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Eni

Eni, presentato il Piano 2023-26: focus su sostenibilità, sicurezza energetica e accessibilità

Descalzi: “Il Piano presentato oggi conferma la forza e l’efficacia della nostra strategia”.

Eni ha presentato il Piano strategico dell’azienda 2023-2026 con l’obiettivo dichiarato di soddisfare ciascuno dei pilastri essenziali del trilemma energetico, raggiungendo la sostenibilità ambientale parallelamente alla sicurezza energetica e all’accessibilità. Ciò significa diversificare a livello geografico e tecnologico le fonti energetiche, creando un differente mix energetico e mantenendo una forte attenzione alla creazione di valore per gli azionisti.

DESCALZI: SI CONFERMA EFFICACIA DELLA NOSTRA STRATEGIA

“Il Piano presentato oggi conferma la forza e l’efficacia della nostra strategia. Nel 2014 abbiamo intrapreso un percorso di trasformazione industriale e finanziaria che ci ha progressivamente permesso di creare valore anche in scenari difficili, garantendo la sicurezza degli approvvigionamenti e la sostenibilità ambientale. Abbiamo focalizzato la nostra strategia di esplorazione e produzione principalmente sul gas, facendo leva sulle nostre produzioni e diversificando gli investimenti tra diversi Paesi” ha detto Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni presentando il Piano Strategico. “Questo ci ha permesso di attuare il nostro Piano finalizzato alla sostituzione di 20 miliardi di metri cubi di gas russo entro il 2025. Abbiamo trasformato la nostra piattaforma downstream e investito significativamente in tecnologia per creare e far crescere i nostri business legati alla transizione energetica, con l’obiettivo di azzerare le emissioni Scope1,2 e 3. Questo ci consente oggi di confermare pienamente i nostri obiettivi di decarbonizzazione, nonostante lo scenario attuale della sicurezza energetica e la necessità di far fronte a una forte domanda di energie tradizionali – ha aggiunto -. Oggi possiamo delineare chiaramente come sarà Eni nel 2030: le nostre attività Upstream non genereranno più emissioni nette; la nostra produzione di idrocarburi sarà composta principalmente da gas; la nostra capacità di biocarburanti supererà i 5 milioni di tonnellate all’anno; la nostra capacità di energia rinnovabile sarà superiore ai 15 GW. E i nostri investimenti nella tecnologia più rivoluzionaria legata alla transizione energetica – la fusione a confinamento magnetico – saranno prossimi a concretizzarsi nel primo impianto industriale”.

I FOCUS DELLA STRATEGIA ENI

Eni ha infatti deciso di focalizzare la sua strategia sua una serie di obiettivi che sono quelli di proseguire nello sviluppo di nuove risorse di gas, diversificando la presenza geografica, facendo leva sulle proprie attività esplorative altamente performanti e sul proprio approccio di sviluppo fast-track, aumentando i ritorni economici e riducendo le emissioni. Ma anche di focalizzandosi sulle nuove tecnologie e sul loro sviluppo fast-track, sia per creare un mix energetico diversificato per la transizione energetica sia per sostenere la sicurezza energetica, proseguendo nel creare valore e perseguendo al contempo opportunità breakthrough. Il tutto “rimanendo agili e innovativi, per esempio nello sviluppo del modello satellitare con entità dedicate in grado di accedere autonomamente ai mercati dei capitali per finanziare la propria crescita e fare emergere il valore reale di ogni business (Plenitude, Sustainable Mobility, Var Energi, Azule Energy)”, ha evidenziato l’azienda.

Non solo. “Abbiamo profondamente rafforzato la Società dal punto di vista finanziario attraverso l’ottimizzazione e la razionalizzazione delle spese, e questo ci permette oggi di presentare forti obiettivi finanziari: un significativo CFFO generato sia dalle nostre attività tradizionali che dal contributo delle attività legate alla transizione; un modello di business a satelliti che ci consente di valorizzare le nostre attività liberando al contempo risorse aggiuntive per gli investimenti nella transizione; e un livello di debito molto basso. La nostra solidità finanziaria ci permette oggi di creare valore crescente per i nostri azionisti e di potenziare la politica di remunerazione”, ha concluso Descalzi.

