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Enilive, Adriatic Lng e il ‘super campione’ nelle autostrade italiane: cosa dicono i giornali oggi

Eni è pronta a dare a Mediobanca e Jp Morgan l’incarico di sondare l’interesse degli investitori per Enilive. Per Adriatic Lng, interesse di Vtti, controllata da Vitol con Ifm e Adnoc. Matrimonio in vista tra Aspi e Gavio? Ecco cosa dicono i giornali

Imprese al centro dei rumors sui quotidiani di oggi con Eni pronta a cedere una quota di Enilive, accordo vicino per Adriatic Lng tra Vitol, Exxon e Qatar e le voci della possibile creazione di un super campione delle autostrade in grado di affrontare quella transizione industriale che ha nelle infrastrutture per la mobilità la sua colonna vertebrale.

ENI PRONTA A CEDERE UNA QUOTA DI ENILIVE

“Dalla prossima stagione Enilive sarà lo sponsor della Serie A di calcio, lo sport più seguito d’Italia. Nei mesi precedenti, però, la società delle bioraffinerie e della mobilità si troverà esposta in un’altra vetrina, più riservata ma altrettanto prestigiosa: quella dei mercati finanziari. Stando a quanto riferito da più fonti al Corriere, Eni è pronta a dare a Mediobanca e Jp Morgan l’incarico di sondare l’interesse degli investitori per Enilive. Contattato, il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha preferito non rilasciare commenti”. Lo scrive il Corriere della Sera. “(…) A fine dicembre, così, il fondo svizzero Eip è entrato al 9% nel capitale di Plenitude, attraverso un aumento di capitale fino a 700 milioni che assegna alla controllata di Eni una valutazione di 10 miliardi, debito incluso. Secondo le prime simulazioni, Enilive potrebbe ambire a grandezze simili. (…) Oltre ai 22 impianti di biometano e al car sharing Enjoy, la società possiede due bioraffinerie in Italia (Venezia e Gela) e una negli Stati Uniti (Louisiana). Sta poi lavorando alla conversione della raffineria di Livorno e valutando la costruzione di due bioraffinerie in Malesia e Corea del Sud. Distribuisce infine i vari carburanti prodotti a grandi clienti come Ryanair e agli automobilisti tramite oltre 5.000 stazioni di servizio in Europa”.

ENERGIA, PER ADRIATIC LNG ACCORDO TRA VITOL, EXXON E QATAR VICINO

“ Si stringono i tempi per la cessione del rigassificatore Adriatic Lng, che si era fermata per l’impegno di Vitol sul fronte Saras. In base a quanto risulta al Corriere, la settimana prossima gli azionisti che stanno vendendo — ExxonMobil al 70,7%e Qatar al 22% — e l’acquirente — Vtti, controllata da Vitol con Ifm e Adnoc — firmeranno un primo accordo. (…)”. Lo riferisce il Corriere della Sera.

AUTOSTRADE, CDP STUDIA UN NUOVO DOSSIER SU ASPI E GAVIO

“Il dossier è sul tavolo di palazzo Chigi. Dicono che sia all’attenzione di Giovanbattista Fazzolari. Dicono che l’immarcescibile Fabrizio Palenzona abbia suggerito di aprirlo e leggerlo con attenzione al plenipotenziario di Giorgia Meloni con il quale ha stabilito un buon rapporto. Dicono che ne trarrebbero vantaggio il governo, la Cassa depositi e prestiti, i fondi di investimento e tutti i ‘signori delle autostrade’, per non parlare della nazione, perché di questo si tratta: creare un super campione in grado di affrontare quella transizione industriale che ha nelle infrastrutture per la mobilità la sua colonna vertebrale. Ne dicono tante e tutte hanno un senso, anche se bisogna ancora far quadrare il cerchio. Di che cosa stiamo parlando esattamente? Di un matrimonio tra l’Aspi, Autostrade per l’Italia controllata dal Tesoro attraverso la Cassa depositi e prestiti, con Blackstone e Macquarie come azionisti, e l’Astm (presieduta da Angelino Alfano) che fa capo al gruppo Gavio insieme ad Ardian fondo di private equity filiazione del colosso assicurativo francese Axa. Darebbe vita al numero due al mondo dopo Mundys (ex Atlantia con la spagnola Abertis) e prima dei francesi di Vinci”. È quanto si legge su Il Foglio di oggi. “(…) Aspi si sta impegnando in un massiccio programma di mantenimento e ampliamento, per colmare il divario accumulato in tanti anni di investimenti insufficienti. Ciò significa che gli azionisti pubblici e privati debbono essere in grado di spendere anche a costo di ridurre o rinviare i guadagni e facendosi carico di debiti già molto alti. E qui cominciano i problemi. Né Blackstone né Macquarie sono speculativi, ma sono pur sempre fondi e di fronte alla eventualità di rinunciare a una parte dei dividendi oggi per eventuali maggiori dividendi futuri puntano i piedi. E’ quel che sta accadendo, secondo alcune fonti, già adesso in vista della formazione del prossimo bilancio. La Cdp ha una diversa ragion d’essere, però le è proibito mettere a rischio il risparmio postale al quale attinge. La scorciatoia è aumentare le tariffe, ma sarebbe impopolare. (…)”, prosegue il quotidiano.

“C’è poi l’Antitrust: un’eventuale fusione non lascerebbe che le briciole: Toto in Abruzzo, il Brennero in mano al Trentino-Alto Adige e poco altro. E, ultima non per importanza, la questione chiave di tutte le fusioni industriali: chi comanda? Riprendiamo il nostro racconto dall’inizio. Che c’entra Palenzona? (…) Paolo Cirino Pomicino dice che Palenzona c’entra e come anche nel grande progetto autostradale. E vuole entrare in Cdp (…)”, ha concluso il quotidiano.

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