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Transizione energetica ETS Italia

ETS, coro di allarme dal mondo dell’energia: “Sistema miope, rischia di essere una tassa inefficace”

Al convegno di Forza Italia alla Camera, imprese e associazioni denunciano criticità e costi del meccanismo europeo. Dal Fabbro (Utilitalia): “Priorità alla cybersicurezza”.

Un sistema “miope”, costoso e potenzialmente dannoso per la competitività delle imprese e il portafoglio delle famiglie. È un giudizio severo quello che emerge dal convegno “Governare la transizione ETS e ETS2, quale impatto per l’Italia”, organizzato da Forza Italia alla Camera dei Deputati. Il dibattito, che ha visto protagonisti i vertici delle principali realtà energetiche e industriali del Paese, ha messo a nudo le criticità del meccanismo europeo di scambio delle quote di emissione, evidenziando come l’attuale impostazione rischi di trasformarsi in una mera gabella senza reali benefici ambientali, specie per il contesto italiano.

INDUSTRIA SOTTO ATTACCO E RICHIESTE DI RIFORMA

Ad aprire il fronte delle critiche è stato Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, che ha lanciato una vera e propria “chiamata alle armi” per difendere l’industria europea dalla concorrenza cinese. “Se un’azienda ha già installato le migliori tecnologie disponibili, non ha senso farle pagare la CO₂ residua: significa solo favorire la delocalizzazione verso Paesi con regole più deboli”, ha tuonato Gozzi, chiedendo la proroga delle quote gratuite oltre il 2030 e l’esclusione degli speculatori finanziari dal mercato. Sulla stessa linea Guido Bortoni di Elettricità Futura, che ha definito il sistema “miope” e ha messo in guardia dal rischio che il prezzo del carbonio diventi una “tassa tossica” per la competitività.

MALLONE (COMITATO ETS): “MECCANISMO EFFICACE, BISOGNA GOVERNARE PREZZO CO2”

Opposto il giudizio di Mauro Mallone, Presidente Comitato ETS: “Il contributo dell’ETS è stato positivo, quindi va vista positivamente la decisione di estendere il meccanismo ad altri settori. L’opzione di cancellare l’ETS non è pensabile perché il meccanismo è efficace per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2040″, ma, ha precisato, dobbiamo governare il prezzo della CO2″.

ETS2: COSTI PER LE FAMIGLIE E LIMITI TECNOLOGICI

Particolare preoccupazione suscita l’ETS2, l’estensione del meccanismo a edifici e trasporti. Stefano Goberti (Eni Plenitude) ha quantificato l’impatto: una famiglia media potrebbe vedere la bolletta del gas aumentare di 120 euro l’anno. Massimo Bello di Poste Italiane ha rincarato la dose, sottolineando come l’aumento dei costi rischi di annullare i benefici dei bonus sociali. Marta Bucci di Proxigas ha invece evidenziato i limiti strutturali del patrimonio immobiliare italiano: “Abbiamo 16 milioni di edifici in classe F, ma meno di 6 milioni possono ospitare una pompa di calore. Tassare il 90% dei consumatori per favorire uno switch tecnologico possibile solo per pochi è insostenibile”.

TERMOVALORIZZATORI E CARBURANTI: PARADOSSI E CRITICITÀ

Il dibattito ha toccato anche settori specifici. Gabriele Di Cintio di Acea Ambiente ha definito “paradossale” l’inclusione dei termovalorizzatori nell’ETS, in quanto impianti nati per gestire rifiuti non riciclabili e non per fare transizione energetica. Gianni Murano di Unem ha puntato il dito contro il fallimento del meccanismo di stabilità dei prezzi della CO₂, schizzati oltre gli 80 euro a tonnellata nonostante i rincari energetici. Sebastiano Gallitelli di Assopetroli ha infine sollevato il problema delle piccole imprese di distribuzione carburanti, penalizzate dal mancato riconoscimento dell’acquisto di certificati biocarburanti ai fini dell’ETS2.

IL MINISTRO PICHETTO E LA POLITICA

Le istanze del mondo produttivo hanno trovato sponda nel Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che ha riconosciuto l’inadeguatezza del modello attuale per l’Italia. “Non siamo il Lussemburgo, abbiamo 42 milioni di veicoli vetusti e borghi sparsi ovunque”, ha affermato il Ministro, invocando un sistema europeo più omogeneo. Anche dal fronte politico, con gli interventi di Paolo Barelli e Luca Squeri di Forza Italia, è arrivato l’invito a trovare unità d’intenti in Europa per competere con i giganti globali e gestire la transizione senza gravare eccessivamente su cittadini e imprese.

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