Ecco nel dettaglio la strategia Eni:

ENI NATURAL RESOURCES: PRODUZIONE IN CRESCITA DEL 3-4%

La divisione Eni Natural Resources “garantirà elevati ritorni economici, crescita di valore e riduzione delle emissioni, facendo leva sull’eccellenza della Società nell’attività di esplorazione e nei progetti integrati e fast-track”, ha evidenziato l’azienda precisando che il mid-stream gas di Eni “ha dimostrato la sua resilienza e beneficerà sempre più della riconfigurazione del business con livelli più elevati di fornitura di gas equity”.

“Eni continua a rispondere alla sfida della riduzione delle emissioni nelle sue attività operative, costruendo una nuova attività di cattura del carbonio e creando integrazione con la propria bioraffinazione attraverso lo sviluppo dell’innovativa rete di agri-hub”, ha affermato l’azienda in una nota.

Produzione: crescita media del 3-4% nei quattro anni del Piano e poi plateau fino al 2030; aumento progressivo della quota di gas in portafoglio fino al 60% entro il 2030.

Upstream, net carbon footprint (Scope 1 e 2): riduzione del 65% entro il 2025 rispetto al 2018, confermando l’obiettivo di net zero entro il 2030.

Emissioni di metano: confermato l’impegno a mantenere l’intensità emissiva Upstream al di sotto dello 0,2%; un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni verrà stabilito dopo il completamento nel corso dell’anno di una campagna di misurazione presso gli asset operati.

Esplorazione: 2,2 miliardi di boe di nuove risorse nel Piano quadriennale, di cui il 60% di gas; UEC di circa 1,5 dollari/boe.

Capex Upstream: €6-6,5 miliardi in media all’anno durante il periodo del Piano.
Upstream, Free Cash Flow organico per barile in aumento del 20% nel 2026 rispetto al 2023, a scenario costante.

Ebit cumulativo di GGP a oltre €4 miliardi nel Piano e tra €1,7 – €2,2 miliardi nel 2023.
CCS: 30 MPTA di capacità gross di carbonio stoccata entro il 2030.

Agro-feedstock: oltre 700.000 tonnellate nel 2026 per rifornire le bioraffinerie Eni.

PREVISTE UNA SERIE DI DECISIONI FINALI DI INVESTIMENTO

Nel corso del Piano Eni approverà una serie di FID (Final Investment Decision) di elevata qualità, tra cui le strutture A/E in Libia, Hail e Ghasha e le espansioni di Lower Zakum negli Emirati Arabi Uniti, oltre a Costa d’Avorio, Kazakistan, Angola e possibili nuove attività nel Mediterraneo orientale.

Allo stesso tempo, nel 2023, Eni avvierà le prime fasi di Baleine in Costa d’Avorio e del Congo LNG, gli start-up in Egitto, Emirati Arabi Uniti e Norvegia, e continuerà il programma di sviluppo delle attività in Algeria, mentre nel 2024 la Società avvierà le start-up in Italia, Egitto, Costa d’Avorio Fase 2, Kazakistan e Norvegia.

Di conseguenza, il Cane a sei zampe prevede una crescita media annua della produzione del 3-4% nel periodo di Piano. Entro il 2026 la Società avrà aggiunto circa 800.000 boe al giorno da start-up e ramp-up con elevati rendimenti, ridotto periodo di payback e con costi unitari al top dell’industria.

“Eni continuerà a concentrarsi su progetti con un rapido time to market, facendo leva sull’elevata qualità del portafoglio, confermata dai bassi costi tecnici e dall’elevato cash flow per barile, al top dell’industria; Capex in media pari a 6-6,5 miliardi di euro all’anno durante il periodo del Piano”.

