Birol (AIE): “Ue deve puntare su diversificazione e rinnovabili”. De Meo: “Automotive in crisi epocale ma margini record per Renault. FS pianifica 1.200 cantieri ma non ridurrà i treni. La rassegna Energia
L’Unione Europea deve puntare su risparmio energetico, diversificazione delle fonti di approvvigionamento e sviluppo delle rinnovabili. È il piano di Faith Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, Faith Birol, per affrontare la sfida della decarbonizzazione e accelerare su innovazione e competitività. L’Italia, in particolare, ha un alleato importante nella geotermia, che potrebbe arrivare a soddisfare fino al 15% della domanda addizionale di energia del Paese al 2050. L’automotive europeo vive una crisi epocale, ma Renault registra margini record. A dirlo è Luca De Meo, ceo della casa automobilistica francese, che sottolinea come l’anno scorso il produttore ha registrato un margine operativo record di 4,3 miliardi. La strategia di Renault per il futuro è ridurre i prezzi dei veicoli elettrici, aumentare i prezzi dei veicoli a combustione interna e, se necessario, pagare sanzioni. In ogni caso, preferiamo investire nei nostri clienti piuttosto che pagare multe o acquistare crediti da altri produttori”, ha aggiunto De Meo. I 100 miliardi di euro di investimenti programmati dal gruppo Ferrovie dello Stato porteranno al Pil italiano ma, al tempo stesso, faranno aumentare il numero di cantieri del 20% rispetto al triennio precedente. Saranno 1.200 i cantieri giornalieri per manutenzioni e per realizzare opere del Pnrr, spiega l’asd Stefano Donnarumma a Il Corriere della Sera. Inoltre, le interruzioni vedranno un boom, raggiungendo quest’anno quota 345 mila. La rassegna Energia.
BIROL (AIE): “UE PUNTI SU RISPARMIO ENERGIA, DIVERSIFICAZIONE E RINNOVABILI
“«La strategia della Ue deve includere una combinazione di risparmio energetico, diversificazione delle fonti di approvvigionamento e una rapida diffusione delle energie rinnovabili. La sfida non è solo la decarbonizzazione, ma anche affrontare temi legati all’industria, alla tecnologia e al sociale. Secondo le stime dell’Aie, la crescita della domanda di elettricità, il cui ritmo è sei volte maggiore rispetto alla domanda di energia complessiva nei decenni a venire, e la continua crescita della produzione rinnovabile, che va quasi completamente a soddisfare questa domanda addizionale, sono fondamentali per garantire la sicurezza e la resilienza dei sistemi energetici. Inoltre, è fondamentale ricordare che l’Europa è ancora leader mondiale per valori sociali e democratici. (…) Il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia, Fatih Birol, disegna le prospettive di una strategia energetica che possa rendere la Ue competitiva, andando avanti sulla decarbonizzazione. (…) Avere un ampio e vario mix di generazione è fondamentale, soprattutto considerando le conseguenze che abbiamo avuto in Europa per esserci concentrati troppo su un’unica fonte o Paese. Un esempio da sostenere è quello della geotermia, con l’Italia che rimane tra i paesi leader nel suo sviluppo: supportando l’innovazione si può arrivare a soddisfare fino al 15% della domanda addizionale al 2050 con tale fonte. Va tenuto fortemente in considerazione il nucleare, con gli Small modular reactor (Smr) che potranno dare un contributo significativo già a partire dal prossimo decennio. Sul Green Deal, bisogna essere pragmatici e concreti, concentrandosi su settori dove l’Europa può essere leader”, si legge su Il Sole 24 Ore.
“È necessario pensare ad un insieme di soluzioni, come anche riportato dal report Draghi. Una potrebbe essere svincolare il prezzo dell’energia da quello del gas, che per l’Europa è legato fin troppo a fattori esterni. Inoltre sarà centrale migliorare l’efficienza energetica e promuovere l’innovazione per trovare soluzioni basate su fonti e materie prime differenti. (…) Un prezzo unico dell’energia potrebbe non bastare, ma politiche coordinate e investimenti in infrastrutture energetiche possono aiutare a ridurre le disparità di costo tra i paesi membri. (…) Attualmente i mercati del gas nell’Ue sono sotto pressione. L’arrivo di un’ondata di progetti di Gnl dalla fine dell’anno prossimo, soprattutto da Qatar e Usa, può rappresentare un’opportunità per l’Europa, poiché l’aumento delle fonti di approvvigionamento potrebbe spingere al ribasso sui prezzi del gas. Chi compra gas in Europa potrebbe sfruttare l’ampia disponibilità di forniture per assicurarsi contratti a condizioni favorevoli, in termini sia di flessibilità, che prezzo per esempio. L’abbondanza di gas potrebbe anche favorire la transizione verso un mix energetico più sostenibile, riducendo la dipendenza dal carbone e supportando l’integrazione delle energie rinnovabili. (…) L’accordo con Egitto e Cipro rappresenta un’opportunità significativa per l’Europa. Il Piano Mattei per l’Africa del Governo Meloni sottolinea l’importanza di rafforzare le alleanze con il continente africano, tenendo conto delle esigenze dell’Africa. Nelle nostre analisi, evidenziamo come l’Africa abbia un ruolo cruciale nel contesto energetico globale, specialmente relativamente alle materie prime critiche, fondamentali per la transizione energetica, in quanto essenziali per la produzione di batterie, turbine eoliche, pannelli solari e praticamente tutte le tecnologie pulite”, si legge su Il Sole 24 Ore.
