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Cavi Sottomarini Internet

Ecco perché i cavi sottomarini per Internet sono sempre più a rischio

Il fatto che i dati che alimentano le comunicazioni finanziarie, governative e alcune militari attraversino cavi non molto più spessi di un tubo flessibile e protetti da poco più dell’acqua che li circonda, negli ultimi anni è diventato motivo di preoccupazione in tutto il mondo

Il 14 gennaio 2022, all’indomani di un’enorme eruzione vulcanica, l’arcipelago di Tonga si oscurò. L’eruzione sottomarina, 1.000 volte più potente della bomba sganciata su Hiroshima, provocò onde di tsunami nelle isole del Paese e ricoprì di cenere le sabbie coralline bianche dell’isola. La potenza dell’eruzione Hunga-Tonga-Hunga interruppe la connettività Internet con lo Stato dell’Oceania, causando un blackout delle comunicazioni proprio nel momento in cui era in atto una crisi.

Quando, settimane dopo, il cavo sottomarino che fornisce Internet a Tonga venne ripristinato, la portata dell’interruzione fu chiara: la mancanza di connettività aveva ostacolato gli sforzi di ripresa, devastando allo stesso tempo le aziende e le finanze locali, molte delle quali dipendono dalle rimesse dall’estero.

LA VULNERABILITÀ DELL’INFRASTRUTTURA DI INTERNET

Il disastro – riporta il Guardian –  ha esposto le estreme vulnerabilità dell’infrastruttura che sostiene il funzionamento di Internet. “Oggi la nostra vita è inseparabile da una connessione internet operativa”, afferma Nicole Starosielski, professoressa dell’Università di Berkeley – California e autrice di “The Undersea Network”. In questo senso, spiega Starosielski, “è molto simile all’acqua potabile, un servizio che sostiene la nostra stessa esistenza.

E, come l’acqua, pochissime persone capiscono cosa serve affinché viaggi da un serbatoio lontano ai rubinetti della nostra cucina. I consumatori moderni hanno iniziato ad immaginare internet come qualcosa di invisibile nell’atmosfera, una “nuvola invisibile” sopra le nostre teste che ci fa piovere dati addosso. Dal momento che i nostri dispositivi non sono collegati a nessun cavo, molti credono che sia tutto wireless, ma la realtà è molto diversa.

QUASI TUTTO IL TRAFFICO INTERNET CORRE SU FIBRE OTTICHE SOTTO L’OCEANO

Quasi tutto il traffico Internet – incluse le chiamate Zoom, lo streaming dei film, le email e i feed dei social media – ci raggiunge tramite fibre ottiche ad alta velocità posate sui fondali oceanici. Queste sono le “vene” del mondo moderno, che si estendono per quasi 1,5 milioni di km sotto il mare, collegando i Paesi tramite cavi fisici che incanalano il web attraverso di esse. In una telefonata via WhatsApp col Guardian, Starosielski ha spiegato che i dati che trasmettono la sua voce viaggeranno dal suo telefono cellulare ad una vicina torre cellulare: “questo è fondamentalmente l’unico salto wireless nell’intero sistema”. Dalla torre cellulare, la voce passerà attraverso una serie di cavi in ​​fibra ottica terrestri, viaggiando alla velocità della luce sottoterra, quindi andrà ad una stazione di atterraggio dei cavi – di solito da qualche parte vicino all’acqua – e da lì al fondale marino, prima di risalire ad una stazione di atterraggio dei cavi in ​​Australia, da dove il Guardian stava parlando con Starosielski. “Le nostre voci sono letteralmente sul fondo dell’oceano”.

I TIMORI PER LE COMUNICAZIONI CHE PASSANO DA CAVI SOTTOMARINI

Il fatto che i dati che alimentano le comunicazioni finanziarie, governative e alcune militari attraversino cavi non molto più spessi di un tubo flessibile e protetti da poco più dell’acqua di mare sopra di essi, negli ultimi anni è diventato motivo di preoccupazione in tutto il mondo. Nel 2017 i funzionari della NATO riferirono che i sottomarini russi avevano intensificato la sorveglianza dei cavi Internet nell’Atlantico settentrionale e nel 2018, l’amministrazione Trump sanzionò una società russa che avrebbe fornito “capacità sottomarine” a Mosca, con l’obiettivo di monitorare la rete sottomarina.