Inoltre, Eni “continua a seguire il suo dual exploration model e punta all’esplorazione con elevati livelli di partecipazione, in aree con attività e infrastrutture esistenti come il Nord Africa, Africa Occidentale e gli Emirati Arabi Uniti – circa il 90% della sua spesa, a sostegno del suo track-record nella creazione di valore al top dell’industria”.

Per questo l’azienda investirà 2,1 miliardi di euro nei prossimi quattro anni, con un target di 2,2 miliardi di barili di olio equivalente a circa 1,50 dollari /boe di costo esplorativo, con l’obiettivo del 60% di scoperte a gas.

La grande attenzione alla crescita del valore della Società consentirà anche di ridurre l’impronta carbonica netta Scope 1 e 2 di Eni del 65% entro il 2025 rispetto al 2018, in linea con l’obiettivo di zero emissioni nette del 2030.

Per quanto riguarda il GGP, Eni conferma che sostituirà completamente i volumi di gas russo entro il 2025, facendo leva sulle forti relazioni con i Paesi produttori e sul suo approccio di sviluppo fast-track dei progetti aumentando i volumi da Algeria, Egitto, Mozambico, Congo LNG e Qatar.

I volumi contrattualizzati di GNL sono attesi superare i 18 milioni di tonnellate all’anno entro il 2026 (9 MTPA nel 2022).

Eni prevede che GGP generi un Ebit sui 4 anni pari a oltre 4 miliardi di euro, superiore a quello del piano precedente, facendo leva su un portafoglio più diversificato e flessibile e su una maggiore componente equity. Tale risultato incorpora l’assunzione di mercati gas in normalizzazione nel corso del Piano; Eni si aspetta di generare un EBIT tra €1,7 e €2,2 miliardi nel 2023.

IL RUOLO DELLA CCS

La CCS contribuirà a ridurre le emissioni nette di Eni e a fornire una soluzione per altri emittenti hard to abate, oltre al settore energetico. La Società ha in fase di sviluppo progetti importanti che utilizzano giacimenti esauriti, infrastrutture esistenti e indicatori economici ben definiti. Uno dei più avanzati, Hynet, situato nella baia di Liverpool, è in linea per lo start-up programmato nel 2025 con una capacità di stoccaggio iniziale di 4,5 milioni di tonnellate all’anno. Per Ravenna Fase 1, il cui sviluppo è stato recentemente avviato, lo start-up è programmato per l’inizio del 2024. Eni sta inoltre portando avanti un secondo progetto nel Regno Unito, utilizzando il suo giacimento esaurito di Hewett, potenzialmente pronto per il 2027 e finalizzato alla decarbonizzazione delle aree di Bacton e dell’estuario del Tamigi, oltre a perseguire opportunità in Nord Africa e Medio Oriente.

ENERGY EVOLUTION

Eni proseguirà nella trasformazione dei suoi business tradizionali e nella crescita delle sue nuove attività liberando valore e supportando i suoi clienti nella riduzione delle emissioni. In un simile contesto l’azienda prevede che l’EBIT aumenterà progressivamente nel corso del Piano quadriennale, raddoppiando nel 2026 rispetto al 2023. Con un CFFO ante capitale circolante che rappresenterà più del 20% di quello dell’intero Gruppo nel 2026.

Refining and Marketing, dopo aver generato risultati record nel 2022, “si prevede che continuerà a beneficiare dei miglioramenti strutturali attuati, con un EBIT pro-forma per il 2026 di circa 1,4 miliardi, ben al di sopra dei livelli storici, nonostante si preveda la normalizzazione dei margini di raffinazione nell’arco del Piano”, ha avvertito Eni aggiungendo che a tale miglioramento contribuisce l”a crescita di Eni Sustainable Mobility, costituita all’inizio di quest’anno, che combina la bioraffinazione, il bio-metano e la vendita di prodotti per la mobilità e che ha l’obiettivo di evolvere in una società multi-servizio e multi-energie, generando e liberando nuovo valore”.

