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OPEC Angola

Come (non) è cambiato il mercato del petrolio ad agosto. Report Opec

Cosa dice il rapporto mensile dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio sul mercato dell’Oil 

La crescita della domanda mondiale di petrolio nel 2022 è rimasta invariata rispetto alla valutazione del mese precedente, attestandosi su un livello sano di 3,1 mb/d. Questo quanto reso noto dal rapporto mensile dell’Opec, l’organizzazione che riunisce i paesi esportatori di petrolio.

Il dato include, si legge nel report, la tendenza recentemente osservata a un’ulteriore crescita della domanda di petrolio dovuta al cambio di combustibile nella generazione di energia. In ambito Ocse, la richiesta di Oil è stimata in crescita di 1,6 mb/d nel 2022, mentre la crescita non Ocse è prevista a 1,5 mb/d.

IL TREND DEI TRIMESTRI

Da aprile a giugno, si è registrato un rialzo dovuto a una richiesta superiore alle aspettative (paesi Ocse). Nel caso degli altri due trimestri del 2022, si registra un andamento al ribasso. Guardando al 2023, “anche la previsione di crescita della domanda mondiale di petrolio è rimasta invariata rispetto alla valutazione del mese precedente, attestandosi a 2,7 mb/d”, dice il rapporto.

La previsione sulle nazioni Ocse parla di una crescita pari a 0,6 mb/d, mentre l’area non Ocse sarà interessata da un plus di 2,1 mb/d. Sempre guardando al prossimo anno, le richieste di petrolio dovrebbero essere sostenute “da una performance economica ancora solida nei principali Paesi consumatori, oltre che da potenziali miglioramenti nelle restrizioni Covid-19 e dalla riduzione delle incertezze geopolitiche”.

I PAESI ESPORTATORI DI PETROLIO TENGONO STABILE L’OFFERTA

Spostando l’orizzonte sull’offerta, anche qui il rapporto evidenzia una sostanziale stabilità. Il dato di 2,1 mb/d è per i paesi non Opec. Una revisione al ribasso in Eurasia e Americhe per i Ocse è stata compensata da una revisione al rialzo in America Latina e Asia, si legge nel documento.

A guidare i rialzi nell’offerta del 2022 dovrebbero essere ancora gli Stati Uniti, il Canada, la Cina, il Brasile e la Guyana, “mentre i principali cali di produzione sono previsti in Indonesia e Norvegia”. Per il 2023, invece, rimangono invariate rispetto al report di agosto le stime di crescita di produzione di liquidi non-Opec. Stime che continuano ad assestarsi sugli 1,7 mb/d. Stati Uniti, la Norvegia, il Brasile, il Canada e la Guyana guideranno il trend, “mentre il calo della produzione di petrolio è previsto principalmente in Russia e Azerbaigian”.

Infine, “si prevede che i NGL e i liquidi non convenzionali dell’Opec crescano di 0,1 mb/d nel 2022, per una media di 5,4 mb/d, e di 50 tb/d nel 2023”. Considerando l’Opec-13, la produzione di greggio è aumentata di 618 tb/d su base mensile, toccando una media di 29,65 mb/d.

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