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Gas Russo GNL Russo

Ecco quali saranno le conseguenze delle sanzioni dell’Unione europea sul GNL russo

Secondo l’Oxford Institute for Energy Studies, il fatto che l’Ue abbia deciso di colpire il GNL russo probabilmente riflette il disagio per l’aumento delle importazioni europee nel 2022-2024 e la conseguente necessità di fare qualcosa a riguardo 

Nel giugno scorso l’Unione europea ha adottato il 14° pacchetto di sanzioni contro la Russia, che introduce misure che vietano il trasbordo di GNL russo attraverso i porti Ue verso Paesi terzi, importazioni di GNL russo attraverso terminal non collegati al sistema del gas Ue e la fornitura di beni, tecnologia o servizi per il completamento di progetti GNL russi. Dei 20,9 miliardi di metri cubi esportati dall’impianto Yamal LNG verso i Paesi dell’Unione europea nel 2023, circa il 25% è stato trasbordato verso destinazioni al di fuori dell’Ue.

DELLE “MISURE LEGALI RESTRITTIVE” CONTRO IL GNL RUSSO

Nella prima metà del 2024 il dato era pari a circa il 23%. Se alcuni di questi volumi venissero mantenuti all’interno dell’Unione europea – anziché essere trasbordati all’esterno, attraverso i porti Ue -, ciò aumenterebbe le importazioni di GNL russo in Europa. L’impatto della misura sui terminali off-grid si farà sentire soprattutto in Svezia e Finlandia, che hanno proposto la misura.

L’elemento più importante dell’ultimo pacchetto di sanzioni Ue contro Mosca è l’introduzione, per la prima volta, di misure legali restrittive contro il gas naturale. Il fatto che Bruxelles abbia deciso di prendere di mira il GNL russo (in contrapposizione al gas dei gasdotti) probabilmente riflette il disagio per l’aumento delle importazioni europee nel 2022-2024 e la conseguente necessità di fare qualcosa al riguardo. Tuttavia, la scelta Ue di misure restrittive difficilmente ridurrà e potrebbe, a breve termine, addirittura aumentare le importazioni di GNL russo in Europa.

IL DIVIETO DI CARICHI DI GNL

Il divieto di trasbordo – si legge in uno studio dell’Oxford Institute for Energy Studies – è specificamente mirato ai carichi di GNL destinati alla successiva consegna a Paesi extra-Ue. Dei 20,9 miliardi di metri cubi esportati da Yamal LNG verso i Paesi Ue nel 2023, circa 0,55 miliardi di metri cubi sono stati trasbordati verso altre destinazioni all’interno dell’Unione europea e 4,90 mmc (circa il 25%) verso destinazioni al di fuori dell’Ue. Nella prima metà del 2024 le esportazioni verso i Paesi Ue sono state di 13,5 miliardi di metri cubi, di cui 0,63 mmc trasbordati verso altri Paesi Ue e 2,92 mmc (circa il 23%) fuori dall’Ue.

Due terminali europei, Zeebrugge in Belgio e Montoir de-Bretagne in Francia, trasbordano GNL russo con l’intera produzione trasbordata proveniente da Yamal LNG. Dei volumi trasbordati al di fuori dell’Ue nel 2023, il 70% è stato trasbordato attraverso Zeebrugge e il 30% attraverso Montoir-de-Bretagne.

L’IMPATTO DEL DIVIETO SUI CONTRATTI DI TRASBORDO

È importante sottolineare che il divieto di trasbordo dell’Unione europea – che probabilmente sarà seguito da dichiarazioni di forza maggiore – non invaliderà automaticamente i contratti di fornitura e trasbordo di GNL interessati, ma creerà delle complicazioni legali per le parti dei contratti. Gli LNG SPA e LTSA interessati sono dei contratti a lungo termine – la maggior parte dei quali non scade prima della fine degli anni 2030 – e dovranno essere adeguati in risposta al divieto di trasbordo Ue. Non è chiaro, però, se ciò può essere ottenuto mediante negoziazioni o se le parti dovranno ricorrere all’arbitrato.

Le controversie tra le parti (fornitori, acquirenti, operatori terminalistici e trasbordatori) sono l’esito più probabile, dove gli accordi contrattuali, gli assetti proprietari e gli interessi politici coinvolti giocheranno tutti un ruolo, in cause che potrebbero avere esiti incerti, in particolare per quanto riguarda la risoluzione dei contratti.

Il divieto sulle importazioni di GNL russo si applica solo ad un numero esiguo di terminali off-grid (a differenza di quelli collegati al sistema di gas interconnesso, che rappresentano la maggior parte della capacità di importazione di GNL dell’Uniomne europea) e non si prevede che abbia un impatto serio sull’approvvigionamento di gas dell’Unione europea.

Eventuali procedimenti arbitrali derivanti da dichiarazioni di forza maggiore in relazione ai contratti di fornitura in questione potrebbero servire da prova delle implicazioni di un possibile divieto completo a livello Ue sulle importazioni di GNL russo.

LE CONSEGUENZE PER I PROGETTI GNL RUSSI

Infine, il divieto di fornitura di tecnologia, beni e servizi per il completamento dei progetti GNL russi in costruzione (come l’Arctic LNG 2 e il Murmansk LNG) potrebbe portare ad aumenti dei costi e ritardi e, soprattutto, in combinazione con le sanzioni statunitensi, complicare gli sforzi russi volti a creare un’alternativa al trasbordo nei porti Ue. Anche se potrebbe potenzialmente ritardare la disponibilità del GNL russo, nel lungo termine non è chiaro se lo ridurrà, poiché è probabile che Mosca compirà degli sforzi significativi per cercare delle alternative di importazione – principalmente dalla Cina – e sviluppare i propri sostituti nazionali per la tecnologia, i beni e i servizi occidentali, consentendo la produzione e il trasporto di GNL.

UN FUTURO SENZA GNL RUSSO

Tutte queste misure riflettono la crescente fiducia dell’Unione europea nella capacità di pianificare un futuro senza gas russo. Allo stesso tempo, però, suggeriscono anche che questo futuro non sarà immediato: finché la crisi energetica non sarà considerata definitivamente superata e l’obiettivo politico Ue di eliminare gradualmente il gas russo non sarà sostenuto con uguale forza da tutti gli Stati membri, ci sarà riluttanza ad adottare misure di più ampia portata per ridurre o fermare significativamente le forniture di gas russo all’Unione europea.

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