Un attacco russo ai cavi sottomarini causerebbe “danni significativi alla nostra economia e alla nostra vita quotidiana”, affermò all’epoca Jim Langevin, membro della commissione per i servizi armati della Camera degli Stati Uniti.

QUANDO LA RUSSIA USÒ I CAVI DI INTERNET COME ARMA

L’attacco ai cavi Internet è un’arma che la Russia ha da tempo nel suo arsenale di guerra ibrida. Quando annesse la Crimea, nel 2014, Mosca recise la principale connessione via cavo alla penisola, ottenendo il controllo della sua infrastruttura Internet e consentendo al Cremlino di diffondere disinformazione. È stato anche dimostrato che i conflitti globali hanno effetti indesiderati e dirompenti sui sistemi via cavo Internet. Nel febbraio scorso i militanti Houthi sostenuti dall’Iran attaccarono una nave cargo nel Mar Rosso: l’affondamento della Rubymar probabilmente è stato responsabile del taglio di 3 cavi sottomarini nella regione, che interruppe una parte significativa del traffico Internet tra Asia ed Europa.

Anche gli Stati Uniti e i loro alleati hanno espresso seria preoccupazione che gli avversari possano attingere ai cavi sottomarini “per ottenere informazioni personali, dati e comunicazioni”. Un rapporto del Congresso del 2022 sulla questione ha evidenziato il potenziale aumentato della Russia o della Cina di accedere ai sistemi via cavo sottomarini.

INTERNET NON È UGUALE PER TUTTI

Tuttavia, per molti esperti il rischio più grande per Internet non è il sabotaggio, lo spionaggio o persino le connessioni non autorizzate, ma la diffusione non uniforme dell’infrastruttura via cavo che attraversa il globo, legando insieme le reti digitali mondiali. “Non ci sono cavi ovunque, c’è una concentrazione nell’Oceano Atlantico settentrionale – che collega gli Stati Uniti e l’Europa -, ma non ce ne sono così tanti nell’Atlantico meridionale. Alcune parti del mondo hanno un alto livello di connettività e diversità in termini di avere più percorsi in caso di interruzione”, afferma Starosielski. Nel 2023 c’erano oltre 500 cavi di comunicazione sul fondo dell’oceano, ma la mappa dei cavi di rete sottomarini mostra che oggi essi sono in gran parte incentrati su centri economici e popolati.

LA DISTRIBUZIONE DEI CAVI SOTTOMARINI NEGLI OCEANI

La distribuzione diseguale dei cavi è più evidente nel Pacifico, dove un territorio come Guam – con una popolazione di appena 170.000 abitanti e che ospita una base navale statunitense – ha oltre 10 cavi Internet che si collegano all’isola. La Nuova Zelanda, con oltre 5 milioni di persone, ne ha 7. Tonga ne ha solo uno. In seguito all’eruzione del 2022 a Tonga, i governi di tutto il mondo sono stati spinti ad agire, commissionando relazioni sulle vulnerabilità all’interno della rete di cavi sottomarini esistente, mentre le aziende tecnologiche hanno lavorato per rafforzare le reti per garantire che un evento del genere non si verificasse mai più.

IL SECONDO CROLLO DI INTERNET A TONGA

Il mese scorso, Internet a Tonga è crollato di nuovo. Grandi parti del Paese sono rimaste al buio, dopo che il cavo Internet sottomarino che collegava la rete dell’isola è stato danneggiato, causando il caos per le aziende locali. Per ora, i fondamentali economici favoriscono la costruzione di più cavi nel mondo occidentale e nei mercati emergenti, dove la domanda digitale è in forte espansione.

Nonostante gli avvertimenti di sabotaggio o danni accidentali, gli esperti affermano che, senza l’imperativo di mercato di creare reti più resilienti, il rischio reale è che luoghi come Tonga continueranno ad oscurarsi, minacciando la promessa stessa di equità digitale su cui venne fondata Internet.

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