CUI TOTAL HA MESSO GLI OCCHI 
Naturalmente c’è tempo per appianare i dissidi visto che l’accordo Occidental-Anadarko si chiuderà ufficialmente nel 2020. Total otterrebbe l’accesso non solo al petrolio ma anche al gas, circa 3 miliardi di barili equivalenti di risorse consentendo al tempo stesso a Occidental di rafforzare il suo bilancio. I beni da acquisire in Algeria sono la partecipazione del 24,5% e operatività dei blocchi 404a e 208 (campi di Hassi Berkine, Ourhoud e El Merk) nel bacino di Berkine in cui Total detiene già il 12,25%. Questi campi hanno rappresentato una produzione lorda di 320 mila boe / giorno nel 2018. In Ghana occhi puntati sulla partecipazione del 27% nel campo Jubilee e la partecipazione del 19% nei campi TEN. Questi campi hanno rappresentato una produzione lorda di 143 mila barili al giorno nel 2018. In Mozambico, come detto, si punta alla partecipazione in Mozambique Lng i cui progetti dovrebbero entrare in produzione entro il 2024. In Sud Africa a Total andrebbero le licenze di esplorazione, vicino alla recente scoperta di Brulpadda. Complessivamente, queste attività rappresentano circa 1,2 miliardi di boe di riserve di cui il 70% gas, più 2 miliardi di boe di risorse di gas naturale a lungo termine in Mozambico. La produzione del 2018 è stata di 96 mila boe / giorno e si prevede che aumenterà fino a circa 160 mila boe / giorno entro il 2025.
PERCHÉ ANCHE L’ITALIA È ALLA FINESTRE NELLE VICENDE ALGERINE
Anche l’Italia potrebbe essere attenta alle questioni algerine data la forte dipendenza energetica che il nostro paese ha con il Magreb. Secondo il recente “MED & Italian Energy Report” sul settore dell’energia in Italia e nel Mediterraneo nato dalla collaborazione tra Srm (Centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo) e l’Esl@Energy Center del Dipartimento energia del Politecnico di Torino assieme al “Joint Research Center” della Commissione europea e la Fondazione Matching Energies, l’Italia soddisfa nel complesso il 28% dei suoi bisogni di gas attraverso il TransMed, il gasdotto che fornisce combustibile algerino fino al punto di contatto di Mazara del Vallo, in Sicilia, e capace di trasportare fino a 30 miliardi di metri cubi l’anno. L’Algeria, infatti, è fra i primi dieci Paesi al mondo per produzione di gas naturale con un estrazione stimata in 130 miliardi di metri cubi l’anno. Il combustibile viene esportato lungo le coste da dove partono tre gasdotti – due verso la Spagna e uno verso la Sicilia – che inviano gas in Europa. L’Algeria, in sostanza, è il terzo fornitore europeo e addirittura il secondo italiano di combustibile.