Tra le novità contenute nell’ultima bozza del cosiddetto decreto “Fer X” a cui sta lavorando il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per incentivare le rinnovabili più “mature”, da 85 euro al MWh per il solare e 80 euro per l’eolico
Dalle aste per 45 GW complessivi per il fotovoltaico ai 16,5 GW di eolico, fino alle tariffe adeguate all’inflazione, come chiedevano molte associazioni, da 85 euro al MWh per il solare e 80 euro per l’energia mossa dal vento. Sono alcune delle novità contenute nell’ultima bozza del cosiddetto decreto “Fer X” a cui sta lavorando il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per incentivare le rinnovabili più “mature”, in particolare i grandi impianti eolici e fotovoltaici tradizionali.
LE FINALITÀ DEL DECRETO
Innanzitutto il decreto “ha la finalità di sostenere la produzione di energia elettrica di impianti a fonti rinnovabili con costi di generazione vicini alla competitività di mercato, attraverso la definizione di un meccanismo di supporto che ne promuova l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità in misura adeguata al perseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, coerentemente con gli obiettivi di sicurezza e adeguatezza del sistema elettrico”. Oltre che di impianti solari fotovoltaici si occupa anche di impianti eolici, idroelettrici e di trattamento di gas residuati dai processi di depurazione.
LE TEMPISTICHE
Dal punto di vista delle tempistiche, si legge nella bozza, il decreto “cessa di applicarsi il 31 dicembre 2028 ovvero, per gli impianti di potenza inferiore o uguale al MW, fino alla data in cui è raggiunto un contingente di potenza finanziata pari a 5GW, qualora tale data risulti anteriore rispetto al termine del 31 dicembre 2028”.
MODALITÀ PER ACCEDERE AL MECCANISMO DI SUPPORTO
Accedono direttamente al meccanismo di supporto gli impianti a fonti rinnovabili “con potenza inferiore o uguale a l MW che hanno avviato i lavori successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto, che posseggono i requisiti prestazionali e di tutela ambientale necessari anche per rispettare il principio del “Do No Significant Harm” (DNSH)”.
Accedono invece al meccanismo di supporto “a seguito di partecipazione a procedure competitive, nei limiti di contingenti di potenza assegnati, gli impianti a fonti rinnovabili (…) di potenza superiore a 1 MW per i quali è garantito il rispetto dei seguenti requisiti: a) possesso di titolo abilitativo alla costruzione e all’esercizio dell’impianto ivi inclusi i titoli concessori, ove previsti; b) preventivo di connessione alla rete elettrica accettato in via definitiva; c) conformità ai requisiti prestazionali e alle norme nazionali e unionali in materia di tutela ambientale necessari anche per rispettare il principio del “Do No Significant Harm” (DNSH) (…) d) possesso di dichiarazione di un istituto bancario che attesti la capacità finanziaria ed economica del soggetto partecipante in relazione all’entità dell’intervento, tenuto conto della redditività attesa dall’intervento stesso e della capacità finanziaria ed economica del gruppo societario di appartenenza, ovvero, in alternativa, l’impegno del medesimo istituto a finanziare l’intervento”.
Non è invece consentito l’accesso al meccanismo di supporto di cui al presente decreto alle imprese in difficoltà, hanno cause di esclusione, divieti e su cui pende un ordine di recupero di incentivi percepiti illegalmente. O ad impianti per i quali siano stati avviati i lavori prima di aver presentato istanza di partecipazione alle procedure competitive.
PROCEDURE COMPETITIVE PER L’ACCESSO AL MECCANISMO DI SUPPORTO
L’accesso al meccanismo di supporto per gli impianti rinnovabili di potenza superiore a 1 MW avviene attraverso la partecipazione a procedure pubbliche competitive bandite dal Gse nel quinquennio 2024-2028 “in cui vengono messi a disposizione periodicamente i continenti di potenza”. Come detto i contingenti sono pari a 45 GW per il fotovoltaico, 16,5 per l’eolico, 9,63 per l’idroelettrico e 0,02 per i gas residuati dai processi di depurazione, per un totale di 52,16 GW fino al 2028. Sarà Terna, in collaborazione con il Gse, a trasmettere al Mase per l’approvazione una “proposta di progressione temporale dei contingenti messi a disposizione nei successivi 5 anni”.