I punti fermi rimangono: Accelerazione del target di capacità di bioraffinazione: oltre 3 milioni di tonnellate all’anno entro il 2025, rispetto ai 2 milioni di tonnellate del Piano precedente, e oltre 5 milioni di tonnellate all’anno entro il 2030, grazie al contributo delle iniziative recentemente annunciate in Italia, Malesia e Stati Uniti; Integrazione verticale con l’Upstream come elemento distintivo della strategia di bioraffinazione: 700.000 tonnellate di feedstock entro il 2026; Una rete di oltre 5.000 punti vendita in Europa per commercializzare e distribuire nuovi vettori energetici, come l’elettricità e, in prospettiva, l’idrogeno. Eni prevede di aggiungere circa 300 nuove stazioni nel corso del periodo del Piano; un EBITDA di Sustainable Mobility pari a 1,5 miliardi di euro entro il 2026, con una crescita media annua del 20% rispetto al 2023, che contribuisce a migliorare i risultati attesi del Downstream.

PLENITUDE E VERSALIS

Plenitude, la società di Eni che integra rinnovabili, soluzioni energetiche per i clienti e una rete capillare di ricarica per veicoli elettrici (EV) sta sviluppando al contempo la sua pipeline di progetti rinnovabili e ha raggiunto l’obiettivo al 2022 di oltre 2 GW di capacità installata.
“Plenitude prevede di realizzare oltre 7 GW di capacità installata entro la fine del 2026 e più che raddoppiare la sua rete di punti di ricarica per veicoli elettrici, portandola a 30.000 unità entro la fine del Piano – evidenzia il piano del Cane a sei zampe -. Dopo aver raggiunto l’obiettivo di oltre 600 milioni di euro di EBITDA proforma nel 2022, la Società prevede di triplicare questa cifra fino a 1,8 miliardi di euro nel 2026. L’integrazione delle attività di vendita retail, con oltre 11 milioni di clienti entro il 2026, delle energie rinnovabili e della mobilità elettrica presenta notevoli sinergie dal punto di vista operativo, oltre a garantire diversificazione e resilienza finanziaria. Con l’espansione della sua offerta di prodotti e servizi decarbonizzati, si prevede che la crescita di Plenitude continuerà a essere significativa, supportata da oltre 11 GW di progetti e opportunità”.

Nel corso del Piano Versalis raggiungerà “una redditività sostenibile grazie alla trasformazione verso un modello di business più sostenibile e competitivo. La Società proseguirà nel suo percorso di trasformazione in una società chimica pienamente specializzata e sostenibile, incrementando la propria presenza nei mercati dei clienti finali e costruendo una posizione di leadership nel settore della biochimica. La Società punterà a crescere nei mercati target con investimenti nella sua piattaforma di compounding e in nuove tecnologie. Versalis sta sviluppando processi di riciclo complementari, migliorando l’efficienza energetica e sviluppando tecnologie altamente innovative”, sottolinea l’azienda.

TECNOLOGIA

L’innovazione che caratterizza le attività di Eni conferma il vantaggio di porre la tecnologia al centro della strategia della Società.

L’impegno di Eni è testimoniato da oltre 1.000 professionisti, più di 400 progetti e da circa 8.000 brevetti, gestiti attivamente per il loro impiego strategico.
Dal 2014, Eni ha anche potenziato significativamente la collaborazione con le principali università e ha creato veicoli di venture capital e venture builder per promuovere il trasferimento tecnologico, generando valore gross dalle proprie tecnologie proprietarie per circa €9 miliardi dal 2014.

Eni Next, con il suo investimento in CFS, lo spin-off del MIT, sta accelerando lo sviluppo della fusione a confinamento magnetico. SPARC, l’impianto sperimentale progettato per generare energia netta, è in fase di costruzione, con start-up programmato per il 2025, e sarà seguito dal primo impianto industriale, chiamato ARC, previsto per i primi anni del 2030.

TRATEGIA FINANZIARIA

La forza finanziaria di Eni consente alla Società di eseguire la sua strategia di business, assicura flessibilità e garantisce ritorni ai suoi investitori.

