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Germania

Ecco le strategie tedesche per la transizione energetica nell’accordo di coalizione di Governo

Significativo il fatto che la “protezione del clima” non compaia tra le priorità elencate, sebbene i partner di coalizione confermino l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2045.

L’Unione (Cdu e Csu) e l’Spd riorientano le politiche energetiche tedesche verso l’efficienza dei costi. Il nuovo accordo di coalizione su cui i partiti che formeranno il prossimo governo hanno raggiunto l’accordo questa settimana, pone al centro dell’agenda l’accessibilità economica e la sicurezza dell’approvvigionamento, disponendo un monitoraggio completo entro l’estate 2025 per valutare il fabbisogno energetico effettivo, lo stato dell’infrastruttura e l’espansione delle rinnovabili.

Significativo il fatto che la “protezione del clima” non compaia tra le priorità elencate, sebbene i partner di coalizione confermino l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2045.

“Il nostro obiettivo è quello di mantenere bassi e prevedibili i costi energetici, che siano competitivi a livello internazionale”, si legge nell’accordo, una dichiarazione accolta positivamente dal settore industriale ed energetico. Kerstin Andreae, presidente del consiglio di amministrazione dell’Associazione federale tedesca per l’energia e l’acqua (BDEW), ha sottolineato l’importanza di rafforzare la resilienza del sistema energetico mantenendo prezzi accessibili, mentre Tanja Gönner della BDI, la confederazione delle industrie tedesche, ha definito “importante e giusto” l’alleggerimento degli oneri energetici per industria e famiglie.

REVISIONE DELL’ESPANSIONE DELLA RETE ELETTRICA

La coalizione ha annunciato una significativa riconfigurazione dell’espansione della rete elettrica, che rappresenta uno dei principali fattori di costo della transizione energetica. L’approccio sarà ora “orientato alle esigenze realistiche”, abbandonando il principio di posare le autostrade elettriche come cavi sotterranei in favore di linee aeree “ove possibile”. Una decisione motivata dai costi: le linee aeree rappresentano una frazione dell’investimento richiesto dai cavi interrati, con un potenziale di risparmio stimato in 20 miliardi di euro per i prossimi progetti.

Questa revisione risponde alle critiche di sovradimensionamento dell’infrastruttura rispetto alla domanda effettiva. Mentre le proiezioni prevedevano un forte aumento del fabbisogno elettrico dovuto alla diffusione di auto elettriche e pompe di calore, l’adozione di queste tecnologie è risultata significativamente inferiore alle aspettative di alcuni anni fa, rendendo necessario un riesame delle priorità infrastrutturali in un contesto in cui gli operatori avrebbero dovuto investire oltre 500 miliardi di euro entro il 2045.

LE MISURE CONCRETE PER CITTADINI E IMPRESE

Il programma prevede interventi diretti sui prezzi dell’energia per famiglie e aziende, una delle promesse fatte personalmente da Friedrich Merz (il futuro cancelliere) durante la campagna elettorale. La riduzione dell’imposta sull’elettricità al minimo livello europeo e il taglio delle imposte sul prezzo dell’elettricità mireranno a garantire uno sgravio permanente di “almeno cinque centesimi” per chilowattora. Per una famiglia media con consumo annuo di 3500 kWh, ciò si tradurrebbe – secondo i coalizionari – in un risparmio di 175 euro all’anno, mentre il costo stimato per i bilanci pubblici si aggirerebbe intorno ai 18 miliardi di euro annui.

Anche i consumatori di gas beneficeranno dell’abolizione della tassa di stoccaggio introdotta durante la crisi del 2022, un provvedimento particolarmente rilevante per i grandi consumatori industriali. Parallelamente, la coalizione si impegna a evitare aumenti improvvisi del prezzo della CO2 nei settori dei trasporti e del riscaldamento, con un meccanismo di restituzione delle entrate derivanti dalla tariffazione del carbonio a cittadini e imprese – un obiettivo già dichiarato ma non realizzato dal precedente governo.

CENTRALI ELETTRICHE TRA RISERVA E RITORNO AL MERCATO

Uno degli obiettivi più ambiziosi dell’accordo riguarda la costruzione di centrali elettriche di riserva con capacità installata di 20 gigawatt entro il 2030, equivalenti a circa 40-50 grandi blocchi di centrali. Queste strutture dovrebbero integrare la produzione da rinnovabili nei momenti di insufficiente copertura del fabbisogno, con distribuzione su tutto il territorio nazionale, preferibilmente nei siti delle centrali esistenti.

Tuttavia, il settore considera irraggiungibile questo traguardo temporale, stimando necessari almeno sei anni dalla pianificazione alla messa in funzione di una centrale. Più controversa ancora è l’intenzione di consentire alle vecchie centrali della riserva di rete di tornare a operare sul mercato in situazioni di congestione. Sebbene supportata da alcuni grandi consumatori industriali, questa proposta è criticata da numerosi operatori di mercato che temono un disincentivo agli investimenti in nuove centrali flessibili e sistemi di stoccaggio. Sven Becker di Trianel, intervistato dall’Handelsblatt, l’ha definita “un errore e un peccato politico” che mina il funzionamento dei mercati.

LO STOCCAGGIO DELLA CO2 E IL SILENZIO SUL NUCLEARE

La formulazione relativa alla cattura e stoccaggio del biossido di carbonio (CCS) apre a un’applicazione estesa della tecnologia, non solo per le emissioni “non evitabili” dei settori cemento, calce e gestione rifiuti, ma anche per le “emissioni difficilmente evitabili” dell’industria siderurgica e chimica, nonché per le centrali a gas. Un approccio che potrebbe generare tensioni all’interno della coalizione, specialmente con l’Sps dove esistono forti resistenze all’espansione della CCS oltre i settori strettamente necessari.

Gli alleati intendono inoltre accelerare l’introduzione dei contatori intelligenti e potenziare le tariffe elettriche dinamiche. Emblematico, infine, il silenzio sul tema del nucleare, completamente assente dal documento nonostante le recenti pressioni dell’Unione per valutare la riattivazione delle centrali dismesse – opzione fermamente respinta dai socialdemocratici.

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