AUTO, DE MEO (RENAULT): “CRISI EPOCALE MA MARGINI RENAULT RECORD”
“Per l’automotive europeo sono mesi molto complicati. La spada di Damocle dei dazi made in Usa, la contrazione della domanda, in particolare per le auto elettriche, e la pressione dell’offensiva cinese mettono a dura prova piani industriali, obiettivi finanziari, livelli occupazionali. Il Gruppo Renault, al contrario, attraversa una fase di segno opposto. Dopo avere toccato il fondo nel 2020, quando i ricavi ammontavano a 43 miliardi di euro, ma le perdite sembravano una montagna da scalare (8 miliardi), il produttore francese, sotto la guida del nuovo chief executive, Luca de Meo, manager con un brillante track record in Fiat e Gruppo Volkswagen, è tornato in utile di quasi un miliardo già nel 2021 per poi toccare i 2,32 nel 2023. L’anno scorso sarebbero stati 2,8 i miliardi di utile, senza la zavorra delle azioni Nissan. Soprattutto, la casa della Losanga ha ritrovato slancio sul versante della redditività. Nel 2024 è stato toccato un nuovo massimo storico: margine operativo di 4,3 miliardi, pari al 7,6%. Oltre le previsioni. (…) Abbiamo costruito un’azienda leggera, veloce e agile, meglio adattata al contesto attuale rispetto a strutture più pesanti. Quattro anni fa, perdevamo 40 milioni al giorno. Questa crisi ci ha costretto a porci le domande giuste e a trovare le risposte adeguate. Nei primi 16 mesi, abbiamo abbassato il break-even del 50% e ridotto i costi fissi del 30%. Abbiamo iniziato questo processo prima di altri, focalizzandoci su tecnologie e business appropriati, operando con rapidità e flessibilità. Nel 2024 il 25% del nostro fatturato è derivato da nuovi prodotti sviluppati negli ultimi quattro anni. Nei prossimi due o tre anni, avremo la gamma più giovane d’Europa. (…) Per affrontare questa sfida, stiamo considerando diverse strategie: ridurre i prezzi dei veicoli elettrici, aumentare i prezzi dei veicoli a combustione interna e, se necessario, pagare sanzioni. In ogni caso, preferiamo investire nei nostri clienti piuttosto che pagare multe o acquistare crediti da altri produttori. Mi sembra surreale che la Comunità Europea ci costringa a dare un vantaggio competitivo a concorrenti non europei. Noi non siamo entrati in questo gioco”, si legge su Il Sole 24 Ore.
“Al momento, non stiamo discutendo con potenziali nuovi partner. In altre parole, non parliamo con i pretendenti della sposa. (…) Lo sviluppo del prodotto è il fulcro della strategia di Renault, con una particolare attenzione al rivitalizzato marchio Alpine. Quali sono i piani per questo brand? (…) Renault è un attore principalmente regionale e anche per questo può temere meno di altri i dazi di Trump. Ma state espandendo la vostra presenza anche a livello globale, in particolare in America Latina. Con quale strategia? Con il nostro partner Geely (che controlla brand come Volvo e Polestar , strategico nella tecnologia dei motori a combustione con la divisione Horse, ndr), ci siamo inizialmente rafforzati nell’area Asia-Pacifico, specialmente in Corea, producendo per loro un modello di Polestar. Ora puntiamo all’America Latina con una strategia win-win, condividendo tecnologie, modelli, fabbriche e reti di distribuzione. (…) Fattori come le normative, l’inflazione e il costo dell’energia influenzano i prezzi. Noi costruttori abbiamo dovuto aumentarli per far fronte a queste sfide, ma siamo consapevoli che ciò può ridurre i volumi di vendita. L’Europa è l’unico mercato mondiale non ancora tornato ai livelli pre-Covid, e negli ultimi cinque anni il calo delle vendite ha fatto perdere 500 miliardi di euro di Iva”, continua il giornale.
1.200 CANTIERI PER LE FERROVIE, MA FS NO TAGLIERA’ TRENI
“Una medaglia a due facce. I 100 miliardi di euro di investimenti programmati dal gruppo Ferrovie dello Stato per i prossimi dieci anni sono destinati a generare un duplice effetto. Il primo è riassunto dall’amministratore delegato, Stefano Donnarumma: «L’impatto che hanno i nostri investimenti vale 2,3 volte sul Pil italiano: siamo la prima stazione appaltante del Paese e generiamo tantissimo indotto». Così, se ogni euro impiegato si traduce in 2,3 euro in termini di ricchezza del Paese, l’altra faccia della medaglia è la proliferazione di cantieri per le manutenzioni e la realizzazione delle opere finanziata dal Pnrr. Nel 2024 sono previsti 1.200 cantieri giornalieri (+20% rispetto al triennio precedente) lungo la rete Fs, con un totale di 260 mila interruzioni, destinate a salire a 345 mila nel 2025, in vista della conclusione degli interventi del Pnrr (dovranno terminare entro metà 2026).(…) «La manutenzione non si esaurirà nel 2025, i cantieri ci saranno per anni — constata Donnarumma — stiamo facendo un grande lavoro di pianificazione, organizzazione del lavoro e stiamo lavorando sulle tecnologie per essere ancora più efficaci”, si legge su Il Corriere della Sera.
“Durante la conferenza stampa dedicata alla criticità di gestire cantieri senza interruzioni di servizio Donnarumma si sofferma sul modello adottato. «Per fare tutti questi lavori noi di fatto andiamo in una continua dissinergia dal punto di vista operativo, ma anche di costo. (…) Da oggi faremo una campagna per istruire tutti e dare le risposte che servono e pianificare al meglio possibile». L’ad di Fs torna, infine, ad analizzare l’incidente del «chiodo» che lo scorso ottobre ha mandato in tilt il traffico di Roma Termini, spiegando che la cabina elettrica danneggiata aveva un sistema di sicurezza risalente al 1998”, continua il giornale.