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Enel lancia “Open Power Grids”, progetto collaborativo tra reti globali e stakeholder per decarbonizzazione entro il 2040

Cammisecra: “Apriamo mondo delle specifiche tecniche a chi vorrà collaborare per accelerare transizione verso tecnologie carbon neutral entro il 2040”

Un’opportunità per parlare dell’evoluzione di Grid Futurability – l’iniziativa strategica della società per trasformare le reti elettriche in piattaforme resilienti – partecipative e sostenibili, ma anche per lanciare un innovativo progetto open source per coinvolgere i fornitori e i partner di Enel verso un futuro a zero emissioni nette. Questo è stato il “Net Zero Grid Day”, un incontro aperto – organizzato da Enel oggi a Roma, nell’ambito delle celebrazioni per i suoi 60 anni – per coinvolgere gli stakeholder nel percorso verso lo sviluppo di reti di distribuzione sostenibili e verso l’elettrificazione pulita.

IL PROGETTO “OPEN POWER GRIDS” DI ENEL

Come spiegato in un video trasmesso nel corso dell’evento, il progetto prevede “la trasformazione delle reti, che potranno diventare delle piattaforme bidirezionali, accelerando la trasformazione dell’energia.
I componenti che entrano a farne parte sono stati concepiti in modo tale da renderne possibile la condivisione con più stakeholder a livello multidisciplinare. Abbiamo un modello che è stato reso noto a tutti gli operatori, a tutti gli attori della comunità internazionale, contrattisti, subappaltatori, aziende di design e fornitori di ogni tipo. Questo, appunto, al fine di avere un approccio aperto che è finalizzato a ridurre le emissioni, avere infrastrutture più sicure per le comunità e una rete più sostenibile per le generazioni di oggi e del futuro”.

Antonio Cammisecra, Head of Enel Global Infrastructure and Networks Division di Enel, ha dichiarato che “oggi lanciamo un’iniziativa molto importante di collaborazione che si chiama ‘Open Power Grid Association’, con cui apriamo il mondo delle specifiche tecniche a chiunque vorrà collaborare per accelerare la transizione verso delle tecnologie che siano effettivamente carbon neutral entro il 2040. L’obiettivo di questa iniziativa è ridurre le emissioni.

Le reti sono al centro della transizione energetica poiché sono l’infrastruttura su cui questa avviene, dal momento che collegano le rinnovabili e portano l’energia decarbonizzata ai consumatori di energia elettrica. L’infrastruttura deve avere l’ambizione di essere neutrale dal punto di vista delle emissioni di CO2, e l’obiettivo di oggi è proprio lanciare un’associazione di collaborazione aperta per questo scopo.

Nello sforzo della decarbonizzazione vogliamo unire tutte le reti del mondo e tutti gli stakeholder interessati. Questa è una sfida comune e non c’è nessun motivo per competere, collaborando viaggeremo molto meglio”.

STARACE: LE RETI SONO I FATTORI ABILITANTI DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA

“Vogliamo tener conto della tendenza verso l’elettrificazione e la necessità di farla andare avanti parallelamente ad un approccio net zero”, ha spiegato l’ad di Enel, Francesco Starace. “Le aziende devono essere pronte a fare da apripista in questa transizione energetica e noi stiamo assistendo a quella che è una trasformazione enorme nei sistemi energetici in tutto il mondo vediamo che l’elettrificazione è una tendenza in corso che ha cominciato a prendere sempre più forma negli ultimi anni.

La decarbonizzazione dell’energia della produzione elettrica è un fenomeno in atto ormai da 10 anni.
La trasformazione digitale delle utilities in ambienti sempre più ampi è in corso, e parallelamente vediamo che si fanno sempre più sfumati i confini tra il settore energetico, il settore elettrico e altri settori industriali”.

Per quanto riguarda l’obiettivo del net zero, l’ad di Enel ha affermato che “è ormai nel cuore della strategia Enel. Noi addirittura abbiamo anticipato la data alla quale vorremmo arrivare alle zero emissioni di carbonio dal 2050 al 2040, tenendo conto delle emissioni sia dirette che indirette. Siamo impegnati a raggiungere questo obiettivo senza utilizzare misure di offsetting e di compensazione”.

In tutto questo, ha concluso Starace, “le reti sono i fattori abilitanti della transizione energetica, in assenza delle reti non è possibile avere una transizione. C’è bisogno di un cambiamento profondo delle reti: questo ci consentirà di avere un’eccellente qualità nei servizi erogati, avremo la possibilità di utilizzare le energie rinnovabili e le reti svolgeranno un ruolo molto importante anche nella decarbonizzazione”.

