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Ecco perché i Paesi bruciano ancora più carbone (che riscalda il pianeta)

Anche se le temperature sulla Terra battono nuovi record e gli scienziati di recente hanno avvertito che il clima sta raggiungendo pericolosi punti di svolta, la quantità di carbone consumata continua a crescere

È ormai assodato che, per evitare gli effetti più disastrosi del cambiamento climatico, sia necessario eliminare gradualmente le centrali elettriche che bruciano carbone, la principale fonte di emissioni di anidride carbonica. Eppure, nel mondo sta avvenendo il contrario. Anche se le temperature sulla Terra battono nuovi record e gli scienziati di recente hanno avvertito che il clima sta raggiungendo pericolosi punti di svolta, la quantità di carbone consumata continua a crescere. Il problema di base è semplice: ogni volta che la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico è in dubbio, l’imperativo di contenere il riscaldamento globale scivola in fondo all’agenda dei Paesi.

  1. QUANTO CONTA IL CARBONE NEL MONDO?

Il carbone, il combustibile fossile più sporco al mondo, è la principale fonte di elettricità. Secondo il think tank climatico Ember, nel 2023 ha rappresentato il 35% della generazione mondiale. Il gas naturale era al secondo posto, con oltre il 22%, l’idroelettrico ha fornito il 14% e il nucleare contribuito per il 9%. Tuttavia, questo è un segno di progresso. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, dal 2006 al 2014 il carbone è stato la fonte di almeno il 40% della produzione mondiale di energia elettrica.

  1. PERCHÉ ABBANDONARE IL CARBONE È COSÌ DIFFICILE?

I Paesi in via di sviluppo considerano il carbone una fonte di energia conveniente ed economica che possono usare per modernizzare le loro economie, proprio come hanno fatto gli Stati occidentali prima di loro. In Cina e India, i due maggiori consumatori, l’uso del carbone è cresciuto quasi ininterrottamente per decenni: insieme, i due Paesi nel 2023 sono stati responsabili di due terzi dell’uso mondiale del combustibile, rispetto al 35% del 2000. Ciò ha ampiamente compensato i progressi dei Paesi industrializzati, in particolare degli Stati Uniti e degli Stati europei, nell’incrementare le energie rinnovabili.

IL RUOLO DEL CARBONE NEI PAESI OCCIDENTALI

Il carbone continua ad essere resiliente in molti Paesi occidentali, dove le aspettative di una crescita continua della domanda di energia, dovuta in gran parte all’elettrificazione del trasporto personale e del riscaldamento domestico e alla rapida espansione dei data center, stanno ritardando i piani di dismissione delle centrali elettriche a carbone. Paradossalmente, la spinta verso il net zero sta contribuendo a sostenere la domanda di carbone nel breve termine, poiché gran parte della produzione di auto elettriche, pannelli solari e altre tecnologie rispettose del clima avviene in Cina, Paese affamato del combustibile sporco.

  1. PERCHÉ L’USO DEL CARBONE DA PARTE DI STATI UNITI E EUROPA È RIMASTO FORTE?

Il carbone ha avuto un andamento fortissimo dalla pandemia Covid, quando fabbriche e uffici chiusero, riducendo la domanda di elettricità. I ​​produttori di gas risposero riducendo la produzione ma, quando nel 2021 le restrizioni si allentarono e la domanda di energia aumentò, la produzione di gas impiegò un po’ di tempo per riprendere, e le utility si rivolsero al carbone, sempre disponibile, per tenere accese le luci.

Poi è arrivata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, nel 2022, che ha portato alle sanzioni da parte dell’Unione europea. La Russia ha iniziato a ridurre le forniture di gas all’Europa, il che ha aumentato l’uso del carbone per colmare il divario. Successivamente, a partire dalla fine del 2023, le utility sono state colte di sorpresa dalla rapida crescita del consumo di energia dai data center, in particolare applicazioni ad alto consumo energetico, come l’intelligenza artificiale. Si prevede che ciò sosterrà la domanda del combustibile.

  1. CINA E INDIA STANNO TAGLIANDO L’USO DEL CARBONE?

I due Paesi più popolosi affrontano una pressione crescente per mantenere il flusso di energia nella rete elettrica, in mezzo al crescente consumo di elettricità. La Cina sta rapidamente installando energia eolica e solare e presto potrebbe raggiungere il picco di consumo di carbone, ma il combustibile verrà comunque utilizzato per bilanciare la generazione intermittente da fonti rinnovabili. Pechino utilizza oltre la metà del carbone mondiale, e nel 2023 ha rappresentato il 95% delle nuove centrali elettriche a carbone del mondo. Il presidente cinese Xi Jinping, però, ha promesso che l’utilizzo raggiungerà il picco entro il 2026.

Anche l’India sta aumentando la sua flotta di centrali elettriche a carbone, con piani per aggiungere più capacità nell’anno fiscale 2025 di quanta ne abbia aggiunta in quasi un decennio. Il carbone fornisce circa tre quarti dell’elettricità del Paese, e il governo si aspetta che resterà il pilastro della rete per almeno un altro decennio.

  1. E GLI ALTRI PAESI?

Gli inviati di quasi 200 Paesi alla fine del 2023 hanno raggiunto un accordo storico alla COP28 di Dubai, per abbandonare i combustibili fossili, incluso il carbone. Questa è stata la prima volta che i negoziatori hanno accettato di affrontare la causa principale del cambiamento climatico, anche se i critici affermano che l’accordo presenta molteplici scappatoie, che potrebbero rallentare il cambiamento.

  1. QUALI PROSPETTIVE PER IL FUTURO?

I ricercatori hanno confermato che il 2023 è stato l’anno più caldo nella storia della Terra. L’AIE prevede che la domanda di carbone rimarrà stabile fino al 2025, dopo essere salita del 2,6% ed aver raggiunto un altro record nel 2023. I leader mondiali dovranno intensificare gli sforzi internazionali per ridurre il consumo di carbone, per raggiungere l’obiettivo di emissioni globali “net zero” entro il 2050.

Net zero significa che le emissioni di combustibili fossili vengono ridotte a un punto in cui altre iniziative, come piantare alberi o utilizzare la tecnologia per estrarre l’anidride carbonica dall’aria, compensano ciò che rimane. Secondo l’AIE, per raggiungere questo obiettivo entro il 2050 l’uso globale del carbone dovrà ridursi di oltre il 90%, e ciò che resta dovrà essere gestito da impianti in grado di catturare e immagazzinare le emissioni.

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