PROCEDURA ACCELERATE PER I GRANDI IMPIANTI
Per quanto riguarda la valutazione dei progetti è previsto un percorso accelerato per gli impianti superiori a 10 MW (che però non si applica agli impianti di titolarità delle amministrazioni locali e finanziati nell’ambito del Pnrr) in capo al Gse che esamina il progetto in via telematica parallelamente allo svolgimento del procedimento di autorizzazione unica.
I TEMPI MESSIMI PER GLI INTERVENTI A PROCEDURA COMPETITIVA
Gli impianti risultati in posizione utile nelle relative graduatorie entrano in esercizio entro un termine massimo prestabilito (al netto delle cause di forza maggiore) pari a 34 mesi per i nuovi impianti eolici, 21 mesi per il solare fotovoltaico, 54 mesi per l’idroelettrico e i gas residuati dai processi di depurazione. E ancora 19 mesi per il rifacimento di impianti eolici, 39 mesi per il rifacimento di impianti idroelettrici e 27 mesi per i gas residuati. Mentre gli impianti nella titolarità delle P.a. i termini sono incrementati di 6 mesi.
Il mancato rispetto di questi termini “comporta l’applicazione di una decurtazione del prezzo di aggiudicazione dello 0,2% per ogni mese di ritardo per i primi nove mesi e dello 0,5% per il successivi sei mesi, nel limite massimo di quindici mesi”. Passato il quale il Gse dichiara la decadenza della graduatoria. Nel caso, invece, in cui entro 12 mesi dalla pubblicazione della graduatoria il soggetto comunichi al Gse la rinuncia all’intervento, si “escute il 30% della cauzione definitiva”
La data di entrata in esercizio degli impianti da comunicata entro massimo 90 giorni pena la perdita del prezzo di aggiudicazione mentre per quanto riguarda le modalità di erogazione degli stessi prezzi di aggiudicazione “per gli impianti di potenza non superiore a 200 kW il Gse provvede direttamente al ritiro e alla vendita dell’energia elettrica”, mentre per gli impianti oltre questa soglia “l’energia elettrica prodotta resta nella disponibilità del produttore che provvede autonomamente alla valorizzazione sul mercato”. In questo caso il Gse “calcola la differenza tra il prezzo di aggiudicazione il maggior valore tra zero e il prezzo di riferimento individuato nel prezzo del Mercato del Giorno prima determinato nel periodo rilevante delle transazione e nella zona di mercato in cui è localizzato l’impianto contrattualizzato”.
IMPIANTI UBICATI IN ALTRI STATI MEMBRI
Possono partecipare al meccanismo Fer X anche gli impianti “ubicati sul territorio di Stati membri dell’Unione europea o di Stati terzi confinanti con l’Italia e con i quali la Ue ha stipulato un accordo di libero scambio, che esportano fisicamente la loro produzione in Italia” a condizione che esista un accordo e ci sia reciprocità e naturalmente si rispettino i requisti richiesti dal decreto.
INCENTIVI CUMULABILI A CERTE CONDIZIONI
Il meccanismo è cumulabile con impianti di nuova costruzione che abbiano contributi in conto capitale non eccedenti il 40% del costo dell’investimento, i fondi di garanzia e di rotazione, le agevolazioni fiscali nella forma di credito di imposta o di detassazione dal reddito di impresa.
I PREZZI DI ESERCIZIO E LE PREMIALITA’
Per quanto concerne i prezzi di esercizio e vita utile convenzionale degli impianti, la bozza di decreto prevede una tempistica di 20 anni. Il costo dell’investimento previsto per il fotovoltaico è di 900 euro al kW e di un prezzo di esercizio proposto di 85 euro al MWh; per l’eolico 1.300 euro al kW e 80 euro al MWh; per l’idraulico 4.800 euro al kW e 110 euro al MWh e 7000 euro al kW per i gas residuati dai processi di depurazione a un prezzo di esercizio proposto di 100 euro al MWh.Tra le correzione viene previsto che in caso di impianti fotovoltaico realizzati in sostituzione di eternit o amianti i prezzi siano aumentati di 35 euro al MWh, per impianti fino a 1MW +10 euro al Wh.