CAMMISECRA (ENEL): DECARBONIZZARE SIGNIFICA AMPLIARE GLI USI DELL’ELETTRICITÀ

“Si è parlato molto di questa scadenza ultima – 2070, 2060, 2050… – adesso però sappiamo che dobbiamo andare oltre l’accordo di Parigi. Vogliamo veramente avere un’economia globale net zero entro una certa scadenza. Stiamo soltanto all’inizio della transizione energetica, dobbiamo ricordarci che la transizione non è un qualcosa che avviene in modo spontaneo, se non ci lavoriamo noi operatori industriali, noi consumatori etc non avrà l’esito desiderato”.

Sul fronte della riduzione delle emissioni, per Cammisecra “decarbonizzare l’economia oggi ha soltanto una soluzione: usare più elettricità per tutto quello che facciamo e produrre elettricità utilizzando le rinnovabili. Questa è la soluzione. La transizione energetica avviene tramite una decarbonizzazione dell’elettricità in elettricità pulita e utilizzando l’elettricità per maggiori usi e applicazioni”.

AMADEI (ENEL): METTIAMO A DISPOSIZIONE DI TUTTI I NOSTRI 60 ANNI DI STORIA

Per Francesco Amadei, head of Engineering and Construction di Enel, quella di oggi “è un’ iniziativa molto importante: abbiamo deciso di condividere con stakeholder, produttori, distributori, università e istituti di ricerca il compito di rendere le reti più resilienti, più sostenibili, più sicure e più efficienti. Per farlo, il modo migliore è condividere quello che abbiamo fatto fino ad oggi. Negli ultimi 10 anni abbiamo lavorato molto sulla convergenza delle soluzioni tecniche, andando verso delle reti più resilienti e siamo riusciti ad arrivare agli stessi standard per la costruzione delle reti nelle 11 aziende di distribuzione dove lavoriamo”.

Adesso dobbiamo affrontare il discorso della transizione energetica, che comporterà non soltanto grossi investimenti per sviluppare la rete, ma sarà anche una sfida, perché noi vogliamo che queste reti siano più sostenibili. Abbiamo dunque ritenuto che la cosa migliore fosse creare un’associazione in cui tutti gli operatori, tutti gli attori che potevano essere potenzialmente interessati possono condividere la propria esperienza. Quindi la creazione di una piattaforma aperta in cui noi mettiamo a disposizione di tutti i nostri 60 anni di storia in materia di standardizzazione e di soluzioni tecniche che abbiamo messo a punto nella gestione delle reti dall’Europa al Brasile”.

BURESTI (A2A): SPECIFICHE STANDARDIZZATE UTILI SIA PER ECONOMIA DI SCALA CHE PER AFFIDABILITÀ FORNITURE

“Mi sembra che questa iniziativa presenti molti risvolti interessanti. Naturalmente il primo a cui penso è il miglioramento tecnico, dal momento che noi stiamo facendo sedere attorno allo stesso tavolo aziende diverse con competenze diverse, menti e cervelli diversi, ognuno con un proprio taglio, e questo potrà sicuramente portare a dei risultati concreti.

Poi sappiamo che il settore dei fornitori va verso un mondo dove esistono delle specifiche standardizzate (per le reti, ndr), e questa per noi è una cosa positiva sia per quanto riguarda l’economia di scala sia per l’affidabilità delle forniture. Abbiamo poi un’ultima considerazione da fare: in un mondo dove esistono degli standard e dove le specifiche sono standardizzate, la certificazione svolge un ruolo importante”.

CODAZZI (CESI): CHIAREZZA FONDAMENTALE PER APPLICARE LE SPECIFICHE TECNICHE DELLE RETI

“Questa iniziativa si basa sulla collaborazione, tutti possono contribuire alle specifiche tecniche delle reti. Per un’azienda come CESI – che opera in 15 Paesi e si occupa della realizzazione di specifiche tecniche – è fondamentale la chiarezza: più i documenti sono chiari meglio è, affinché queste specifiche possano essere diffuse e applicate. Queste infatti aiutano le relazioni con le utilities e i produttori: una volta che il prodotto è testato e certificato, alla utility viene garantito che quello che acquista corrisponde esattamente alle specifiche. Dalla nostra esperienza abbiamo visto che certe volte, in occasione delle consegne, può avvenire che ci sia una discrepanza tra le specifiche e le componenti, e questo naturalmente può causare dei ritardi anche nell’avvio delle componenti, e la situazione può complicarsi. Questo vale soprattutto se, oltre ai requisiti tradizionali, le specifiche introducono altri criteri di performance che riguardano l’ambiente, i materiali adottati etc. In conclusione CESI, grazie al suo know-how internazionale, può aiutare a standardizzare i bisogni generali, e questo può accelerare la convergenza globale”.

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