“(…) La stretta con l’applicazione anche all’industria della legge del 2003 sull’Italian sounding ha preso in contropiede Stellantis (vedi il caso dell’Alfa Romeo Milano che ha dovuto cambiare nome) ma non spiazza Confindustria. Orsini dice che ha senso non dare risorse «a chi produce auto fuori dall’Europa». E si augura che «Stellantis mantenga la promessa di produrre un milione di veicoli in Italia, per la salvaguardia della filiera». Per Orsini «bisogna fare ripartire gli investimenti bloccati dai tassi d’interesse troppo alti e dal fatto che mancano ancora i decreti attuativi per Industria 5.0 nonostante i fondi legati al Pnrr vadano spesi entro il 2026». Sul 110%: «Io lo ho sostenuto quando ha supportato l’economia in un momento complicato. Ora sono d’accordo che venga chiuso, ma non possiamo pensare che dall’oggi al domani non si facciano finire i lavori alle imprese»”, continua il quotidiano.
“(…) «Sarà complicata, presenteremo proposte a costo zero», dice il presidente di Confindustria, convinto che il taglio del cuneo vada rinnovato. In merito all’autonomia: «È anacronistico dividere il Paese nel momento in cui servirebbe unire e creare gli Stati Uniti d’Europa». Ma che ne dice del Ponte sullo stretto? «Io sono d’accordo, basta che abbiamo anche le infrastrutture per arrivarci, al ponte», risponde. Per finire, le inchieste di Genova: «In Liguria non si blocchino le merci. E non si blocchino i lavori»”, ha detto a proposito della Legge di Bilancio. (Energia Oltre – edl)