Sulla base dell’ipotesi di scenario di Eni: EBIT 2023 pari a 13 miliardi, il secondo migliore risultato in 10 anni dopo il record del 2022, a conferma della qualità del business che Eni sta costruendo; CFFO 2023 ante capitale circolante pari a oltre €17 miliardi e a oltre €69 miliardi nell’arco del Piano. A scenario costante, il CFFO 2026 sarà superiore di oltre il 25% a quello del 2023, trainato dall’E&P, dai contributi positivi di tutti i settori e dalla crescita dei principali business di transizione, Plenitude e Sustainable Mobility. Ciò implica una crescita media annua per azione del 12% nel periodo di piano a scenario costante 2023;
ROACE medio del 13% nel periodo 2023-2026 a scenario costante 2023, +7 punti percentuali rispetto alla media del periodo 2010 – 2019, a conferma della produttività del capitale di Eni; Capex 2023 pari a circa a €9,5 miliardi e €37 miliardi nell’arco di Piano. In USD, e a parità di inflazione, ciò rappresenta un +15% (rispetto al Piano precedente), per le nuove opportunità e l’ampliamento e l’accelerazione dei progetti Upstream esistenti caratterizzati da elevati ritorni. Questi progetti generano un valore significativo e continueranno a farlo ben dopo la fine del Piano. Le spesa destinata alle attività zero e low carbon sarà pari a circa il 25% degli investimenti di Gruppo; Leverage tra 10-20% nel periodo del Piano, a conferma della disciplina nella gestione del capitale e dei costi e della qualità del portafoglio della Società.

“Eni nel 2022 ha raggiunto eccellenti risultati finanziari, ha contribuito alla stabilità delle forniture energetiche per i clienti, progredendo nel Piano di decarbonizzazione, a conferma della qualità del business che stiamo costruendo”, ha spiegato l’azienda.

POTENZIAMENTO DELLA REMUNERAZIONE AGLI AZIONISTI

Gli eccellenti progressi finanziari e strategici di Eni consentono di semplificare e potenziare la politica di remunerazione della Società. Una distribuzione attrattiva per gli azionisti è una priorità della Società. “D’ora in avanti, Eni intende distribuire tra il 25% e il 30% del CFFO annuale attraverso una combinazione di dividendi e buyback. In presenza di upside, la Società prevede di destinare alla remunerazione il 35% del CFFO incrementale, mentre si aspetta di poter ricorrere, in prima istanza, alla flessibilità finanziaria, alla modulazione dei Capex e alla flessibilità temporale in caso di downside”, si legge nel piano.

“L’atteso miglioramento della performance sottostante e il buyback consentiranno inoltre al dividendo di continuare a crescere nei prossimi anni”, prosegue il Cane a sei zampe spiegando che “In linea con la policy, il dividendo annuale 2023 viene portato a €0,94 per azione, con un aumento del 7% rispetto al 2022. Eni continuerà a pagarlo in quattro rate trimestrali uguali, a settembre 2023, novembre 2023, marzo 2024 e maggio 2024”.

Considerando anche le aspettative di Eni per lo scenario e l’andamento dei business, “la Società lancerà nel 2023, dopo l’approvazione degli azionisti a maggio, anche un programma di acquisto di azioni proprie per un valore di 2.2 miliardi, pari circa il 4.5% delle azioni in circolazione all’attuale prezzo. L’applicazione della nuova politica di remunerazione allo scenario implica un ritorno per gli azionisti nel periodo del Piano pari al 40% dell’attuale capitalizzazione di mercato e nel 2023 un rendimento complessivo per gli azionisti dell’11% all’attuale prezzo”.

BILANCIO E POSIZIONE FINANZIARIA SOLIDI

“Eni ha una posizione finanziaria solida e un’elevata capacità di generazione di cassa. Nel corso del Piano quadriennale, sulla base del nostro scenario, Eni genererà un Free Cash Flow organico ante capitale circolante di oltre 32 miliardi, il che implica che dopo la remunerazione agli azionisti il leverage sarà tra il 10-20% nell’arco del periodo del Piano”, conclude il piano strategico.

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