Il CEO Darren Woods, in un’intervista esclusiva a Reuters, avverte: la nuova direttiva sulla sostenibilità è inapplicabile e minaccia le operazioni globali del Gruppo.
È un vero e proprio ultimatum quello lanciato da ExxonMobil all’Unione Europea. Il colosso energetico americano non potrà continuare a operare nel Vecchio Continente se Bruxelles non farà un passo indietro sulla nuova, stringente legge sulla sostenibilità aziendale, che prevede multe fino al 5% del fatturato globale per le aziende inadempienti. L’avvertimento, durissimo, arriva direttamente dall’amministratore delegato Darren Woods, in un’intervista esclusiva rilasciata all’agenzia di stampa Reuters a margine del forum ADIPEC di Abu Dhabi.
LA LEGGE SOTTO ACCUSA: OBBLIGHI “IRREALIZZABILI”
Nel mirino di ExxonMobil c’è la Direttiva sulla Due Diligence in materia di Sostenibilità Aziendale (CSDDD), una normativa che impone alle grandi imprese di identificare e mitigare i rischi per i diritti umani e l’ambiente lungo tutta la loro catena di fornitura, anche al di fuori dei confini europei. Secondo Woods, la legge impone alle aziende di adottare piani di transizione climatica in linea con l’Accordo di Parigi, un requisito che il CEO definisce “tecnicamente irrealizzabile”.
UN’INGERENZA SU SCALA GLOBALE
Ciò che preoccupa maggiormente il numero uno di ExxonMobil è l’extraterritorialità della norma. “Ciò che mi stupisce è che questa eccessiva estensione non solo ci costringe a fare ciò per le attività che svolgiamo in Europa, ma mi costringerebbe a farlo per tutte le mie attività nel mondo, indipendentemente dal fatto che riguardino o meno l’Europa”, ha dichiarato Woods. Un’ingerenza considerata inaccettabile, che spinge il gigante petrolifero a una minaccia senza precedenti: “Se non riusciamo ad avere successo in Europa e, cosa ancora più importante, se cominciano a provare a prendere la loro legislazione dannosa e a farla rispettare in tutto il mondo, dove operiamo, diventa impossibile restare lì”.
IL FRONTE DEI PRODUTTORI: ANCHE IL QATAR MINACCIA LO STOP AL GNL
La posizione di ExxonMobil non è isolata. Si unisce a un coro crescente di produttori energetici che chiedono a Bruxelles di rivedere la direttiva. Anche il Qatar, uno dei principali fornitori di Gas Naturale Liquefatto (GNL) per l’Europa, ha rinnovato la sua minaccia di interrompere le forniture. Il Ministro dell’Energia qatariota, Saad al-Kaabi, ha dichiarato che il suo Paese non sarà in grado di continuare a fare affari in Europa se la legge non verrà modificata. “Non possiamo raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette, e questo è uno dei requisiti”, ha affermato.
BRUXELLES TIRA DRITTO, MA IL DIALOGO RESTA APERTO
Nonostante le pressioni, i legislatori europei sembrano intenzionati ad andare avanti. Il Parlamento ha già concordato di negoziare ulteriori modifiche, con l’obiettivo di approvare il testo definitivo entro la fine dell’anno. Woods, pur riconoscendo che a Bruxelles si sta ascoltando l’opposizione, lamenta la mancanza di cambiamenti sostanziali. “Se non altro, confonde il linguaggio e, secondo me, rende l’esposizione ancora più ampia”, ha affermato, avvertendo sulle “conseguenze disastrose” se la direttiva venisse adottata nella sua forma attuale. Il braccio di ferro tra l’industria energetica globale e le ambizioni climatiche europee è appena iniziato.


